Archeoastronomia

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Stonehenge

L'archeoastronomia è, come lascia intendere il nome, la combinazione degli studi astronomici e archeologici. Precisamente include le intersezioni tra le due scienze.
Un aspetto dell'archeoastronomia è l'uso di documentazione storica, precedente all'origine della moderna disciplina astronomica, per studiare eventi astronomici passati. Può comportare anche l'uso di conoscenze astronomiche attuali per favorire una migliore comprensione della documentazione storica. Le due discipline interagiscono in modo costruttivo.

Un esempio del primo genere di archeoastronomia è lo studio della vasta documentazione di "stelle ospiti" dell'antica Cina. Le "stelle ospiti" erano oggetti simili a stelle che apparivano nel cielo, erano di grande interesse per gli osservatori dell'antica Cina e spesso furono registrate dettagliatamente. Questi eventi sono stati associati con molti fenomeni transitori, come comete, nove, e soprattutto, supernove.

Un esempio del secondo genere di archeoastronomia è lo studio degli allineamenti solari, lunari, e stellari dei monumenti storici. Molte scoperte archeoastronomiche sono state fatte sul fatto che Stonehenge rappresenti un antico "osservatorio astronomico", sebbene l'ambito del suo utilizzo è ancora oggetto di disputa. Certamente Stonehenge - e molti altri monumenti antichi - è allineato con i punti particolarmente significativi di solstizi ed equinozi. In area mediterranea risalta invece l'acropoli di Alatri, la cui forma ricalca alla perfezione la costellazione dei Gemelli al momento del solstizio d'estate. Ipotesi simili sono state fatte sulla Grande Piramide di Giza, che sarebbe allineata con le stelle nella cintura di Orione, rispecchiando il significato assegnato a quella costellazione dagli antichi egizi.

Le tre piramidi di Giza

Durante gli anni sessanta, Alexander Thom fece una minuziosa ricerca sui monumenti megalitici in Gran Bretagna, e pubblicò i risultati in "Megalithic sites in Britain" (Oxford, 1967). Oltre che presentare la sua teoria della iarda megalitica, argomentò anche, con dati statistici, che la gran parte dei monoliti in Britannia sono orientati in modo da poter essere usati come calendari. A suo avviso i monumenti indicano punti sull'orizzonte dove il Sole, la Luna e le principali stelle sorgono agli estremi stagionali come il solstizio d'estate, solstizio d'inverno e gli equinozi.

Spesso si trovano nei libri di archeoastronomia affermazioni che vorrebbero dimostrare come i popoli antichi avessero conoscenze scientifiche molto più avanzate di quelle a loro normalmente attribuite. La maggior parte delle volte si segue lo schema di "analizzare" un monumento antico, come il Partenone o una delle Piramidi di Giza, trovando che, per esempio, la lunghezza del monumento in centimetri è uguale al raggio del pianeta in km, o cose simili. Tale approccio è fuorviante dato che, essendoci moltissimi numeri importanti nelle varie scienze (astronomia, chimica, geofisica, ecc.), è sempre possibile trovare qualcosa di almeno vagamente somigliante ad un risultato qualsiasi. Per esempio, alcuni scienziati hanno provato ad analizzare nello stesso modo un chiosco per gelati, riuscendo a dimostrare che la larghezza del chiosco era una frazione ben precisa della distanza Terra-Sole.

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