Manuale operativo SOM 1.01
Da Ufopedia.
Nel dicembre del 1984, Jaimie Shandera, un oscuro produttore televisivo, riceve per posta un plico anonimo contenente un microfilm in bianco e nero da 35 mm. Il rullino contiene le foto di 8 pagine di documenti classificati TOP SECRET/MAJIC. Tali documenti, sui quali si è subito sviluppato ed è tuttora in corso, un infuriato dibattito, fanno riferimento ad un segretissimo gruppo di studio costituito dal presidente degli Stati Uniti Harry Truman nel 1947, in seguito allo schianto di un disco volante avvenuto nei pressi della cittadina di Roswell, New Messico.
Il gruppo di studio sugli UFO, denominato in codice Majestic 12, era formato da scienziati e alti ufficiali dell’esercito ed aveva il compito di investigare a fondo sugli UFO e sui suoi misteriosi occupanti, definiti convenzionalmente Entità Biologiche Extraterrestri (EBEs).
Nel corso degli anni, la mole di documenti reperiti facenti riferimento, diretto od indiretto, al Majestic 12, ha assunto dimensioni monumentali. Alcuni di essi sono stati ottenuti dagli studiosi grazie alla legge sulla libertà di informazione (FOIA).
Ma i più interessanti, dal punto di vista contenutistico, sono i documenti inviati da fonti anonime. Tra questi ultimi il più rilevante è senza dubbio il SOM 1.01, ovvero il manuale operativo del Majestic 12.
Tale manuale contiene un’inquietante e dettagliata descrizione delle procedure operative da seguire in caso di UFO crash (incidenti UFO).
Nel testo vengono descritte, nel freddo linguaggio militare, le varie tipologie di UFO e di extraterrestri nonché le località presso cui venivano custoditi i resti dei dischi precipitati e dei loro occupanti.
Questi documenti costituiscono una lettura estremamente affascinante, anche se ovviamente permangono seri dubbi sulla loro autenticità. Un team di ricercatori statunitensi, guidati dal fisico Robert Wood e dal figlio Ryan, è da anni impegnato in analisi di altissimo livello scientifico e forense sui documenti collegati al Majestic 12 (MJ-12). Costoro hanno creato un interessante sito (www.majesticdocuments.com) presso cui è possibile trovare l’intero corpus dei documenti finora studiati
Tabella contenuti del SOM Il manuale fu inviato, nel dicembre del 1994, in un pacco postale anonimo proveniente dal Wisconsin, al ricercatore americano Don Berliner, membro del Direttivo del Fund for U.F.O. Research. Il documento, contenuto in un microfilm, reca sulla copertina la dicitura : "SOM 1-01" che sta per: Special Operations Manual 1-01 ("Manuale per operazioni speciali 1-01"). Il titolo del manuale non lascia molto spazio all’immaginazione:
ENTITA' E TECNOLOGIE EXTRATERRESTI
RECUPERO E COLLOCAZIONE
Il documento è classificato Top Secret/Majic Eyes only (solo in visione), che, stando alle fonti più accreditate sarebbe il massimo livello di segretezza da cui possono essere coperti i file governativi.
E’ inoltre specificato in calce: “ATTENZIONE! Questo è un documento Top-Secret Majic solo in visione contenente informazioni divise in sezioni e di essenziale importanza per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. L'accesso solo in visione al materiale in esso contenuto è strettamente limitato al personale in possesso del livello di segretezza Majic-12. L'esame o l'uso di questo da parte del personale non autorizzato è rigorosamente proibito ed è punibile secondo le leggi federali” . la presunta data di stampa è il 12 Aprile 1954.
