Pianeta extrasolare

Da Ufopedia.

(Differenze fra le revisioni)
(Storia delle scoperte)
 
(94 revisioni intermedie non mostrate.)
Riga 1: Riga 1:
[[Immagine:Triple-star sunset.jpg|thumb|right|300px|Rappresentazione artistica di un'[[esoluna]] di [[HD 188753 Ab]], il primo pianeta extrasolare scoperto all'interno di un [[Stella_multipla#Sistemi_stellari_multipli|sistema stellare multiplo]] a 3 stelle ([[stella tripla]]).]]
[[Immagine:Triple-star sunset.jpg|thumb|right|300px|Rappresentazione artistica di un'[[esoluna]] di [[HD 188753 Ab]], il primo pianeta extrasolare scoperto all'interno di un [[Stella_multipla#Sistemi_stellari_multipli|sistema stellare multiplo]] a 3 stelle ([[stella tripla]]).]]
-
Un '''pianeta extrasolare''' (o '''exopianeta''', o '''esopianeta''') è un [[pianeta]] che non appartiene al nostro [[sistema planetario]] (il [[sistema Solare]]) in quanto [[orbita]] attorno ad una stella diversa dal [[Sole]]. Al [[dicembre]] [[2007]], ne sono stati individuati 344 [1]. La maggior parte degli esopianeti sono stati scoperti tramite [[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari|metodi di osservazione indiretta]] piuttosto che attraverso le osservazioni ottiche al telescopio [1]. A causa dei limiti delle tecniche di osservazione attuali, la maggior parte dei pianeti individuati sono [[gigante gassoso|giganti gassosi]] come [[Giove (astronomia)|Giove]] e solo in misura minore [[pianeta terrestre|pianeti rocciosi]] massivi del tipo [[Super Terra]].  
+
Un '''pianeta extrasolare''' (o '''exopianeta''', o '''esopianeta''') è un [[pianeta]] che non appartiene al nostro [[sistema planetario]] (il [[sistema Solare]]) in quanto [[orbita]] attorno ad una stella diversa dal [[Sole]]. Al [[dicembre]] [[2007]], ne sono stati individuati 344 [1]. La maggior parte degli esopianeti sono stati scoperti tramite [[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari|metodi di osservazione indiretta]] piuttosto che attraverso le osservazioni ottiche al telescopio [1]. A causa dei limiti delle tecniche di osservazione attuali, la maggior parte dei pianeti individuati sono [[gigante gassoso|giganti gassosi]] come [[Giove]] e solo in misura minore [[pianeta terrestre|pianeti rocciosi]] massivi del tipo [[Super Terra]].  
Gli esopianeti conosciuti sono membri di [[sistema planetario|sistemi planetari]] che orbitano attorno ad una [[stella]].  
Gli esopianeti conosciuti sono membri di [[sistema planetario|sistemi planetari]] che orbitano attorno ad una [[stella]].  
Riga 7: Riga 7:
Gli esopianeti sono diventati soggetto di crescente interesse scientifico a partire dal [[1995]], quando fu confermata con sicurezza una delle prime scoperte ([[51 Pegasi b]]). Inizialmente l'individuazione è proseguita lentamente, ma a partire dal [[2002]], con l'affinamento dei metodi di osservazione, sono stati scoperti più di 20 pianeti extrasolari all'anno. Attualmente si stima che solo il 10% delle stelle simili al [[Sole]] posseggano un sistema planetario, ma questa percentuale potrebbe anche essere maggiore [3].
Gli esopianeti sono diventati soggetto di crescente interesse scientifico a partire dal [[1995]], quando fu confermata con sicurezza una delle prime scoperte ([[51 Pegasi b]]). Inizialmente l'individuazione è proseguita lentamente, ma a partire dal [[2002]], con l'affinamento dei metodi di osservazione, sono stati scoperti più di 20 pianeti extrasolari all'anno. Attualmente si stima che solo il 10% delle stelle simili al [[Sole]] posseggano un sistema planetario, ma questa percentuale potrebbe anche essere maggiore [3].
-
Spesso la ricerca di esopianeti coincide con la ricerca di mondi in grado di supportare una forma di [[vita extraterrestre]]. Ad oggi, [[Gliese 581 c]] - secondo pianeta del sistema planetario della [[nana rossa]] [[Gliese 581]] distante approssimativamente 20 [[anno luce|anni luce]] dalla [[Terra]] - sembra essere il miglior esempio di [[pianeta terrestre|esopianeta di tipo terrestre]] orbitante nella [[zona abitabile]] del proprio sistema.
