Letteratura cinese

Da Ufopedia.

La letteratura cinese classica conta migliaia di anni di storia, dai primi resoconti dinastici al romanzo nel suo pieno sviluppo, durante la dinastia Ming come genere di intrattenimento per i letterati cinesi. L'introduzione della stampa xilografica durante la dinastia Tang (618-907) e l'invenzione della stampa a caratteri mobili di Bi Sheng (990-1051), durante la dinastia Song (960-1279) diede una diffusione ai testi scritti mai conosciuta prima.

Indice

I testi classici

Confucio in un dipinto del 1770

La Cina possiede un gran numero di classici letterari, a partire dalla dinastia Zhou (770-256 a.C.), compresi i classici confuciani, opere che tradizionalmente sono attribuite a Confucio. Fra i più importanti classici cinesi sono il Libro dei mutamenti (cinese tradizionale: 易經; cinese semplificato: 易经; pinyin: Yìjīng)), un manuale di divinazione basato sul concetto dei trigrammi attribuito all'imperatore mitico Fu Xi; il Classico dei versi (cinese tradizionale: 詩經; cinese semplificato: 诗经; pinyin: Shījīng) composto di 305 poemi divisi in 160 canti, comprendenti canti festivi, inni ed eulogie per varie cerimonie popolari e di corte; il Classico dei documenti (cinese tradizionale: 書經; cinese semplificato: 书经; pinyin: Shūjīng), una raccolta di documenti e discorsi tradizionalmente attribuiti ai sovrani e ai funzionari della prima dinastia Zhou, che contiene i primi esempi della prosa classica cinese; il Libro dei riti (cinese tradizionale: 禮記; cinese semplificato: 礼记; pinyin: Lǐjì), forma ricostruita di un'opera che andò perduta nel III secolo a.C. e che descrive antichi riti e cerimonie di corte; gli Annali delle primavere e degli autunni (cinese: 春秋; pinyin: Chūnqiū), resoconto della storia dello stato di Lu, paese nativo di Confucio, dal 722 al 479 a.C., opera di compilazione attribuita tradizionalmente allo stesso Confucio; gli Analecta di Confucio (cinese: 論語; pinyin: Lún Yǔ), un libro di discorsi, detti e aneddoti attribuiti a Confucio e registrati dai suoi discepoli.

Fra i classici cinesi sono da annoverare anche alcuni classici taoisti, più o meno contemporanei dei testi confuciani, come il Daodejing (cinese: 道德經; pinyin: Dàodéjīng), scritto da Laozi nel Periodo dei regni combattenti (403-256 a.C.), o scritti in epoche successive, come lo Huainanzi (cinese: 淮南子; pinyin: Huáinánzǐ), scritto da Liu An nel II secolo a.C., sotto la dinastia Han. Lo Huainanzi è anche uno dei primi testi cinesi a trattare materie come la geografia e la topografia.

Copia su bambù dell' Arte della guerra. Collezione della University of California, Riverside.

Nel campo delle scienze militari, il classico L'arte della guerra (cinese: 孫子兵法; pinyin: Sūnzi Bīngfǎ), scritto da Sunzi nel VI secolo a.C., costituisce la prima pietra miliare nella tradizione dei trattati di strategia militare cinesi dei secoli successivi, con opere come la Raccolta delle più importanti tecniche militari (cinese tradizionale: 武經總要; cinese semplificato: 武经总要; pinyin: Wǔjīng zǒngyào) scritto nel 1044 sotto la dinastia Song e il Manuale del drago di fuoco scritto prima della morte di Liu Ji agli inizi della dinastia Ming. L'arte della guerra è anche il primo testo a trattare la materia della diplomazia, mentre gli altri due testi sono fondamentali per la conoscenza degli sviluppi dell'uso delle armi da fuoco in Cina.

Testi storici ed enciclopedici

Sima Qian iniziatore della storiografia cinese, oltre 2000 anni fa.

I cinesi scrissero accurate cronistorie degli avvenimenti legati alle dinastie regnanti, a partire dalla dinastia Zhou. La prima opera storica conosciuta è il Zuo Chuan (cinese: 左傳, pinyin: Zuǒ Chuán), scritto non oltre il 389 a.C. ed attribuito allo storico Zuo Qiuming. Il Classico dei documenti, che fa parte dei Cinque classici confuciani, probabilmente risalente al VI secolo a.C., era certamente già noto nel 300 a.C., data della trascrizione rinvenuta nel 1993 in una tomba nell'Hubei. Il Classico dei documenti comprendeva anche informazioni geografiche sulla Cina del tempo.[1]

Fra le opere storiche sono da ricordare anche gli Annali di bambù, rinvenuti nel 281 d.C. nella tomba del re di Wei, morto nel 296 a.C.. Tuttavia, al contrario del Commentario di Zuo, la datazione degli Annali di bambù è controversa.

