Star Wars: Clone Wars

Da Ufopedia.

La promo del telefilm

Star Wars: Clone Wars è una serie televisiva d'animazione statunitense realizzata dal russo Genndy Tartakovsky su esplicita richiesta di George Lucas.

Ambientata durante le guerre dei cloni e collocata cronologicamente tra l'L'attacco dei cloni e La vendetta dei Sith, è composta da tre stagioni, comprendenti in totale 25 episodi: I primi venti episodi sono di tre minuti ognuno (e compongono le prime due stagioni), i rimanenti cinque episodi invece di dodici minuti (che fanno parte della terza stagione).

La serie, considerata il miglior prodotto televisivo legato a Guerre stellari mai creato fino ad oggi,[1] è stata trasmessa in Italia dal canale televisivo Cartoon Network su Mediaset Premium e su Sky.

Indice

Trama

La serie originale consiste in 20 episodi della durata di tre minuti, che compongono la stagione uno e due (poi conosciute con il nome di Volume 1), e 5 episodi della durata variabile tra i dodici e i quindici minuti, che vanno a comporre la terza stagione (poi conosciuta come Volume 2). I 25 episodi sono per la maggior parte composti da enfatizzate scene d'azione, battaglie e scontri, a discapito di un minor sviluppo della trama.

Lo show segue i Jedi nella loro battaglia contro la Confederazione dei Sistemi Indipendenti, guidati da Dooku. Molti personaggi principali apparsi nei film, ritornano nella serie, come Anakin Skywalker, Obi-Wan Kenobi, Yoda, Mace Windu, Palpatine, Dooku, Grievous, C-3PO, R2-D2 e Padmé Amidala. Alcuni episodi, inoltre, si concentrano sulle avventure in solitario di personaggi minori apparsi nei film, come Kit Fisto, Ki-Adi-Mundi, Shaak Ti e Aayla Secura.

Stagioni

Oltre a questa trama, vengono narrate altre storie parallele, incluse la battaglia di Windu su Dantooine, la lotta tra Obi-Wan e il cacciatore di taglie Durge, lo scontro tra Kit Fisto e i Quarren su Mon Calamari e la battaglia su Hypori dove Grievous fa la sua prima apparizione nell'universo di Guerre stellari.

Produzione

Nel 2002 George Lucas aveva da poco completato Star Wars Episodio II - L'attacco dei cloni, in cui scoppia il conflitto denominato Guerre dei cloni, e si mise al lavoro sul capitolo successivo, ambientato alla fine di tale guerra galattica. Il regista volle colmare questo vuoto, con una serie che, secondo i suoi progetti, avrebbe dovuto raccontare le battaglie svolte da entrambe le fazioni. L'autore aveva già tentato diversi esperimenti televisivi, come Droids e Ewoks, ma erano entrambi falliti. Decise allora di affidarsi a Genndy Tartakovsky, creatore della serie vincitrice di un Emmy, Samurai Jack, che Lucas stesso aveva apprezzato, in quanto lo show era riuscito a coniugare due generi diversi tra di loro: i samurai e la fantascienza.[3]

Tartakovsky, amante dell'animazione in 2D[4], sviluppa la serie in animazione in modo tradizionale e prepara lui stesso gli storyboard e il design di alcuni personaggi. Nel crearli graficamente, ha evitato di ricalcare la faccia dell'attore che lo interpreta nei film, ma, piuttosto, di catturarne l'essenza e di stilizzarli fino quasi all'esagerazione.[4] Le scene nello spazio, però, vengono realizzata al computer, in quanto le animazioni di astronavi in 2D risultavano estremamente complicate.[4] La storia viene sviluppata seguendo le direttive di Lucas, e per il personaggio di Asajj Ventress viene utilizzato il design scartato dell'apprendista di Palpatine (che diventerà poi Dooku). La produzione avviene senza intoppi per le prime due stagioni: negli episodi finali, però, si presenta un problema. Il personaggio di Grievous, infatti, dovrà apparire nel film e gli animatori devono prima aspettare il design approvato dallo stesso Lucas che, per non far ristagnare la produzione dei cartoni, dà delle indicazioni in generale (per questo nella serie, Grievous si muove in modo diverso e non usa le due braccia supplementari).

Tartakovsky, infine, inserisce alcune citazione riguardanti lo studio di animazione canadese Nelvana, che produsse tutte le serie animate legate a Guerre stellari, come il fatto che C-3PO muova gli occhi[4] e che uno dei pianeti presente nello show si chiami Nelvaan.[4]

Trasmissione

La serie, iniziata il 7 novembre 2003 e conclusasi il 25 marzo 2005 (con diverse pause), è stata trasmessa da Cartoon Network e, pochi minuti dopo la messa in onda, era accessibile ai membri dell'Hyperspace, il fan club a pagamento del sito ufficiale di Guerre stellari. Pesantemente pubblicizzata dalla rete, Clone Wars è stata programmata prima dell'inizio della serata del venerdì, dove venivano trasmessi i cartoni dai maggiori ascolti.

In Italia, lo show è stato trasmesso dal canale televisivo Cartoon Network nella piattaforma satellitare Sky dal 10 novembre 2003 (per quanto riguarda le prime due stagioni)[5] e dal 2 al 6 maggio 2005 (per la terza stagione).[3]

Premi e accoglienza

La serie ha vinto due Premi Emmy: per il Miglior programma animato (di un'ora o più) nel 2004 e nel 2005, rendendola di fatto la prima serie trasmessa in internet a vincere tale premio.[6]

Slogan promozionali

Merchandising

La serie ha generato diversi tipi di prodotti:

DVD

Nell'aprile 2005 è stato pubblicato il DVD Star Wars: Clone Wars - Volume uno, contenente i primi venti episodi della serie, legati assieme come un prodotto coeso da un'ora (sono quindi stati eliminati i titoli di testa e di coda di ogni singolo episodio) a cui è seguito, nel settembre 2005, il DVD Star Wars: Clone Wars - Volume due con i restanti episodi, anch'essi uniti in un unico blocco.

Volume Uno

Volume Due

Galleria immagini

Note

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  2. Questi episodi verranno successivamente menzionati dai due in un dialogo presente in Star Wars Episodio III - La vendetta dei Sith
  3. 3,0 3,1 Da Star Wars: guida definitiva alla saga di George Lucas, Ciak, 2005.
  4. 4,0 4,1 4,2 4,3 4,4 Curiosità rivelate dall'autore Genndy Tartakovsky nel commento audio del DVD del Volume I e II e nelle varie featurette.
  5. Date di trasmissione disponibili qui, ultimo accesso il 23 ottobre 2007.
  6. Le Clone Wars vincono l'Emmy, ultimo accesso il 21 ottobre 2007.
  7. Dalla sezione Slogan dell'IMDb, la frase è stata usata come slogan promozionale della terza stagione

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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