+
Spesso la ricerca di esopianeti coincide con la ricerca di mondi in grado di supportare una forma di [[vita extraterrestre]]. Ad oggi, [[Gliese 581 c]] - secondo pianeta del sistema planetario della [[nana rossa]] [[Gliese 581]] distante approssimativamente 20 [[anno luce|anni luce]] dalla [[gaia|Terra]] - sembra essere il miglior esempio di [[pianeta terrestre|esopianeta di tipo terrestre]] orbitante nella [[zona abitabile]] del proprio sistema.
 +
NB: Si ipotizza che i pianeti terrestri (come la Terra e Venere) e le lune dotati di vulcani (come Io) e i giganti gassosi (come Giove) con movimenti meteo dati da calore interno (non solo del sistema solare ma anche di quelli extrasolari) abbiano al centro del nucleo roccioso un'alta concentrazione di uranio in fissione nucleare spontanea (analoga al disastro di Tokaimura innescato dallo stoccaggio del plutonio in un deposito stretto). Vedi (aahttp://www.usac.it/articoli/soave _fissione/fissione_nucleare.htm link) e le teorie di [[Marvin Henderson]]. Questo anche perchè i materiali più pesanti dell'idrogeno all'accendersi della stella centrale dovrebbero essere espulsi dalla stella al suo esterno e quindi vadano ai pianeti esterni e poi per sedimentazione al loro centro.
== Storia delle scoperte ==
== Storia delle scoperte ==
Riga 19: Riga 20:
[[Immagine:Extrasolar_planet_NASA2.jpg|thumb|right|240px|Il nostro [[Sistema Solare]] confrontato con quello di [[55 Cancri]]]]  
[[Immagine:Extrasolar_planet_NASA2.jpg|thumb|right|240px|Il nostro [[Sistema Solare]] confrontato con quello di [[55 Cancri]]]]  
 +
[[Immagine:orbit3.gif|thumb|right|200px|Diagramma che mostra come un corpo più piccolo orbitante attorno a un corpo molto più grande possa provocare dei cambiamenti nella posizione e nella velocità del secondo, come se entrambi i corpi orbitassero attorno a un comune [[centro di massa]].]]
 +
[[Immagine:630px-HD179949.jpg|thumb|right|200px|La parte interna del nostro [[Sistema Solare]] sovrapposta all'orbita dei pianeti [[HD 179949|HD 179949 b]], [[HD 164427 b]], [[Epsilon Reticuli|Epsilon Reticuli Ab]], e [[Mu Arae|Mu Arae b]]]]
Nel [[1984]], si apre un nuovo orizzonte nella scienza dei pianeti extrasolari: viene scoperto un disco circumstellare attorno alla stella [[Beta Pictoris|β Pictoris]]. A 20 anni di distanza da quella scoperta sono note molte centinaia di dischi circumstellari che rappresentano le regioni in cui è in corso la formazione di nuovi pianeti oppure i residui di questo processo.
Nel [[1984]], si apre un nuovo orizzonte nella scienza dei pianeti extrasolari: viene scoperto un disco circumstellare attorno alla stella [[Beta Pictoris|β Pictoris]]. A 20 anni di distanza da quella scoperta sono note molte centinaia di dischi circumstellari che rappresentano le regioni in cui è in corso la formazione di nuovi pianeti oppure i residui di questo processo.
Riga 25: Riga 28:
compagno substellare attorno alla stella [[HD 114762]] [8]. Il presunto pianeta ([[HD 114762 b]]) ha una massa non inferiore a 11 volte quella di Giove, condizioni molto vicine al limite di bruciamento del deuterio. Alla data del [[2006]] non è ancora chiara la sua natura: potrebbe essere un gigante gassoso supermassivo, ma anche - considerato un ipotetico limite superiore di 145 [[massa gioviana|masse gioviane]] -  una [[nana bruna]] o una [[nana rossa]] [9][10].
compagno substellare attorno alla stella [[HD 114762]] [8]. Il presunto pianeta ([[HD 114762 b]]) ha una massa non inferiore a 11 volte quella di Giove, condizioni molto vicine al limite di bruciamento del deuterio. Alla data del [[2006]] non è ancora chiara la sua natura: potrebbe essere un gigante gassoso supermassivo, ma anche - considerato un ipotetico limite superiore di 145 [[massa gioviana|masse gioviane]] -  una [[nana bruna]] o una [[nana rossa]] [9][10].