Un altro importante testo antico è il libro di strategia politica Zhan Guo Ce (cinese tradizionale: 戰國策; cinese semplificato: 战国策; pinyin: Zhàn Guó Cè), scritto fra il III e il I secolo a.C. riunendo frammenti di documenti rinvenuti in una tomba a Mawangdui.

Il più antico dizionario cinese è l'Erya (cinese tradizionale: 爾雅; cinese semplificato: 尔雅; pinyin: Ěryǎ), risalente al III secolo a.C., uno scritto anonimo che fu in seguito commentato dallo storico Guo Pu (276-324).

Sebbene cronistorie ed altri documenti storici esistessero già in precedenza, il testo storico cinese più importante dell'antichità sono le Shiji (cinese tradizionale: 史記; cinese semplificato: 史记; pinyin: Shǐjì) scritte sotto la dinastia Han da Sima Qian (145 a.C.-90 a.C.). Questo testo gettò le fondamenta della storiografia cinese, divenendo un modello per tutti i testi storici compilati sotto le dinastie successive. L'opera di Sima Qian - che è spesso paragonata a quella del greco Erodoto per l'ampiezza e il metodo - copre la storia cinese dalla mitica dinastia Xia fino al regno dell'imperatore Wu di Han. L'influenza dello Shiji sugli storici cinesi fu grandissima, dall'opera di Ban Biao, Ban Gu e Ban Zhao -- il Libro degli Han (cinese tradizionale: 漢書; cinese semplificato: 汉书; pinyin: Hànshū -- nel I secolo e II secolo, all'enorme opera Zizhi Tongjian (cinese tradizionale: 資治通鑒; cinese semplificato: 资治通鉴; pinyin: Zīzhì Tōngjiàn) di Sima Guang, in onore dell'imperatore Song Shenzong (1084).

La storiografia cinese classica fino alla dinastia Ming (1368-1644) è riassunta nelle Ventiquattro Storie; l'ultima dinastia, Qing (1644-1911), non è compresa in questo elenco.

L'enciclopedia Yongle Dadian (1403)

Numerose sono le opere enciclopediche prodotte in Cina nei secoli, a partire dallo Yiwen Leiju (cinese tradizionale: 藝文類聚; cinese semplificato: 艺文类聚 ; pinyin: Yìwén Lèijù) completato da Ouyang Xun nel 624, sotto la dinastia Tang, con l'aiuto di Linghu Defen e Chen Shuda.
Sotto la dinastia Song, la compilazione dei Quattro grandi libri dei Song (cinese tradizionale: 宋四大書; cinese semplificato: 宋四大书; pinyin: Sòngsì Dàshū) (X-XI secolo) iniziata da Li Fang e portata a termine da Cefu Yuangui rappresentò un'impresa monumentale che copriva una grande quantità di materie.
Queste opere enciclopediche della dinastia Song erano composte ciascuna da milioni di caratteri, tuttavia le loro dimensioni sembrano nulla in confronto alla successiva Yongle Dadian (cinese tradizionale: 永樂大典; cinese semplificato: 永乐大典; pinyin: Yǒnglè Dàdiǎn) (1408) della dinastia Ming, composta da un totale di 50 milioni di caratteri.[2]
Ancora più ampie sono le enciclopedie della dinastia Qing, come il Gujin Tushu Jicheng (1726), composto da oltre 100 milioni di caratteri stampati in 60 copie diverse usando caratteri mobili in rame.

Poesia cinese classica

Su Shi (1037-1101), poeta ed uomo politico della dinastia Song

Una delle prime antologie poetiche fu il Chǔcí (楚辭), composta di poemi attribuiti soprattutto al semi-leggendario Qu Yuan (屈原) (ca. 340-278 a.C.) e al suo discepolo Song Yu (宋玉). Le poesie comprese nella raccolta mostrano un'ispirazione più lirica e segnano l'inizio di una nuova tradizione poetica rispetto al precedente Classico dei versi (Shi Jing). Sotto la dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.), questa nuova forma poetica diede origine alla poesia Fu (賦), un genere poetico in rima ad eccezione delle parti introduttive e finali, in prosa. Nel periodo successivo alla dinastia Han, si sviluppò un genere poetico romantico ispirato alla natura e profondamente influenzato dal taoismo. L'astronomo, matematico ed inventore del periodo Han Zhang Heng (78-139 d.C.) fu anche iniziatore della poesia shi (詩).

