Teoria dell'impatto gigante

Da Ufopedia.

Illustrazione di una collisione planetaria
Illustrazione della passata collisione planetaria con Nibiru

Attualmente la migliore teoria che spiega l'origine della Luna si chiama teoria dell'impatto gigante o teoria dell'impatto gigantesco e include la collisione tra due proto pianeti durante il primo periodo di accrescimento del sistema solare. Questa teoria dell'"impatto gigantesco", che divenne popolare nel 1984 (sebbene ebbe origine nella metà degli anni settanta), soddisfa le condizioni di orbita della Terra e della Luna e tiene conto del nucleo relativamente piccolo della Luna. Si sa che collisioni tra planetesimi abbiano prodotto la crescita di corpi planetari durante l'evoluzione del sistema solare e in questo contesto è inevitabile che grossi impatti possano capitare a volte quando i pianeti si sono appena formati.

La teoria accademica richiede la collisione tra un corpo circa del 90% dell'attuale forma della Terra, e un altro del diametro di Marte (metà del raggio terrestre e un decimo della sua massa). Il corpo di collisione è stato chiamato Theia, la madre di Selene, la dea Luna della mitologia greca. Questa stima di dimensioni è necessario perché il sistema risultante possa avere un sufficiente momento angolare per stabilirsi nella corrente configurazione orbitale. Un tale impatto avrebbe messo abbastanza materiale nell'orbita terrestre che opportunamente accumulato dava forma alla Luna.

Contemporaneamente alla formazione della Terra e della Luna (secondo Zecharia Sitchin) si sarebbe verificata una panspermia non diretta, detta esogenesi.

Indice

Le teorie di Zecharia Sitchin

Secondo Zecharia Sitchin la Battaglia Celeste della tradizione sumera sarebbe la collisione primordiale fra Nibiru e Tiamat, dalla quale (dopo l'allontanamento di Nibiru) sarebbero stati generati la Terra, la Luna e la cintura degli Asteroidi. Dal sesto paragrafo della seconda tavoletta, libero adattamento da Pag.60 del Libro perduto del dio Enki di Zecharia Sitchin:

« Questo è ora il racconto di un’antico Impatto Gigantesco avvenuto del Sistema Solare eoni fa. Allora il pianeta Terra fu creato e si modificò il percorso del pianeta Nibiru, fissandone l’orbita attorno al Sole ed a Nemesis. Allora Nibiru stava percorrendo il suo tracciato nello spazio siderale (traccato deciso dal Fato), quando si trovò ad essere toppo vicina al pianeta Tiamat (del Sistema solare). Gli Anunnaki, il popolo che abitava il pianeta Nibiru, allora si mobilitò per affrontare questo pericoloso avvenimento. Vennero attivati vari sistemi tecnologici di sicurezza planetaria (Ciò Che Pulsa, Ciò che Irradia, Ciò che Respinge, Ciò che Colpisce, probabilmente sistemi simili ai nostri laser di potenza satellitari o terrestri). I primi ad avvicinarsi a Tiamat furono i sette satelliti naturali di Nibiru (i sette Venti) e gli astronauti delle stazioni permanenti su detti satelliti fecero le prime rilevazioni del caso, soprattutto relativamente al satellite maggiore di Tiamat, cioè Kingu (la Luna). Man mano che Nibiru si avvicinava a Kingu ed a Tiamat, il suo percoso veniva disturbato e deviato dalla loro attrazione gravitazionale. I satelliti di Tiamat vennero spinti ad avvicinarsi al loro pianeta di riferimento. Sul pianeta Tiamat i continenti vennero scossi da numerosi terremoti ed i vulcani eruttarono con grande fragore. A questo punto anche Nibiru era caduta nel campo gravitazionale di Tiamat e fra i due pianeti si arrivò allo scontro! Il primo ad impattare Tiamat fu un satellite di Nibiru (Vento del male), che si conficcò nel corpo roccioso di Tiamat. A questo punto gli Annunaki utilizzarono le loro armi tecnologiche (laser?) per spezzare in due il corpo Tiamat-Vento del Male. Dopo che venne colpita dal raggio degli Annunaki proveniente da Nibiru, Tiamat (o quello che ne rimaneva) interruppe la sua attività vulcanica e venne privata dei suoi undici satelliti, che vennero attirati permanentemente nel campo gravitazionale di Nibiru. Anche Kingu (la Luna) era fra di loro. Quindi gli Anunnaki di Nibiru decisero di cambiare il destino gravitazionale dei questi corpi celesti (scritto nelle Tavolette dei Destini, specie di tavole astronomiche) e di lasciare Kingu a Tiamat; perciò distrussero gli altri satelliti, creando la Fascia degli Asteroidi. A questo punto Nibiru si allontanò trascinando gli asteroidi con sé (e portandoli tra Marte e Giove) e quindi si allontanò dal Luogo della Battaglia (celeste tra Nibiru e Tiamat). Compì un’orbita attorno ad Apsu/Sole (cioè passò il perielio della sua nuova orbita) e quindi si diresse verso Kishar/Giove e Anshar/Saturno. Incontrò Gaga/Plutone e quindi oltrepassò An/Urano ed Antu/Nettuno e si diresse verso la Dimora nel Profondo (il resto della sua orbita al di là del Sistema Solare, verso Nemesis). Nella successiva orbita di ritorno (dopo circa 3600 anni) Nibiru si riavvicinò a Tiamat e a Kingu e gli Annunaki con telescopi e satelliti videro che Tiamat era senza vita. Allora gli Anunnaki decisero di dividere il pianeta in due e facendo questo videro il magma e l’oro del suo interno. Un satellite di Nibiru (Vento del Nord) agganciò gravitazionalmente la parte superiore di Tiamat, staccata di netto dal resto del pianeta, e la portò nel vuoto lontano da Tiamat. Allora Vento del Nord riversò le sue acque su Tiamat e Kingu venne agganciata gravitazionalmente a Tiamat (staccandola da Nibiru). Gli Anunnaki decisero che Tiamat sarebbe stata ricordata nella loro storia come il Luogo della Battaglia (che i Nibiruruani vinsero, nel senso che lo scontro cosmico non causò la loro estinzione). Con un’altra azione Nibiru distrusse la parte posteriore del pianeta riducendola ad un gruppo di asteroidi, che si unirono al resto della Fascia degli Asteroidi. Gli Anunnaki allora decisero che nelle loro carte spaziali la Fascia degli Asteroidi avrebbe diviso le “acque dalle acque” (cioè diverse zone spaziali del Sistema Solare). La Fascia degli Asteroidi avrebbe diviso i “mari inferiori” (corrispondente grosso modo ai nostri pianeti terrestri) dai “mari superiori” (corrispondenti ai nostri pianeti gioviani). Di nuovo Nibiru percorse la sua orbita fino al Sole/Apsu e dal Sole fino a Plutone/Gaga, poi verso Nemesis. Nel successivo ciclo di Nibiru (dopo i soliti 3600 anni) tornò nel Sistema Solare, dalle parti della Cintura degli Asteroidi. Gli astronomi degli Anunnaki osservarono di nuovo Tiamat. Nell’area del polo nord ancora vi erano i segni dell’impatto (vulcani attivi e faglie aperte): si vedevano le sue acque e le sue vene d’oro a cielo aperto. Allora gli Anunnaki si resero conto che nell’impatto i semi della vita (spore, batteri di Nibiru) erano passati su Tiamat ed avevano attecchito. Tiamat si stava trasformando in un pianeta vivente e gli Anunnaki lo chiamarono Ki (la nostra Terra). Notarono l’alternarsi del giorno e della notte, nella rotazione di Ki/Terra. Kingu (la luna) divenne il satellite naturale di Ki/Terra. Nibiru compì ancora il suo passaggio al perigeo. Quindi gli Annunaki misero delle stazioni di controllo e collegamento [1] in tutti i pianeti di questo Sistema Solare, a cui si erano ormai legati, e dei radiofari [2] ai suoi limiti. Decisero che il loro pianeta Nibiru si sarebbe chiamato Luogo dell’Attraversamento, il Pastore dei pianeti del Sistema Solare. Calcolarono che un’intera orbita (anno nibiruriano) sarebbe durato uno Shar (3600 anni terrestri) e che questa orbita era il loro destino. »

Il testo originale di Zecharia Sitchin è nella voce Battaglia Celeste. Più precisamente il nome Theia, quindi, dovrebbe essere dato non a Nibiru, ma a due sue lune (Vento del male e Vento del Nord) che furono gli oggetti che effettivamente fecero la collisione con la Terra.

