Buddha eterno

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[[Sutra del Loto: XVI capitolo|Nel XVI capitolo del ''Sutra del Loto'']], il [[ Buddha Śākyamuni]] interrogato dal ''[[bodhisattva]]'' [[Maitreya]] durante l'assemblea di [[ Gṛdhrakūṭa]] sostiene che egli da sempre ha raggiunto l'illuminazione e da sempre si attiva in pratiche ''[[bodhisattva|bodhisattviche]]'' affinché gli [[esseri senzienti]] si possano salvare raggiungendo la ''[[bodhi]]''.
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:« ''I [[deva]], gli uomini e gli [[asura]] di ogni mondo credono che il [[Buddha Śākyamuni]] dopo essersi allontanato dal clan degli Śākya, si sia seduto sull'eccelso e sublime seggio del [[bodhi|risveglio]] nei pressi della città di Gayā. Ma non è così accaduto. Figli nobili, sono in realtà trascorsi innumerevoli, infiniti, centinaia di migliaia di miriadi di milioni di ''[[nayuta]]'' di ''[[kalpa]]'' da quando ho conseguito lo stato di ''[[Buddha]]''.'' »
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Ne consegue che il Buddha storico Śākyamuni (''nirmāṇakāya'') identificandosi con la sua dottrina eterna (''dharmakāya'') diviene:
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{{q|Il Buddha Śākyamuni eterno possiede le caratteristiche del ''[[saṃbhogakāya]]'', è sia universale che concreto. Il Buddha Śākyamuni eterno  non si limita ad essere meramente il ''dharmakāya''. Piuttosto, è puramente infinito ma ha il sapore di una durata della vita finita.|[[Michio T. Shinozaki]]. ''Op.cit.'', pag.88}}
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:« ''Il Buddha Śākyamuni eterno possiede le caratteristiche del [[saṃbhogakāya]], è sia universale che concreto. Il Buddha Śākyamuni eterno  non si limita ad essere meramente il dharmakāya. Piuttosto, è puramente infinito ma ha il sapore di una durata della vita finita.'' »
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<small>[[Michio T. Shinozaki]]. ''Op.cit.'', pag.88</small>
Il Buddha Śākyamuni eterno non va in alcun modo confuso con il Dio delle religioni monoteistiche <ref>Cfr. Michio T. Shinozaki. ''Op.cit.'' pag.88-9; Yoshiro Tamura. ''The Lotus Sūtra''; tr.ingl. di [[Gene Reeves]], Michio T. Shinozaki, Chuo Koron shuppannsha, Tokyo 1969, pag.93 </ref> esso è la manifestazione del ''[[Dharma]]'' e quindi non implica una eternità che non muta mai quanto piuttosto una durata eternamente dinamica. Tale dinamismo fa sì che il Buddha Śākyamuni eterno  si rivela nella continua pratica dei ''[[bodhisattva]]''.
Il Buddha Śākyamuni eterno non va in alcun modo confuso con il Dio delle religioni monoteistiche <ref>Cfr. Michio T. Shinozaki. ''Op.cit.'' pag.88-9; Yoshiro Tamura. ''The Lotus Sūtra''; tr.ingl. di [[Gene Reeves]], Michio T. Shinozaki, Chuo Koron shuppannsha, Tokyo 1969, pag.93 </ref> esso è la manifestazione del ''[[Dharma]]'' e quindi non implica una eternità che non muta mai quanto piuttosto una durata eternamente dinamica. Tale dinamismo fa sì che il Buddha Śākyamuni eterno  si rivela nella continua pratica dei ''[[bodhisattva]]''.

Versione delle 20:30, 9 apr 2012

Il Buddha Śākyamuni in una immagine coreana.
Un antico dipinto cinese, rinvenuto nelle Grotte di Yulin nei pressi di Dunhuang, che rappresenta il dialogo tra il Buddha Śākyamuni e il Buddha Prabhūtaratna riportato nel Sutra del Loto.