La poesia classica raggiunse il culmine sotto la dinastia Tang (618-907). Il primo periodo Tang vide l'affermazione del lushi, poema di otto versi ognuno di cinque o sette parole e del jueju, poema di quattro versi ognuno di cinque o sette parole.
I più noti poeti del periodo Tang sono Li Bai (701-762) e Du Fu (712-770). Li Bai è noto soprattutto per il lirismo della sua poesia, mentre la poesia di Du Fu è maggiormente ispirata ai valori confuciani.
Nel tardo periodo Tang i poeti si volsero ad un maggiore realismo, a temi di critica sociale e ad un'arte narrativa più raffinata. Uno dei più celebri poeti del tardo periodo Tang fu Bai Juyi (772-846).

La poesia classica successiva visse all'ombra dei grandi predecessori Tang e nessuno dei poeti delle dinastie successive raggiunse il loro livello. La poesia Ci (詞), originata dai canti popolari, anche di provenienza centro-asiatica, si sviluppò sotto la dinastia Song (960-1279), rinnovando la poesia classica divenuta ormai sclerotizzata. Il poeta Su Shi (1037-1101) fu un maestro dei generi ci, shi, e fu, della prosa, della calligrafia e della pittura.

Dopo la dinastia Song, anche il genere ci divenne sempre più letterario ed artificioso, e si sviluppò il nuovo genere Sanqu, che trovò largo impiego nell'opera cinese.

La prosa classica

Gli intellettuali delle Cento scuole di pensiero del Periodo delle primavere e degli autunni e del Periodo dei regni combattenti contribuirono molto all'evoluzione stilistica della prosa cinese. Gli scritti di Mozi (墨子) (470-390 a.C.), Mencio (孟子) (Meng Zi; 372-289 a.C.) e Zhuang Zi (莊子) (369-286 a.C.) contengono esempi di discorsi accuratamente sviluppati e mostrano un notevole miglioramento nell'organizzazione e nello stile rispetto agli esempi di prosa precedenti. Mozi è noto per l'efficacia della sua prosa polemica; Mencio contribuì all'eleganza stilistica, e con Zhuang Zi fece grande uso nella sua prosa di metafore, allegorie ed aneddoti. Lo stile semplice e conciso sviluppato da questi scrittori servì da modello per oltre due millenni.

Nel periodo successivo, la prosa cinese divenne eccessivamente ornata ed artificiosa. Sotto la dinastia Tang, per reazione, si tornò ai modelli della prosa del periodo Han e pre-Han. I principali rappresentanti di questo stile neoclassico, che influenzò fortemente la prosa dei secoli successivi, fu Han Yu (768-824), grande saggista e fautore del ritorno all'ortodossia confuciana.

Sotto la dinastia Song divenne molto popolare il genere dei racconti di viaggio. Fra i più importanti scrittori-viaggiatori si distinsero Fan Chengda (1126-1193) e Xu Xiake (1587-1641).
Un notevole esempio di racconto di viaggio è il Racconto della Montagna Shizhong (cinese tradizionale: 石鐘山記; cinese semplificato: 石钟山记; pinyin: Shí Zhōng Shān Jì) di Su Shi, dell'XI secolo.

La prosa vernacolare divenne molto popolare dopo il XIV secolo, sebbene il genere non sia mai stato tenuto in grande considerazione nei circoli intellettuali ufficiali. Fra i romanzi vernacolari, che coprono un numero di argomenti più ampio della prosa letteraria classica, ed hanno una struttura meno rigida, sono da annoverare alcuni capolavori come il romanzo del XVIII secolo Il sogno della camera rossa (cinese semplificato: 红楼梦; cinese tradizionale: 紅樓夢; pinyin: Hónglóu Mèng).

Note

  1. Needham, Joseph. Science and Civilization in China: Volume 3, Mathematics and the Sciences of the Heavens and the Earth. Taipei: Caves Books Ltd, 1986. Volume 3, 500-501.
  2. Ebrey, Patricia; Buckley, Anne; Walthall, James B. Palais. East Asia: A Cultural, Social, and Political History. Boston: Houghton Mifflin Company, 2006. p. 272.

Bibliografia

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