Philae

Da Ufopedia.

L'isola di Philae

Philae (in greco: Φιλαί), conosciuta anche col nome di File, Pilak o P'aaleq (in egiziano: posto remoto o la fine, o ancora l'isola ad angolo) o in arabo: Anas el Wagud, è un'isola che si trova lungo il corso del Nilo; qui anticamente si trovava un complesso di templi, che oggi si trova sulla vicina isola di Agilika. Nel 1979 il complesso di templi di Philae è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Indice

Le isole

Philae è citata da numerosi autori dell'antichità, fra cui Strabone, Diodoro Siculo, Claudio Tolomeo, Seneca e Plinio il Vecchio e rappresentava, come lascia intuire il nome latino al plurale, la denominazione con cui si indicavano due piccole isole situate nei pressi della cataratta di Assuan. Di queste due isole la più piccola, oggi chiamata col nome di Philae che un tempo era il nome di entrambe, è la più interessante. Essa è lunga meno di 400 metri e larga poco più di 100, con rive scoscese e probabilmente rese così artificialmente dall'uomo; sulla sua cima era stato costruito un alto muro che la percorreva per tutta la sua lunghezza.

Poiché era ritenuta uno dei luoghi di sepoltura di Osiride, Philae era sacra sia per gli egiziani che per gli etiopi ed era ritenuto sacrilego avvicinarvisi per chiunque non fosse un sacerdote (per questa ragione era chiamata anche l'inavvicinabile). Col passare dei secoli la situazione cambiò, tanto che nel II secolo a.C. Philae era divenuta uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio dell'antico Egitto e i sacerdoti mandarono una petizione al sovrano Tolomeo VIII per chiedere che venisse posto un freno alla situazione. L'obelisco su cui questa petizione venne scolpita fu portato in Inghilterra e, insieme alla stele di Rosetta, servì per decifrare i geroglifici egiziani.

L'isola era importante anche come punto di traffico commerciale fra l'Egitto e l'Etiopia, poiché le cataratte erano spesso impraticabili e le merci erano costrette a viaggiare via terra: nel loro viaggio verso sud esse venivano sbarcate a Philae e reimbarcate ad Assuan, una volta superato il dislivello della cateratta, mentre l'opposto avveniva per il viaggio da sud a nord.

La posizione di Philae è molto prossima al Tropico del Cancro, il che fa sì che le ombre proiettate dai suoi templi divenissero sempre più corte man mano che passavano i giorni fino a che il sole non raggiungeva il punto più alto in cielo (al solstizio d'estate): al mezzogiorno di questo giorno le ombre erano praticamente inesistenti.

Il Chiosco di Traiano all'interno del tempio di Philae

La costruzione

Le isole sono famose per le architetture che ospitano, monumenti di epoche molto diverse fra loro che vanno dai faraoni ai Cesari e che occupano quasi tutta l'area disponibile. Le strutture principali si trovano nella parte meridionale dell'isola più piccola. Di queste, quella più antica è il tempio di Hathor, eretto durante il regno di Nectanebus.

Altre strutture risalgono ai regni dei tolemaici del III e II secolo a.C. (soprattutto Tolomeo II, Tolomeo V e Tolomeo VI), anche se riportano numerose tracce di influenze romane; esse erano dedicate ad Amon-Ra e vi si entrava tramite un doppio colonnato. Di fronte al tempio si trovavano due colossali statue di leoni in granito, dietro cui si elevavano due obelischi alti 16 metri. I propilei erano di forma piramidale e di dimesioni colossali. All'interno si trovano alcuni templi più piccoli, con mura ricoperte di iscrizioni e immagini delle divinità cui le strutture rano dedicate.

Molte delle rappresentazioni artistiche che si trovano a Philae risalgono ad un'epoca di molto posteriore alla fine del regno egiziano, fino al 30 a.C., il che testimonia della sopravvivenza dell'arte egizia secoli dopo che l'ultimo faraone aveva cessato di regnare. Molte di queste sculture sono state successivamente mutilate, probabilmente da parte dei primi cristiani e da parte degli Iconoclasti.

Storia

L'antico nome dell'isola minore era Philak, o "confine". Poiché rappresentava la frontiera meridionale del regno, i Faraoni tennero qui una forte guarnigione militare; per la stessa ragione, un analogo comportamento venne tenuto sia dai Macedoni che dai Romani.

Il complesso di templi dell'isola venne edificato nell'arco di circa tre secoli. Le principali divinità cui esso era dedicato sono Iside, Horus e Hathor. Il tempio venne ufficialmente chiuso nel VI secolo dall'imperatore bizantino Giustiniano, l'ultimo tempio pagano che ancora esisteva nel mondo mediterraneo. Alcune delle strutture vennero riconvertite per essere usate come luogho di culto cristiano, fino alla loro definitiva chiusura in seguito all'invasione araba del VII secolo.

Nel XIX secolo Philae beneficiò della riscoperta da parte degli studiosi britannici che studiavano l'antico Egitto, e ben presto vi si sviluppò il turismo.

La diga di Assuan

Nel 1902 venne completata la diga di Assuan e molti monumenti antichi, fra cui Philae, rischiavano di essere sommersi dalle acque del Nilo. La diga venne alzata per due volte, fra il 1907 e il 1912 e fra il 1929 e il 1933, il che causò la quasi scomparsa dell'isola di Philae: i templi restavano fuori dall'acqua solo quando le chiuse erano aperte, fra luglio ed ottobre. Benché gli edifici fossero molto resistenti e non corressero alcun pericolo, la vegetazione dell'isola e i colori dei bassorilievi dei templi, conservatisi quasi integri per millenni, vennero spazzati via dalle acque del Nilo. Ben presto inoltre i mattoni dei templi si incrostarono del limo portato dal grande fiume.

Negli anni sessanta l'UNESCO decise di spostare la maggior parte dei monumenti in pericolo in luoghi più sicuri. Il complesso di templi di Philae venne spostato, mattone per mattone, ad Agikai, a 550 metri di distanza, dove si trova ancora oggi. Il progetto richiese 3 anni di lavoro, fra il 1977 e il 1980.

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