La nozione del Buddha eterno (lingua cinese 本佛 běnfó; lingua giapponese honbutsu; lingua coreana 본불 bonpul o ponpul; lingua vietnamita bản phật) è una dottrina buddhista mahāyāna presentata per la prima volta nel XVI capitolo del Sutra del Loto e ripresa, successivamente, anche nel Mahāyāna Mahāparinirvāṇasūtra.

Nel XVI capitolo del Sutra del Loto, il Buddha Śākyamuni interrogato dal bodhisattva Maitreya durante l'assemblea di Gṛdhrakūṭa sostiene che egli da sempre ha raggiunto l'illuminazione e da sempre si attiva in pratiche bodhisattviche affinché gli esseri senzienti si possano salvare raggiungendo la bodhi.

« I deva, gli uomini e gli asura di ogni mondo credono che il Buddha Śākyamuni dopo essersi allontanato dal clan degli Śākya, si sia seduto sull'eccelso e sublime seggio del risveglio nei pressi della città di Gayā. Ma non è così accaduto. Figli nobili, sono in realtà trascorsi innumerevoli, infiniti, centinaia di migliaia di miriadi di milioni di nayuta di kalpa da quando ho conseguito lo stato di Buddha. »

Sutra del Loto, XVI

Michio T. Shinozaki [1] evidenzia come tale dottrina sia strettamente correlata a quella del Trikāya identificando nel Buddha Śākyamuni:

Ne consegue che il Buddha storico Śākyamuni (nirmāṇakāya) identificandosi con la sua dottrina eterna (dharmakāya) diviene:

« Il Buddha Śākyamuni eterno possiede le caratteristiche del saṃbhogakāya, è sia universale che concreto. Il Buddha Śākyamuni eterno non si limita ad essere meramente il dharmakāya. Piuttosto, è puramente infinito ma ha il sapore di una durata della vita finita. »

Michio T. Shinozaki. Op.cit., pag.88

Il Buddha Śākyamuni eterno non va in alcun modo confuso con il Dio delle religioni monoteistiche [2] esso è la manifestazione del Dharma e quindi non implica una eternità che non muta mai quanto piuttosto una durata eternamente dinamica. Tale dinamismo fa sì che il Buddha Śākyamuni eterno si rivela nella continua pratica dei bodhisattva.

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Secondo Bunsaku Kurata e Yoshiro Tamura: Template:Q

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L'eternità del Buddha, in questa dottrina, non è quiete perenne ma eterna attività bodhisattvica frutto della profonda compassione del Buddha nei confronti degli esseri senzienti.

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Quindi se già nel Buddhismo dei Nikāya e in quello Mahāyāna si trova espresso il principio dell’unità della persona illuminata (il Buddha) e del Dharma: Template:Q tale principio di unità (in lingua giapponese 人法一箇 ninpō-ikka) viene riaffermato allo stesso modo con riferimento al Sutra del Loto, ovvero che la persona e il Dharma si fondono nell’illuminazione, essendo il Dharma sia fondamento dell’Universo sia fondamento dell’essere umano.
I due Buddha (Śākyamuni e Prabhūtaratna) presenti insieme nell'XI capitolo del Sutra del Loto rappresentano l’unità dell’aspetto soggettivo e dell’aspetto oggettivo della "mistica Legge" (Dharma): "Legge" “incarnata” nel Buddha e Buddha “incarnato” nella (e quindi “configurante” la) "Legge" quindi Dharma incarnato nel Buddha e Buddha “indharmato” nel Dharma e, come tale, Buddha eterno.

Note

  1. Michio T. Shinozaki. I tre gioielli buddhisti nella concezione del Sutra del Loto. In Sūtra del Loto. Un invito alla lettura (a cura di Maria Immacolata Macioti). Milano, Guerini Studio, 2001, pag. 87 e segg.
  2. Cfr. Michio T. Shinozaki. Op.cit. pag.88-9; Yoshiro Tamura. The Lotus Sūtra; tr.ingl. di Gene Reeves, Michio T. Shinozaki, Chuo Koron shuppannsha, Tokyo 1969, pag.93
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