Dall'Ansa

Negli anni lo studio dei campioni lunari ha confermato la grande somiglianza fra Terra e Luna, e computer sempre più potenti hanno permesso di elaborare modelli precisi. Le ricerche proseguono ancora oggi e recentemente dalla rocce lunari è arrivata l'ulteriore conferma della teoria più accreditata, quella secondo cui 4,3 miliardi di anni fa la Terra è stata sconvolta dall'impatto con un corpo grande come Marte (o più ndr): il nucleo terrestre si è sciolto mescolandosi con la crosta, e da questa materia è nata la Luna.

Le rocce lunari hanno molto da dire anche sull'acqua. Negli anni è diventato sempre più chiaro come la Luna non sia il luogo completamente arido che sembra e studi recentissimi hanno scoperto che l'acqua si nasconde all'interno delle rocce, racchiusa in minuscole perline vetrose.

Altre ricerche recenti hanno rivelato un passato inedito della Luna, con il nucleo che conteneva acqua quando la roccia più esterna non si era ancora solidificata. Un risultato al quale i ricercatori guardano come alla prova ulteriore a favore dell'ipotesi del gigantesco impatto che ha dato origine alla Luna. Un altro studio ancora è andato a cercare nelle rocce lunari la 'firma' che permette di identificarne la provenienza, ossia gli isotopi di idrogeno delle tracce d'acqua.

E' emerso così che l'acqua della Terra e quella della Luna hanno certamente un'origine comune e che il grande calore sviluppato dall'impatto fra la Terra e un altro corpo celeste non è stato sufficiente a far evaporare completamente l'acqua, che si è conservata all'interno delle rocce lunari.

Il nucleo della Terra ha appena 1,5 miliardi di anni, ossia un terzo degli anni del resto del pianeta. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve al gruppo dell'università britannica di Liverpool coordinato da Andrew Biggin. La buona notizia, rilevano i ricercatori, è un nucleo così giovane potrà continuare a generare ancora a lungo il campo magnetico che, come uno scudo, difende il pianeta dalle più pericolose radiazioni solari.

Dalla struttura simile a quella di una 'cipolla', la Terra è fatta di strati concentrici composti da materiali con caratteristiche diverse. Al centro esiste una sfera metallica solida, grande all'incirca come Plutone, avvolta da uno strato liquido fatto principalmente di ferro e nichel. La parte solida, il nucleo interno, è una struttura piuttosto recente, che si è formata gradualmente 'cristallizzandosi' e generando, come una enorme dinamo, un campo magnetico capace di proteggere il pianeta del vento solare.

Definire i tempi in cui è iniziato questo processo non è facile, ma analizzando le 'impronte' del campo magnetico intrappolate nelle rocce in formazione miliardi di danni fa i ricercatori sono riusciti a datare il momento della 'cristallizzazione' del nucleo interno. I dati mostrano che il nucleo avrebbe iniziato a solidificarsi circa 1,5 miliardi di anni fa, quindi ben 3 miliardi dopo la formazione del pianeta.

"E' una scoperta che potrebbe cambiare la nostra conoscenza dell'interno del pianeta e la sua storia", ha spiegato Biggin. Da quel momento la superficie della Terra ha iniziato a essere protetta dalle radiazioni solari più pericolose favorendo la vita fuori dagli oceani. I risultati mostrano inoltre che il campo magnetico terrestre dovrebbe mantenersi ancora per un altro miliardo di anni e che la sua nascita ha avuto tempi molto diversi da quello di Marte. Sul pianeta rosso il nucleo interno si sarebbe infatti formato molto più rapidamente per poi esaurire le sua capacità di 'dinamo' in appena mezzo miliardo di anni.

Immagini

Note

1^ Vedi Antiche città su Marte e Antiche città sulla Luna.

2^ Vedi Monolito spaziale e Monolito su Phobos.

Collegamenti esterni

http://it.wikipedia.org/wiki/Impatto_astronomico

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http://it.wikipedia.org/wiki/Formazione_stellare

http://it.wikipedia.org/wiki/Nebulosa_solare

link

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