Proseguendo nella lettura, appare subito evidente che il SOM 1-01 è un vero e proprio manuale operativo, redatto con l’intento di fornire al personale autorizzato le necessarie istruzioni rispetto al recupero di velivoli ed entità extraterrestri nonché alla politica da adottare nei confronti della stampa e dell’opinione pubblica. Viene quindi fornito al lettore un breve riassunto sull’origine e gli scopi dell’”Operazione Majestic 12”, avviata per ordine speciale e classificato dal presidente degli USA Truman il 24 Settembre del 1947, su suggerimento del Ministro della Difesa James V. Forrestal e del dr. Vannevar Bush. Nonostante venga posto l’accento sulle presunte “intenzioni benigne” dei visitatori, è palpabile lo stato di confusione ed incertezza che in quel periodo sembrava attanagliare il governo USA. Ammettere che non si ha alcun controllo sul proprio spazio aereo è dura per una nazione che è da poco uscita vincitrice da un devastante conflitto e che ha consolidato il proprio status di leader del “mondo libero”. Viene inoltre data la massima importanza alla “segretezza delle operazioni” suggerendo di ricorrere, in caso di incidente UFO, a:
1. smentita ufficiale
2. discredito dei testimoni e intimidazione nei confronti degli stessi
3. affermazioni false.
E la storia dell‘Ufologia, purtroppo, ci insegna che tali indicazioni sono state scrupolosamente seguite, nel corso degli anni, dall’intelligence.
Pagina con la descrizione delle diverse tipologie di UFO
1. Velivoli Extraterrestri
La sezione 2, del capitolo 2, fornisce un’ esaustiva descrizione delle diverse tipologie di velivoli non identificati. I mezzi extraterrestri recuperati in seguito ad incidenti e/o azioni militari, indicati con il termine UFOBs (1) (usato per la prima volta ufficialmente dal capitano dell'Air Force Edward J. Ruppelt, direttore del Progetto Blue Book), vengono classificati in quattro categorie: a) Forma ellittica o discoidale. Si tratta di scafi metallici, di colore alluminio opaco, che non presentano giunture ed hanno un diametro variabile dai 15 ai 90 metri, con un'altezza che corrisponde approssimativamente al 15% del diametro. Possono essere muniti di oblò e luci esterne e dotati di carrelli di atterraggio retrattili, e portelli rettangolari sulla superficie inferiore del disco. Questi oggetti sono capaci di prestazioni folgoranti. b) Cilindrici o sigariformi. Questi oggetti sono di enormi dimensioni - 700 metri di lunghezza e 30 di altezza - e non sono operativi nella bassa atmosfera. Come prestazioni non superano i 2500 Km l'ora e non sono in grado di effettuare manovre erratiche. c) Forma ovoidale o circolare. La loro lunghezza varia da 10 a 12 metri e sono spesso caratterizzati da una luce estremamente brillante, posta nell'estremità inferiore. In ragione dell'angolo di osservazione, gli oggetti appaiono di forme diverse. d) Forma a "foglio" o triangolare. Si tratta di oggetti ritenuti frutto di una tecnologia avanzatissima e capaci di prestazioni straordinarie. 2. Entità Biologiche Extraterrestri: Il termine EBE (Entità Biologica Extraterrestre) viene usato per la prima volta nel famoso briefing Eisenhower, appartenente al carteggio MJ-12, e sarebbe stato coniato da uno dei membri del gruppo, il dott. Detlev Bronk, biofisico, pioniere nello studio della fisiologia umana in aeronautica e figura di spicco nelle organizzazioni scientifiche e governative del dopoguerra . Anche in questo caso il manuale ci fornisce una precisa classificazione, distinguendo le EBE in due categorie : EBE tipo 1) Si tratta di umanoidi che, visti a distanza, potrebbero essere scambiati per esseri umani di razza orientale. Sono bipedi, glabri, alti da 1 metro e 50 a più di 1 metro e 60 e pesano una cinquantina di chili. Presentano un cranio largo e arrotondato, colorito dalla pelle giallastro-pallido, occhi piccoli, distanziati e a mandorla, con iridi di colore marrone o nero e grandi pupille, orecchie piccole, naso sottile e lungo, bocca ampia e labbra impercettibili. Il loro corpo è sottile e privo di grasso, con muscoli ben sviluppati, mani piccole (con quattro dita allungate e prive di un pollice opponibile), gambe leggermente arcuate e piedi piuttosto divaricati e proporzionalmente grandi.
Sopra, in una foto di provenienza anonima, il probabile aspetto di un’EBE di tipo 1 EBE tipo 2) Si tratta di umanoidi bipedi, probabilmente non mammiferi, di altezza compresa tra il metro e il metro e venti, glabri e dal peso fra i 15 e i 30 chilogrammi. Hanno un capo allungato, occhi molto grandi e neri, inclinati e posti lateralmente, privi di cornee. Il naso consiste in due piccoli buchi posti sopra l'orifizio che costituisce la bocca e non hanno orecchie esterne. La pelle è di colorito pallido grigio-bluastro, le braccia sono lunghe, la mani hanno tre dita lunghe e affusolate con un pollice, i piedi sono piccoli e stretti e le quattro dita appaiono collegate da una membrana.
