Insettoidi

Da Ufopedia.

Una rappresentazione di un Insettoide
Una rappresentazione dei cosiddetti "grigi"
Una mantide religiosa nostrana
La costellazione dello Scorpione
La costellazione della Vergine
Zeta Reticuli nella costellazione del Reticolo.

Gli Insettoidi (derivati dall’evoluzione non lineare della genetica degli insetti) o i Mothman (letteralmente, Uomo Falena) sono razze con frequenza di avvistamento minore sulla Terra, ma non meno inquietante. Sono umanoidi anche se con grossi occhi e antenne sporgenti. Tranne i Grigi, non appartengono alla Fratellanza Oscura o all'Impero di Orione ma formano una popolazione a parte.

Il caso più famoso di un avvistamento di un insettoide è avvenuto in U.S.A. a metà del secolo scorso, in cui la creatura venne successivamente chiamata l'uomo falena.

Nella Classificazione Steiger corrisponderebbero ad alieni di tipo Delta.

Un tipo di insettoidi (ma che sono affiliati o all'Impero di Orione o all'Impero draconiano) sono i Grigi.

Le mantidi sembra abbiano avuto connessioni con gli ebrei (e quindi probabilmente con gli anunnaki).

Vedi la voce Insetti in Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Insecta

Indice

Da bibliotecapleyades

Lo Scorpione nella Mitologia

Selkis (o anche Serket, Selqet, Selket, Selkit, Serqet) era, nella religione egizia, la dea scorpione della magia, dea funeraria insieme a Iside, Nefti e Neith, aveva il compito di proteggere uno dei vasi canopi: Qebeshenuf, dalla testa di falco, che conteneva gli intestini.

Veniva rappresentata con l’immagine stilizzata di un pungiglione di scorpione sul capo, più raramente con l'immagine di un scorpione con il volto da donna e nella sfera medica, proteggeva dalla puntura dello scorpione, degli insetti velenosi e dei serpenti.

La dea, inoltre, veniva associata alla costellazione dello Scorpione, tanto che nel Libro dei Morti degli antichi egizi, molte delle creature celesti cercavano di ostacolare il viaggiatore in tutti i modi; ad esempio, cercando di rubare al morto il testo senza il quale egli sarebbe perduto, e la loro condotta, da come era descritta nei testi sull’Aldilà, risultava nel complesso strana.

Così, nel capo.32 del Libro dei Morti, il coccodrillo dell’Ovest fu accusato di aver divorato certe stelle, ma l’Anima ben premunita sapeva come affrontare i mostri celesti e il viaggiatore si rivolse, quindi, al coccodrillo del Nord con queste parole:

“Va indietro, perché la dea Selkis è dentro di me e io non l’ho ancora data alla luce”.

Ma Selkis, situata al di sopra della coscia del Toro rappresentava un opposizione anche al perpetuo centro dell’attenzione Sirio/Sothis.

Addirittura nell’epopea di Gilgames, Enkidu malato e in preda alle allucinazioni, la considerava una “puttana”, madre di sette figli con i quali intratteneva con essi rapporti sconvenienti. Originariamente, la parte di cielo che ci è nota come Bilancia era infatti occupata dalle chele dello Scorpione, infatti i Greci chiamavano questa zona Chelai (in latino Chelae), che significa appunto «chele», una identificazione che perdura nei nomi delle singole stelle della Bilancia.

Oggi, a separazione avvenuta, la Bilancia è una costellazione appena più grande dello Scorpione, ma molto meno visibile. L'influenza di tale non separazione dei due segni zodiacali si trova riflessa in alcune raffigurazioni basate sulle opere astronomiche degli autori greci antichi. Gemino, scrittore che fiorì verso l'80 a.C., fu il primo che distinse il settimo segno zodiacale, utilizzando il termine Zugos, tradotto poi da Cicerone come Jugum.

Il termine Libra fu formalmente adottato dai Romani nel Calendario giuliano. Nella mitologia questa figura mitica risultava essere lo scorpione che punse a morte Orione il cacciatore, per quanto ci siano resoconti diversi a riguardo delle circostanze in cui ciò avvenne.

Eratostene ne offre due versioni, nella sua descrizione dello Scorpione dice che Orione cercò di violentare Artemide, la dea della caccia, e che lei mandò lo scorpione a colpirlo, una versione che è sostenuta da Arato di Soli. Ma quando parla di Orione, Eratostene dice che la Terra mandò lo scorpione a pungere Orione dopo che lui si era vantato di potere uccidere qualsiasi animale selvaggio.

