Archeologia subacquea

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L’'''archeologia subacquea''', a circa sessant’anni dalla nascita, sta vivendo una tappa importante della sua evoluzione. Lo sviluppo delle conoscenze, sia nel campo della tecnica e dei materiali, quanto in quello della fisiologia,  ha consentito il raggiungimento di quote, progressivamente più impegnative, inimmaginabili sino a pochi anni fa. Di conseguenza, il confronto con relitti sempre più profondi è divenuto tale che, lì dove la tecnica dell’immersione umana non è ancora giunta, ma dove arrivano batiscafi o veicoli subacquei filoguidati, è oramai possibile rilevare, documentare e recuperare giacimenti, relitti e reperti, a quote praticamente abissali. Questa affascinante scienza, che spesso viene erroneamente confusa con il solo recupero di antichi oggetti sommersi, è costituita da specifiche fasi, metodi, mansioni, materiali, attrezzature e normative.
L’'''archeologia subacquea''', a circa sessant’anni dalla nascita, sta vivendo una tappa importante della sua evoluzione. Lo sviluppo delle conoscenze, sia nel campo della tecnica e dei materiali, quanto in quello della fisiologia,  ha consentito il raggiungimento di quote, progressivamente più impegnative, inimmaginabili sino a pochi anni fa. Di conseguenza, il confronto con relitti sempre più profondi è divenuto tale che, lì dove la tecnica dell’immersione umana non è ancora giunta, ma dove arrivano batiscafi o veicoli subacquei filoguidati, è oramai possibile rilevare, documentare e recuperare giacimenti, relitti e reperti, a quote praticamente abissali. Questa affascinante scienza, che spesso viene erroneamente confusa con il solo recupero di antichi oggetti sommersi, è costituita da specifiche fasi, metodi, mansioni, materiali, attrezzature e normative.
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L’amore per la (ri)scoperta del passato, l’emozione per il rinvenimento di un reperto e la conseguente appassionata opera di ricostruzione e contestualizzazione storica del ritrovamento, necessitano anche di ogni sforzo teso alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. L’archeologia subacquea, pur ispirata dalle medesime regole che operano in quella terrestre, proprio a causa del diverso elemento nel quale l’operatore esplica l’attività – sott’acqua – comporta difficoltà particolari, tali da rendere problematico ogni intervento di studio, gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio subacqueo ed anche per questo va considerata come scienza autonoma.
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L’amore per la (ri)scoperta del passato, l’emozione per il rinvenimento di un reperto e la conseguente appassionata opera di ricostruzione e contestualizzazione storica del ritrovamento, necessitano anche di ogni sforzo teso alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. L’archeologia subacquea, pur ispirata dalle medesime regole che operano in quella terrestre, proprio a causa del diverso elemento nel quale l’operatore esplica l’attività – sott’acqua – comporta difficoltà particolari, tali da rendere problematico ogni intervento di studio, gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio subacqueo ed anche per questo va considerata come scienza autonoma [1].
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Per un approccio introduttivo si rimanda a V. FRONZONI, ''Archeologia subacquea e Tutela del patrimonio culturale'', in “Quaderni del mare”, n. 3, ed. “Centro Studi Tradizioni Nautiche”, Napoli, 2006.
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Interessante l'articolo del Professor Purpura<ref>{{cita web
Interessante l'articolo del Professor Purpura<ref>{{cita web

Versione delle 11:29, 25 ott 2010

L'archeologia subacquea è una branca dell'archeologia che racchiude diversi campi di interesse:

L’archeologia subacquea, a circa sessant’anni dalla nascita, sta vivendo una tappa importante della sua evoluzione. Lo sviluppo delle conoscenze, sia nel campo della tecnica e dei materiali, quanto in quello della fisiologia, ha consentito il raggiungimento di quote, progressivamente più impegnative, inimmaginabili sino a pochi anni fa. Di conseguenza, il confronto con relitti sempre più profondi è divenuto tale che, lì dove la tecnica dell’immersione umana non è ancora giunta, ma dove arrivano batiscafi o veicoli subacquei filoguidati, è oramai possibile rilevare, documentare e recuperare giacimenti, relitti e reperti, a quote praticamente abissali. Questa affascinante scienza, che spesso viene erroneamente confusa con il solo recupero di antichi oggetti sommersi, è costituita da specifiche fasi, metodi, mansioni, materiali, attrezzature e normative. L’amore per la (ri)scoperta del passato, l’emozione per il rinvenimento di un reperto e la conseguente appassionata opera di ricostruzione e contestualizzazione storica del ritrovamento, necessitano anche di ogni sforzo teso alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. L’archeologia subacquea, pur ispirata dalle medesime regole che operano in quella terrestre, proprio a causa del diverso elemento nel quale l’operatore esplica l’attività – sott’acqua – comporta difficoltà particolari, tali da rendere problematico ogni intervento di studio, gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio subacqueo ed anche per questo va considerata come scienza autonoma [1].

Interessante l'articolo del Professor Purpura[1] sull'unità dell'Archeologia nel quadro dell'indagine storica e sulla specificità dell'Archeologia subacquea, che non deve essere ridotta ad una particolare tecnica d'indagine.

Note

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