EBE di tipo 2
3. Tecnologia Extraterrestre
L’articolo 11 del SOM descrive sommariamente la tecnologia extraterrestre. Le informazioni raccolte dal governo USA deriverebbero da rapporti preliminari di analisi realizzate sui rottami recuperati in diversi luoghi di caduta di velivoli extraterrestri, fra il 1947 e il 1953. Secondo l’estensore del manuale “L'analisi iniziale dei frammenti dal luogo di caduta sembrano indicare che essi fanno parte di un mezzo extraterrestre esploso dall'interno e venuto in contatto con il suolo con gran forza, distruggendosi completamente”. In questo punto si riscontra una discrasia rispetto a quanto alcuni ricercatori, sulla base di numerose testimonianze di prima mano, hanno appurato: in alcuni casi di UFO crash, il velivolo sarebbe stato recuperato quasi del tutto intatto. I materiali extraterrestri sottoposti a test evidenzierebbero una grande forza e resistenza al calore, in proporzione al peso e alle dimensioni. Il manuale passa quindi alla descrizione dei materiali recuperati
a. La maggior parte del materiale, dall'apparenza di fogli di alluminio o di lastre alluminio-magnesio, non presenta alcuna caratteristica dei suddetti metalli, ed è il più simile invece a qualche tipo sconosciuto di materiale plastico.
b. Strutture solide e travature strutturali di sostegno, presentanti all'apparenza una netta somiglianza con il legno compatto senza fibre, mostrano una estrema leggerezza per quanto riguarda il loro peso e sono caratterizzati da una forza di tensione e compressione non ottenibile con alcun mezzo noto all'industria moderna.
Secondo il documento diversi campioni risulterebbero caratterizzati da incisioni, marchi e simboli, non identificabili. I tentativi delle autorità di decifrarli sarebbero stati infruttuosi. “L'esame dei diversi apparenti mezzi e congegni meccanici ha rivelato poco e nulla circa le loro funzioni o i loro metodi di fabbricazione”. Insomma, gli scienziati americani, in quel periodo storico, avevano ancora capito poco o nulla circa il funzionamento degli UFO
4. Operazioni di recupero
Il capitolo 3 del manuale è dedicato alle “operazioni di recupero”. Le istruzioni, anche in questo caso sono precise e puntuali. Viene subito chiarita la linea politica da adottare in caso di UFO crash: gli UFO non esistono, e chiunque sostiene il contrario, come testimoni o persone comunque informate dei fatti, va screditato agli occhi dell'opinione pubblica, corrotto ed eventualmente minacciato.
L'area dovrà essere chiusa il più rapidamente possibile per evitare che il personale non autorizzato s'infiltri nel luogo. L'ufficiale incaricato deve erigere un perimetro e stabilire un posto di comando all'interno di esso. Il personale avente l'accesso al sito sarà ridotto al minimo strettamente necessario alla preparazione del velivolo o dei rottami per il trasporto, e sarà composto da squadre di sicurezza. Ci si potrà servire delle autorità locali per il controllo del traffico o della folla.
In nessuna circostanza si consentirà al personale o ai funzionari delle forze dell'ordine locali di accedere all'interno del perimetro, e si dovranno prendere tutte le precauzioni necessarie al fine di assicurarsi che essi non interferiscano con l'operazione. Le squadre speciali incaricate della gestione dei materiali alieni e delle entità extraterrestri vengono denominate Red Team ed OPNAC Team.