Anche Igino riporta entrambe le storie, mentre Arato dice che la morte di Orione avvenne sull'isola di Chio, ma Eratostene e Igino la fanno accadere a Creta: in entrambi i casi, la morale è che Orione fu punito per la sua tracotanza.

Sembra che questo sia uno dei miti greci più antichi e che la sua origine potrebbe derivare semplicemente dalla sua posizione nel cielo, dato che le due costellazioni sono sistemate una di fronte all'altra in modo che Orione tramonta mentre il suo conquistatore, lo scorpione, sorge. Ma in realtà la costellazione è molto più vecchia dei Greci stessi, poiché i Sumeri la conoscevano come GIR-TAB, lo Scorpione, più di 5000 anni fa.

Lo Scorpione effettivamente assomiglia a uno scorpione vero e proprio, soprattutto nel particolare della disposizione ricurva delle stelle che formano la coda, con il pungiglione sollevato pronto a colpire, tanto che le vecchie carte celesti mostrano un piede di Ofiuco che goffamente si sovrappone al corpo dell'animale.

La costellazione dello Scorpione

Lo Scorpione (in latino Scorpius, abbreviato in Sco) è una costellazione dello zodiaco e si trova tra la Bilancia ad ovest e il Sagittario ad est.

L'eclittica transita solo nella parte superiore della costellazione, entrando nell'Ofiuco prima di arrivare al Sagittario, ma essendo una delle più brillanti costellazioni del cielo, si individua con estrema facilità ed è uno dei principali riferimenti nel cielo stellato. Lo Scorpione non è una costellazione particolarmente estesa, ma contiene una disposizione di stelle luminose che ben ricordano la figura di uno scorpione, inoltre, si trova vicino al centro della Via Lattea, il quale ricade tra le costellazione dell'Ofiuco e del Sagittario.

La sua stella più appariscente è la rossa Antares, il cuore dello scorpione e la costellazione, possiede, inoltre, il più alto numero di stelle di magnitudine più brillante di 3,0.

La costellazione si snoda poi verso sudest rispetto ad Antares, dapprima con una concatenazione di stelle di seconda e terza grandezza e poi con un gruppo più raccolto nella parte più meridionale, in sovrapposizione con uno dei tratti più brillanti della Via Lattea. Lo sfondo dell'intera costellazione ad occhio nudo appare molto ricca di stelle, grazie alla presenza di alcune associazioni di stelle giovani relativamente vicine a noi.

Lo Scorpione è una costellazione dell'emisfero australe, dalle regioni europee è osservabile per intero solo dalle coste mediterranee, ossia a partire dal 45º parallelo nord. Nell'emisfero australe invece è ben visibile per gran parte dell'anno, i mesi migliori per la sua osservazione comunque sono quelli che corrispondono all'estate boreale, da maggio ad agosto.

Nell'emisfero nord è una delle più tipiche figura dei cieli estivi, tanto che il suo tramontare subito dopo il tramonto del Sole indica che l'estate volge al termine. Grazie alla sua posizione sovrapposta alla Via Lattea, il cui centro ricade poco distante, questa costellazione comprende molti oggetti del profondo cielo, concentrati in particolare nella parte sud-orientale.

Tra gli ammassi aperti, uno dei più luminosi è M7, ben visibile anche ad occhio nudo, è formato da un gran numero di stelle a partire dalla sesta magnitudine, un altro ammasso ben noto, a breve distanza, è il denominato Farfalla, (M6), più piccolo del precedente, ma visibile anch'esso ad occhio nudo e risolvibile con facilità.

Di grande importanza è NGC 6231, posto nella parte più meridionale della costellazione, che risulta collegato anche ad altri ammassi aperti vicini, tutti visibili ad occhio nudo come un'unica macchia chiara allungata da nord-est a sud; si tratta in realtà di una vasta e brillante associazione OB, nota come Scorpius OB1, posta nel cuore del Braccio del Sagittario, il braccio di spirale galattico subito più interno al nostro.

Un altro ammasso aperto, NGC 6124, si trova poco ad ovest di questo sistema, vicino al confine con il Regolo. M80 è un altro ammasso globulare, meno esteso in dimensioni apparenti, ma più concentrato, visibile pochi gradi più a nord, mentre tra le nebulose planetarie, la più brillante è la Nebulosa Farfalla (NGC 6302) una nebulosa bipolare dalla forma molto complessa.

