Lettere di Amarna

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Risale al 1887 il ritrovamento tra le rovine della città di El-Amarna, da parte di una contadina in cerca di combustibile, di un rilevante numero (circa 300) di tavolette in argilla ricoperte da scrittura cuneiforme.
Le tavolette vengono messe in vendita al Cairo l'anno successivo ed il British Museum ne acquistò una minima parte. La parte maggiore andò al museo di Berlino.
Successivamente, delle tavolette, e del luogo di ritrovamento, si persero le tracce fino a che cominciarono a ricomparire, sul mercato clandestino, tavolette e frammenti. Solo nel 1891 Flinders Petrie, nel corso di una campagna di scavo a Tell el-Amarna, ritrovò altri documenti del medesimo tipo che, questa volta, verranno organicamente catalogati presso il Museo Egizio del Cairo ove ancor oggi si trovano.
Si trattava dell'archivio reale di Akhetaton, meglio noto come "Lettere di Amarna". I bordi delle tavolette in argilla sono, però, sbriciolati e non è perciò possibile leggere gli elementi che, usualmente qui venivano trascritti: il mittente ed il destinatario.
Un altro problema riguarda la datazione giacché non esiste un punto comune di partenza e i vari scribi hanno elementi di datazione differenti ("...l'anno III del re...").
Ancora aperta è la diatriba su cosa rappresentino le tavolette di Amarna: se si tratti, cioè, di documenti dimenticati all'atto dell'abbandono degli archivi, o se siano, invece, vecchie lettere ormai inutili. Trattandosi di documenti in cuneiforme, però (non dimenticando tuttavia che la corrispondenza diplomatica avveniva, in quel periodo, in accadico), potrebbero anche essere documenti originali divenuti inutili perché già tradotti.
Un'altra corrente di pensiero ipotizza, altresì, che si tratti in realtà della corrispondenza ricevuta durante la permanenza della famiglia reale ad Akhetaton ma, in tal caso, si dovrebbe supporre che Amenhotep III, padre di Akhenaton, fosse ancora vivo e residente ad Akhetaton. Sono, infatti, stati individuati, quali destinatari di alcuni documenti: Amenhotep III, Amenhotep IV, Tye, Tutankhamon.
Di certo le lettere di Tell el-Amarna sono sintomatiche di uno sviluppo solido del traffico internazionale nonché dell'importanza delle trattative matrimoniali a fini politici.
In relazione a quest'ultima fattispecie, in particolare, sono accertate le seguenti situazioni:

Anche i rapporti internazionali sono attestati nelle tavolette amarniane: Babilonia, i Cassiti, l'Assiria, Mitanni, gli Ittiti, i regni di Harzawa e Alashia (quest'ultimo individuato, forse, nell'odierna Cipro).
Si può, così, grazie alla corrispondenza di piccoli re locali o dei funzionari egiziani all'estero, ricostruire l'organizzazione politica estera egiziana; fondamentalmente il sistema politico locale, basato su piccoli regni autonomi sotto il protettorato egiziano restava intatto.
I piccoli re siro-palestinesi erano legati al sovrano egizio da un semplice giuramento di fedeltà mentre un controllo più diretto avviene attraverso la suddivisione in tre province: Amurru (sulla costa fenicio-libanese); Ube (all'interno della Siria), Canaan (ovvero la Palestina).
In tre città principali di questi territori risiedevano i funzionari egizi, e le relative forze militari, incaricati della sorveglianza sui regnanti locali e della raccolta dei tributi, nonché responsabili dei necessari interventi diretti nelle lotte che potevano insorgere tra le realtà locali.
Una delle tavolette amarniane appare particolarmente interessante: un re palestinese, infatti, chiede aiuto al sovrano egizio contro i "Khabiru" che stanno invadendo alcune città cananee.
Khabiru, o anche Apiru, è un nome già comparso precedentemente nella storia egiziana: sotto Tutmosis III sono indicati come "vignaioli" ed Amenhotep II ne catturerà 3.600 durante una battaglia con i Mitanni, nel caso della tavoletta amarniana, si tratta di fuoriusciti egiziani che tentano di stanzializzarsi o di rientrare in Egitto.
Alcuni vedono negli Apiru, o Khabiru, gli Ebrei giunti nel territorio egiziano come nomadi, poi stanzializzati. Altri ritengono di poter individuare con tale nome non un popolo, bensì una sorta di classe sociale, quella, appunto, degli immigrati o dei rifugiati, privi, cioè, di una connotazione etnica unica e di un proprio territorio.
Anche se solo indirettamente connessa alle lettere di Amarna, un'altra vicenda appare particolarmente intrigante. Anche in questo caso, peraltro, essa è legata al ritrovamento, in Turchia, di un altro archivio reale, quello dell'antica Hattusha, l'odierna Bogazkoi, capitale dell'impero ittita.
È qui, infatti, che venne rinvenuta la notizia relativa ad una regina vedova egizia che richiedeva al re ittita Shuppiluliumash un figlio da sposare e rendere sovrano. C'è chi ha visto in questa non meglio precisata regina vedova Nefertiti, alla morte di Akhenaton, ma anche chi, più verosimilmente, ha ritenuto di individuarvi la vedova di Tutankhamon (Ankhesenamon). È infatti bene ricordare, a corredo e completamento delle informazioni relative a Tell El-Amarna, che i primi anni di regno del faraone fanciull si svilupparono proprio qui, ad Akhetaton (Tell el-Amarna), quando il nome teoforo era ancora Tutankhaton.

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