Molti ricercatori, nel corso degli anni, si sono chiesti il significato dell’acronimo OPNAC. Dopo una lunga ed attenta ricerca penso di essere in grado di individuarne il senso. L’acronimo sta per OPeration NAval Command, un corpo speciale della marina USA. Esso appare nella lista di acronimi in uso presso l’esercito statunitense, nonché in un manuale della marina USA . E’ appena il caso di specificare che la Marina statunitense ha avuto fin dall’inizio l’assoluta priorità nella gestione della questione UFO. Infatti uno dei componenti originali del Majestic12, nonchè primo direttore CIA, era l’Ammiraglio Reale ROSCOE H. HILLENKOETTER. Questo dettaglio è stato confermato da molti “Rivelatori” tra i quali Dan Burich, biologo e capitano della Marina Militare USA! Inoltre la famosa Area 51 in Nevada non è gestita dall’Air Force, come si potrebbe logicamente ritenere, bensì dal Dipartimento Navale, e, a questo punto, il cerchio si chiude! Ho avuto di recente uno scambio di corrispondenza con Ryan Wood, che come detto sopra fa parte del Team di studio impegnato nell’autenticazione dei documenti Majestic 12, il quale si è mostrato entusiasta di questa spiegazione.
Ryan S. Wood
Ryan Wood
L’OPNAC Team sembra rivestire la massima importanza nel complesso ingranaggio dell’Intelligence facente capo al Majestic 12. Ad esso infatti viene affidato il delicatissimo compito degli incontri con le EBE. L’art. 21, della sezione 1, del capitolo 5 del SOM sancisce espressamente che “Tali incontri cadono sotto la giurisdizione di MJ-12 OPNAC BBS-01 e verranno trattati solo da questa unità speciale”. La sigla “BBS” che segue OPNAC parrebbe indicare il quartier generale di tale unità e potrebbe significare "Barking Sands", una base dell’esercito USA localizzata nelle Hawaii e già esistente prima della data riportata nel manuale. Inoltre, essendo ubicata su di un isola, costituiva il luogo ideale per tener relegate lontano da sguardi indiscreti le EBEs recuperate vive.
Il Red Team, composto da personale all’uopo addestrato, entra invece in azione quando il velivolo extraterrestre è funzionante ma appare abbandonato. L’accesso al velivolo alieno è consentito esclusivamente a questa unità speciale. L’art. 14 del SOM dispone inoltre che “velivoli completi o parte di velivoli che fossero troppo grandi per essere trasportati su mezzi coperti, verranno smontati, se questo si può fare facilmente e rapidamente. Qualora dovessero essere trasportati interi, o su rimorchi aperti, essi verranno coperti in modo tale da camuffarne la forma”.
Il manuale prosegue fornendo una classificazione degli incontri con le EBE:
1. Incontri avviati da EBE. In questo caso il contatto viene sollecitato dalle EBE. Gli incontri devono ovviamente avvenire all’interno di installazioni militari o di altre località al riparo da occhi indiscreti. Il fatto che il governo contempli questa possibilità lascia presagire che tali incontri siano già avvenuti all’epoca della redazione del manuale che, già come ricordato, reca la data del 7 aprile 1954. Un possibile contatto di tal tipo potrebbe essere quello presumibilmente avvenuto presso la base di Muroc Field (odierna Base Edwards dell’USAF) il 20 febbraio 1954. In tale data ci sarebbe stato, secondo numerose fonti più o meno attendibili, il primo incontro tra una delegazione di alieni ed i rappresentanti del governo USA. 2. Incontri conseguenti alla caduta di un velivolo. Viene contemplata anche la possibilità di un contatto a seguito di UFO crash dovuto a “cause naturali” o “ad azione militare”. L’ultimo inciso lascia presagire che il qualche occasione l’Air force abbia aperto il fuoco contro un UFO, con risultati che possiamo soltanto immaginare.(2)
Una sezione del manuale che riveste la massima importanza ai fini dell’indagine è quella relativa alla tabella di classificazione della tecnologia extraterrestre. In essa sono indicati i manufatti alieni (e le eventuali EBE recuperate) con relativo codice di identificazione, nonchè la struttura di destinazione. La tabella viene, per comodità, riportata di seguito.