Un grande complesso di nebulose diffuse circonda il gruppo di stelle della testa, da Graffias fino ad Antares, questo sistema, noto come IC 4606, si estende anche al di fuori dello Scorpione, andandosi a congiungere con un altro sistema di nebulose oscure ben visibili come macchie d'ombra sul chiarore della Via Lattea nella costellazione dell'Ofiuco.

Lo Scorpione contiene anche alcune stelle con un sistema planetario conosciuto ma molto remote, alcune situate proprio nel bulge galattico, fra queste vi sono OGLE-2005-BLG-071L e OGLE-2005-BLG-390L, probabilmente delle nane rosse, la prima con un gigante gassoso e la seconda con una super Terra.

PSR B1620-26 è invece una pulsar situata all'interno dell'ammasso globulare M4, che possiede un pianeta, soprannominato "Matusalemme", con una massa doppia rispetto a quella di Giove.

Il Sistema Solare e il pianeta nel quale vivono

Dalle informazioni raccolto sino ad oggi nelle nostre ricerche, sappiamo che il loro sistema solare è formato da 4 pianeti interni di tipologia terrestre:

Infine, si trova un gigante gassoso grande il doppio di Giove, un pianeta molto instabile, probabilmente una stella nana mancata, mentre oltre la “fascia interna” se ne trova un’altra, ma formata da asteroidi e planetoidi di varia grandezza, composizione e forma.

Data la mole del gigante gassoso, molti asteroidi vengono assorbiti dalla forza magnetica provocando spettacolari impatti sul pianeta gigante, rendendolo ancora più instabile. Il terzo pianeta è unico e particolare, anch'esso come il pianeta delle Mantidi non ha grandi formazioni geologiche, quanto piuttosto è per la maggior parte pianeggiante, ricoperto per il 90 % di acqua dolce e di una fitta foresta pluviale (il restante 10 % è solo di terre emerse); su questo pianeta la vita si è sviluppata maggiormente, non solo per varietà e complessità della flora, ma anche della fauna.

La razza delle Mantidi vive su un pianeta semiarido, una sorta di mondo simile al nostro deserto del Sahara o i deserti americani, molto secco, con poche zone umide, dove ai poli continua questa aridità ma ovviamente molto più fredda (anche se non c’è del ghiaccio, salvo in minuscole quantità).

Ancora sconosciuto è il nome del pianeta e del sistema solare, del loro sole e della costellazione in cui si trovano, anche se recenti ricerche fanno presumere che si trovi tra le stelle della Costellazione dello Scorpione, mentre da altre fonti è emerso il nome di quello della Vergine.

Le informazioni pervengono in una lingua incomprensibile e che la nostra mente non riesce a tradurre con facilità, quindi la maggior parte delle conoscenze che abbiamo sono state decifrati tramite immagini e visioni, piuttosto che in dati. Il pianeta dove vivono è pianeggiante con poche catene montuose degne di nota, esistono anche delle particolari forme di vita vegetali, ma sono molto sporadiche e che sopravvivono grazie al terreno alcalino nel quale è presente molta salinità.

A quanto pare, anticamente il pianeta era ricoperto di acqua salato/acida, lentamente si è poi prosciugata a causa di una attività intensa del sole (molto più grande del nostro), molta acqua è evaporata, rendendo molto più densa l’atmosfera, mentre moltissima è penetrata nel terreno scendendo a grandi profondità, dove ancora si riesce a trovare.

Per sopravvivere non necessitano di molta acqua, piuttosto di sale che trovano in quantità enormi su tutto il pianeta, mentre, quando ne hanno bisogno in eccesso o scarseggia, la prelevano dal terzo pianeta, come sappiamo completamente ricoperto d'acqua e da una folta vegetazione, dal quale la trasportano con apposite astronavi cisterna. La storia del pianeta delle Mantidi è molto antica e complessa, all'inizio il loro sole, più grande quasi di un terzo del nostro, permise uno sviluppo consistente tanto da ricoprirlo quasi interamente di acqua salata, contenuta in vastissimi oceani.

A seguito dell'instabilità dell’astro, causata anche dalla particolare formazione del nascente sistema solare, il pianeta si surriscaldò, creando un effetto serra simile a quello che si pensa sia avvenuto su Venere, ma permettendo al pianeta di restare caldo il giusto per la sopravvivenza di forme di vita. Grazie alla massiccia evaporazione di acqua, l'atmosfera si fece più densa e spessa, senza contare che la grandezza del pianeta stesso e la sua durata giornaliera di ben 46 ore, permise un equilibrio nel perpetuarsi della vita.

