Combustione umana spontanea

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Con il termine '''Combustione umana spontanea''' (noto anche come '''SHC''' dall'inglese '''Spontaneous Human Combustion''') si fa riferimento ad un supposto fenomeno naturale per il quale in determinate circostanze un corpo umano possa prendere [[fuoco (fisica)|fuoco]] e [[combustione|bruciare]] senza fonti esterne di [[innesco]]. L'argomento è oggetto di numerose teorie e studi ma non sono stati raggiunti risultati condivisi in merito all'esistenza di una tale [[reazione chimica]] all'interno del corpo che possa produrre tali risultati. Nella [[Classificazione Hynek]] equivarrebbero ad '''incontri ravvicinati di VI tipo'''.
Con il termine '''Combustione umana spontanea''' (noto anche come '''SHC''' dall'inglese '''Spontaneous Human Combustion''') si fa riferimento ad un supposto fenomeno naturale per il quale in determinate circostanze un corpo umano possa prendere [[fuoco (fisica)|fuoco]] e [[combustione|bruciare]] senza fonti esterne di [[innesco]]. L'argomento è oggetto di numerose teorie e studi ma non sono stati raggiunti risultati condivisi in merito all'esistenza di una tale [[reazione chimica]] all'interno del corpo che possa produrre tali risultati. Nella [[Classificazione Hynek]] equivarrebbero ad '''incontri ravvicinati di VI tipo'''.
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Versione attuale delle 09:38, 14 set 2015

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Con il termine Combustione umana spontanea (noto anche come SHC dall'inglese Spontaneous Human Combustion) si fa riferimento ad un supposto fenomeno naturale per il quale in determinate circostanze un corpo umano possa prendere fuoco e bruciare senza fonti esterne di innesco. L'argomento è oggetto di numerose teorie e studi ma non sono stati raggiunti risultati condivisi in merito all'esistenza di una tale reazione chimica all'interno del corpo che possa produrre tali risultati. Nella Classificazione Hynek equivarrebbero ad incontri ravvicinati di VI tipo.

Una serie di decessi negli ultimi tre secoli sono stati attribuiti proprio alla combustione spontanea. Il primo caso documentato fu Nicole Millet, nel 1725. La donna aveva problemi di alcolismo e nell'occasione il marito venne accusato del suo omicidio. Altro caso è relativo alla contessa Cornelia Bandi di Cesena che nel 1731 all'età di sessantadue anni, fu ritrovata nella sua stanza ridotta quasi completamente in cenere.

Più recentemente altri casi sono stati, non ufficialmente, classificati come combustione spontanea. Tra questi segnaliamo nel 1966 il Dottor Irving Bentley a Coudersport in Pennsylvania e nel 1980, a Gwent nel Galles, Henry Thomas, settantadue anni.

Le caratteristiche che solitamente vengono attribuite al fenomeno sono quelle di produrre un calore molto alto ma contenuto in una zona circoscritta. Il corpo della vittima viene rinvenuto quasi completamente incenerito (per bruciare un corpo sono necessarie temperature intorno ai 1.000 gradi come quelli usati nei moderni forni crematori) e tuttavia gli ambienti risultano non troppo danneggiati dalle fiamme.

Da notare anche i casi di combustione spontanea non umana, come quella di materiale elettrico a Caronìa (vedi link Articolo dell'USAC sulla SHC).

Indice

Possibili spiegazioni

Le teorie emerse per spiegare il fenomeno spaziano dalla pirocinesi (capacità di generare e controllare il fuoco da parte di individui predisposti) alla combustione facilitata dall’alto tasso alcolico della vittima, alla insensibilità al fuoco delle vittime che avevano assunto medicinali (come i sonniferi), all’elettricità statica, al malfunzionamento biologico dei mitocondri (organuli cellulari volti alla gestione dell’energia) all’”effetto stoppino” o “effetto candela”. Secondo questo principio se un uomo è obeso ed è vestito con vari strati di indumenti infiammabili, questi ultimi funzioneranno da "stoppino" esterno, permettendo al grasso del corpo di bruciare come una candela. Se poi il contatto con una fiamma molto calda è sufficientemente prolungato e nell'ambiente c'è una buona fonte di ossigeno, allora non è necessario che la vittima sia obesa.

Il fatto è che è francamente incredibile che una persona che inizia a bruciare non si accorga del fatto e che il dolore non lo spinga a cercare di spegnere il principio d’incendio. Per di più per incenerire un corpo il fuoco dovrebbe raggiungere una temperatura che oscilla (a seconda delle valutazioni) tra 1650°C e 2500°C. Un incendio domestico, capace di distruggere un edificio intero, raggiunge in media una temperatura di 200°C e in tutti i casi di HSC l’incendio è circoscritto. Inoltre va detto che in condizioni normali il corpo umano non brucia molto bene, perché costituito per l’80% di acqua. Ha bisogno di un “accelerante” come benzina.

Per quanto riguarda il fattore alcool bisogna dire che si sono verificati casi in cui le vittime avevano sempre bevuto solo acqua.

In ufologia si avanza anche l’ipotesi che questi siano incontri ravvicinati con alieni che hanno avuto esito negativo, nel senso che l’alieno in questione (forse per paura o perché attaccato) potrebbe aver incenerito la vittima con un’arma simile ai “phaser” di Star Trek. Per quanto riguarda il fatto che non sia mai stato visto nessuno, non vuol dire niente, in quanto la casistica UFO mostra chiaramente che gli alieni conoscono la tecnologia di invisibilità.

Il fenomeno nella finzione

La combustione umana spontanea in quanto fenomeno misterioso e affascinante ritrova diverse citazioni all'interno di opere letterarie e di fantasia.

Uno degli esempi più famosi è la Torcia Umana dei Fantastici Quattro ma è possibile ritrovare l'argomento in opere molto più datate tra i quali il romanzo Casa desolata (Bleak House, 1852) di Charles Dickens o in Un capitano di quindici anni (Un capitaine de quinze ans, 1878) di Jules Verne.

In tempi recenti gli esempi diventano innumerevoli tra i quali vogliamo segnalare gli episodi dedicati all'argomento del telefilm sul paranormale X-Files e della serie satirica South Park.

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