1. Velivolo di manifattura e progettazione extraterrestre integro, operativo, o semi integro. UA-002-6 Area 51 S-4
2. Qualunque meccanismo congegno o macchinario integro elettronico o meccanico che appaia indenne e funzionale. ID-301-F Area 51 S-4
3. Meccanismo Qualunque congegno o macchinario danneggiato elettronico o meccanico che appaia danneggiato ma pressochè completo. DD-303N Area 51 S-4
4. Impianto Congegni e macchinari o frammenti propulsivo che possano essere uniti di propulsione, pannelli e congegni per il controllo del carburante ed associati. PD-40-8G Area 51 S-4
5. Frammenti composti di elementi identificati o materiali facilmente riconoscibili in quanto noti alla scienza e tecnologia attuali, p. es.: alluminio, magnesio, plastica, ecc. IF-101-K Area 51 S-4
6. Frammenti composti di elementi o non identificati o materiali ignoti alla scienza ed alla tecnologia attuali e che mostrino caratteristiche insolite o straordinarie. UF-103-M Area 51 S-4
7. Scorte Materiali non meccanici o non elettronici provviste per il sostentamento, quali vestiario, oggetti personali, sostanze organi- che ingeribili, ecc. SP-331 Laboratorio blu e WP-61
8. Entità o Organismi non umani viventi, apparentemente in buona o discreta salute. L'entità in vita dovrà essere contenuta in attesa dell'arrivo di personale OPNAC. EBE-010 OPNAC BBS-01
9. Entità non Organismi non umani deceduti o porzioni di organismi, resti organici, o altra materia sospetta. Laboratorio blu e WP-61
10. Media Materia stampa, registrazioni elettroniche, mappe, diagrammi, fotografie e film. MM-54A -- KB-88 Edificio 21
11. Armi Qualsiasi congegno o porzione di congegno che si pensa faccia parte di armamenti offensivi o difensivi. WW-010 Area 51 S-4
Come si può notare da una attenta lettura, la tecnologia extraterrestre veniva destinata all’Area 51, Nevada, le EBE decedute ed il materiale organico venivano inviate al “Laboratorio Blu” della base di Wright Patterson mentre, come già visto, le EBE vive erano nella disponibilità dell’ OPNAC Team, presso l’installazione di Barking Sands, Hawaii. Tutti i media (materiale fotografico, filmati, mappe etc.) erano invece destinati all’edificio 21 della base di Kirkland (KB) sita ad Albuquerque, New Messico.
Rarissima foto, inviata da Ryan Wood all’autore del presente articolo, dell’edificio 21(attualmente denominato edificio750) della base di Kirkland
L’art 16 del SOM prevede la possibilità che velivoli extraterrestri possano atterrare o schiantarsi in zone ad alta densità di popolazione, nelle quali la sicurezza, per ovvi motivi, non possa essere efficacemente mantenuta. In tale frangente ampie porzioni della popolazione e la stampa potrebbero costituire dei testimoni indesiderati. In tal ipotesi, il gruppo Majestic avrebbe predisposto un piano di contingenza (MJ-1949-04P/78). Tale piano sarebbe stato attuato, dispone il manuale, nel caso in cui “si dovesse rendere necessaria una pubblica divulgazione”. Esso viene citato anche nel briefing Eisenhower (di cui costituisce un allegato non disponibile) anche se la terza cifra non è identica a quella presente nel SOM (MJ-1949-P48/78).
Purtroppo non vengono specificati i termini del piano di contingenza (3), anche se possiamo senz’altro dedurre che esso era destinato a fornire una versione edulcorata del delicatissimo problema dell’esistenza di vita intelligente extraterrestre. Vi erano (e continuano ad esserci), infatti, alcuni sinistri aspetti del fenomeno che non si prestavano ad una pubblica divulgazione, tra i quali una probabile ostilità dei Visitatori. Esistono infatti prove del fatto che in più occasioni erano stati abbattuti caccia militari a seguito di azioni tese ad intercettare gli UFO. E poi vi era la spinosa questione dei rapimenti di terrestri da parte degli alieni, di cui sicuramente le autorità cominciavano a percepire l’esistenza e la portata. Anche se in un secondo momento, stando a numerose testimonianze, i rapimenti sarebbero stati addirittura effettuati con l’esplicito consenso e sotto la supervisione del governo USA.
Il capitolo 4 del manuale è dedicato alla “RICEZIONE E TRATTAMENTO” dei reperti extraterrestri ed è una puntuale raccolta di istruzioni (con tanto di tabella esplicativa) per l’imballaggio ed il trasporto degli stessi.
L’ultimo capitolo (Guida all’identificazione degli UFOBs) si interrompe bruscamente a pagina 21, ma il manuale, stando al sommario introduttivo ne contiene almeno 37. Segue quindi un’appendice con i testi di riferimento.