Tantissima altra acqua, fu invece assorbita dal terreno anche a grandi quantità, in parte restando liquida, in altre a causa dell'evaporazione, creando vasti giacimenti di sale. L'unica forma di vita che sopravvisse è quella delle Mantidi (un tempo esseri acquatici, poi evoluti in terrestri con una sorta di ciclo biologico dilatato in milioni di anni, simile a quello che in piccolo avviene con la zanzare tra il passaggio larvale in acqua, sino alla maturazione completa nell'aria).

Esistono anche altre forme di vita, sopratutto vermi di varia grandezza e tipologia che vivono sotto il suolo e che spesso infestano i tunnel o gli agglomerati in cui vivono le Mantidi.

Come scritto in precedenza vi si trovano pochissime forme vegetali, sopravvissute e che un tempo erano forme di vita acquatiche (alghe), che si sono adattate al nuovo clima e che vivono sfruttando, come le Mantidi, i principi nutritivi del terreno alcalino, ricco di sale. Il pianeta ha un sistema meteorologico relativamente stabile e poco complesso, si può dire che non ci sono eventi estremi, ma generalmente quieti.

Essendo molto più grande del nostro, ha un sistema di correnti d'aria unidirezionali, che cambia ai poli in modo concentrico. Il risultato è che metà pianeta rimane ricoperto da una coltre di nubi che si sposta lentamente per centinaia di chilometri il giorno, mentre l'altra metà risulta sgombra. La zona di formazione massima dei sistemi nuvolosi è l'equatore del pianeta, ovviamente regione più calda del pianeta, e da questa fascia si formano altre nubi che seguono le correnti verso nord (e speculari verso sud), che unite alle altre, si spostano poi per tutto il pianeta.

Da queste nubi cadono delle leggerissime piogge e l'acqua di cui sono formate è molto acida, pertanto, durante il moto di questo gigantesco e compatto sistema nuvoloso su tutto il pianeta, una fascia trasversale del pianeta, che dall'equatore va in direzione verso nord e nell'altro emisfero verso sud, viene bagnata da questa pioggia e che una volta caduta a terra, da vita ad uno spettacolo a dir poco incredibile.

Questa acqua è in grado di far germogliare una particolare forma di vita vegetale, che per costituzione è simile ai nostri coralli, ma di colore verde.

All'inizio si presenta come un muschio verde e fitto che lentamente ricopre il terreno arido, con il caldo e le altre piogge, che comunque continuano a cadere, si allarga continuando ad estendersi sul pianeta e a crescere a dismisura, infine, passato l'ammasso nuvoloso e grazie alla luce del sole, questa erba o muschio, comincia a solidificarsi, prendendo l'aspetto di questo simile corallo di colore verde.

Questa forma vegetale (diversa dall'altra descritta in precedenza e che si trova solamente nelle zone più a nord e più a sud, dove le nubi non arrivano quasi mai) che nasce e prolifera in immense regioni del pianeta è la principale forma di sostentamento delle Mantidi, praticamente il loro cibo preferito e dal quale traggono tutti i principi nutritivi per vivere. In questo senso sono molto fortunati, hanno un sistema planetario funzionale ad uso e consumo per la loro specie, modalità a cui si sono adattati in milioni di anni di evoluzione in modo pressoché perfetto.

L'atmosfera del pianeta è molto particolare, si potrebbe dire che è una via di mezzo tra la nostra atmosfera terrestre e quella marziana, come se il pianeta fosse una fusione effettiva dei nostri due: vi si trova un'alta percentuale di Anidride Carbonica che rende le forme di vita giganti (sia le Mantidi, che quelle vegetali e le altre), ma anche Azoto, Ozono, Ossigeno, sopratutto Argon, Metano e altri composti in quantità scalari e bene equilibrati.

Per un essere umano vivere in un ambiente simile sarebbe pressoché impossibile, come per loro è difficoltoso sopravvivere al nostro, ad esempio: l'eccesso di Azoto e il troppo Ossigeno, provoca stati alterati della loro coscienza, con squilibri delle capacità psichiche e che possono portarli persino alla morte.

Una curiosità che potrebbe sorprendere un essere umano in vacanza su questo pianeta, è la presenza di un forte odore alcalino, simile a quello che si avverte nel liquido contenuto nelle nostre pile o batterie.

Collegamenti esterni

http://www.pleias.bravehost.com/

http://it.wikipedia.org/wiki/Insettoide

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