Sarebbe stato estremamente interessante leggere le pagine mancanti, perché vi sono contenuti : le possibili origini degli UFO e delle EBE, la lista dei componenti il Majestic12 (conosciamo bene i componenti originali grazie al briefing Eisenhower, ma potrebbero esserci stati altri nomi oltre quelli già noti), fotografie (presumibilmente dei dischi recuperati e delle EBE!).
Il documento esaminato, se autentico, è di capitale importanza per lo studioso in quanto fornisce numerose informazioni, anche particolareggiate, sul problema UFO/alieni negli Stati Uniti degli anni ’50. Come era prevedibile la comunità ufologia si è immediatamente spaccata sulla questione. Fra i più accesi sostenitori dell’autenticità del manuale vi sono il fisico nucleare Stanton Friedman, massimo esperto dell’incidente di Roswell, Timothy Cooper, Ryan e Robert Wood.
I detrattori annoverano tra le loro fila il capitano Kevin Randle (sul quale esprimo le mie riserve, vista la sua passata appartenenza all’Air Force), autore di diversi studi approfonditi su Roswell e il non compianto debunker Philip Klass, che alcuni ritenevano un agente al soldo della C.I.A.
Le principali obiezioni avanzate dagli scettici si possono così riassumere: 1. La non uniformità del SOM1-01 con i documenti classificati emanati dalle agenzie di intelligence tramite ordini presidenziali esecutivi . 2. L'estrema precisione e la dovizia di particolari possono essere interpretate come un tentativo di dare un alone di autenticità ai documenti e non costituiscono assolutamente una prova a favore . 3. Il contenuto del manuale è inappropriato al suo scopo. Un manuale che dovesse servire per illustrare le procedure di recupero di eventuali ufo precipitati non avrebbe alcun bisogno di illustrare la situazione storica degli UFO, né tanto meno gli schemi tecnici dei vari tipi di UFO o addirittura una lista di fenomeni che potessero essere scambiati come un avvistamento UFO . 4. Il manuale tace completamente riguardo le qualifiche del personale e le specifiche dell'equipaggiamento. Tutte cose tipiche di un manuale militare .
In realtà l’equipe di Wood è riuscita a smontare tali obiezioni, dimostrando invece che tutti i termini usati nel documento sono coerenti con la manualistica militare dell’epoca. Inoltre la lista delle referenze (4), riportata alla fine del manuale, è stata puntigliosamente verificata con risultati positivi.
Note
1^ Il manuale adotta il termine UFOBs in luogo di UFO, ed i documenti governativi del 1954 hanno effettivamente usato tale acronimo, seppur per un breve periodo di tempo .
2^ Nel primo capitolo del manuale viene detto espressamente :” Non ci sono stati tentativi da parte di entità extraterrestri, di contattare nostre autorità o di recuperare i loro compagni morti, nonostante uno di tali incidenti sia stato effetto di una diretta azione militare”.
3^ A puro titolo di curiosità, bisogna dire che il rivelatore Bill Cooper, ex ufficiale della Marina Statunitense, in un suo dettagliato rapporto sul Majestic12, diramato in rete negli anni ’90 del XX secolo, accenna anche ad un piano di contingenza del Majestic. Secondo Cooper “questo piano (in caso l’informazione divenisse pubblica o in caso gli alieni tentassero di instaurarsi sulla Terra), mirava a diffondere la notizia che un gruppo terroristico era entrato negli Stati Uniti con armi atomiche, e che i terroristi avevano un piano per far brillare una bomba atomica in una delle città principali. Sarebbe stata dichiarata la legge marziale e tutti gli individui impiantati dagli alieni assieme a tutti i dissidenti, sarebbero stati rinchiusi in campi di concentramento. La stampa, la radio e la TV sarebbero state nazionalizzate e controllate. Chiunque avesse tentato di resistere sarebbe stato arrestato o ucciso”. Un piano alquanto “drastico”, non c’è dubbio!
4^ La pagina 28 del manuale è una lista di referenze. Stanton Friedman, a seguito di una ricerca presso l’archivio dell’esercito a Carlyne Barks, Pennsylvania, ha trovato le copie di alcuni dei documenti declassificati indicati nella lista.