-
Nel [[1992]], gli astronomi [[Alexander Wolszczan]] e [[Dale Frail]] annuciano la scoperta di due pianeti ''molto esotici'' di massa non inferiore a 3,4 e 2,8 volte quella terrestre<ref>Misure successive più precise condurrano a valori di 4,3+/-0,2 e 3,9+/-0,2 [[massa terrestre|masse terrestri]]. [http://adsabs.harvard.edu/abs/2003ApJ...591L.147K Konacki, M. and Wolszczan, A. ''Masses and Orbital Inclinations of Planets in the PSR B1257+12 System'' Astrophysical Journal, Volume 591, Issue 2, pp. L147-L150, 2003.].</ref> e orbitanti rispettivamente a 0,36 e 0,47 [[unità astronomica|UA]] attorno alla [[pulsar]] [[PSR B1257+12]] nella [[costellazione]] della [[Vergine (costellazione)|Vergine]].<ref>[http://www.nature.com/nature/journal/v355/n6356/abs/355145a0.html Wolszczan, A., and D.A. Frail. ''A planetary system around the millisecond pulsar PSR 1257+12.'' Nature 355(6356):145-7, January 9, 1992.]</ref> La scoperta dei due pianeti proviene dall'analisi dei dati - pubblicata tra il [[1992]] e il [[1994]] - di una campagna di osservazioni realizzata nel [[1990]] dall'[[osservatorio di Arecibo]] che aveva già condotto i due astronomi a identificare la pulsar sopracitata. Nel [[1994]] viene individuato anche un terzo pianeta, di massa pari a due volte la [[Luna]] e orbitante a 0,19 UA. Si tratta della prima scoperta di un sistema planetario extrasolare.
+
Nel [[1992]], gli astronomi [[Alexander Wolszczan]] e [[Dale Frail]] annuciano la scoperta di due pianeti ''molto esotici'' di massa non inferiore a 3,4 e 2,8 volte quella terrestre [11] e orbitanti rispettivamente a 0,36 e 0,47 [[unità astronomica|UA]] attorno alla [[pulsar]] [[PSR B1257+12]] nella [[costellazione]] della [[Vergine (costellazione)|Vergine]] [12]. La scoperta dei due pianeti proviene dall'analisi dei dati - pubblicata tra il [[1992]] e il [[1994]] - di una campagna di osservazioni realizzata nel [[1990]] dall'[[osservatorio di Arecibo]] che aveva già condotto i due astronomi a identificare la pulsar sopracitata. Nel [[1994]] viene individuato anche un terzo pianeta, di massa pari a due volte la [[Luna]] e orbitante a 0,19 UA. Si tratta della prima scoperta di un sistema planetario extrasolare.
L'anno successivo, nel [[1993]], Gordon Walker sostiene l'ipotesi che le oscillazioni
L'anno successivo, nel [[1993]], Gordon Walker sostiene l'ipotesi che le oscillazioni
della velocità radiale della stella [[Alrai]] (''γ Cephei'') potrebbero derivare dalla presenza di un pianeta di massa pari a due volte quella di Giove come effettivamente confermato da osservazioni più accurate condotte nel [[2002]].
della velocità radiale della stella [[Alrai]] (''γ Cephei'') potrebbero derivare dalla presenza di un pianeta di massa pari a due volte quella di Giove come effettivamente confermato da osservazioni più accurate condotte nel [[2002]].
-
[[Immagine:630px-HD179949.jpg|thumb|right|200px|La parte interna del nostro [[Sistema Solare]] sovrapposta all'orbita dei pianeti [[HD 179949|HD 179949 b]], [[HD 164427 b]], [[Epsilon Reticuli|Epsilon Reticuli Ab]], e [[Mu Arae|Mu Arae b]]]]
+
Il [[5 ottobre]] [[1995]], [[Michel Mayor]] e [[Didier Queloz]], dell'[[Osservatorio di Ginevra]], annunciano di avere scoperto il primo pianeta extrasolare di massa paragonabile a quella di Giove attorno alla stella [[51 Pegasi]] [13]. Pochi giorni più tardi, il [[12 ottobre]], gli americani [[Geoff Marcy]] e [[R. Paul Butler|Robert Butler]] - che stavano conducendo una campagna di osservazione simile a quella degli astronomi svizzeri - confermano l'esistenza del pianeta e che le variazioni della velocità radiale non sono imputabili all'attività superficiale della stella come affermato dai detrattori della scoperta.
-
 
+
-
Il [[5 ottobre]] [[1995]], [[Michel Mayor]] e [[Didier Queloz]], dell'[[Osservatorio di Ginevra]], annunciano di avere scoperto il primo pianeta extrasolare di massa paragonabile a quella di Giove attorno alla stella [[51 Pegasi]]<ref name="Mayor">{{en}}{{cite journal| author=Mayor, Michel; Queloz, Didier| title=A Jupiter-mass companion to a solar-type star| journal=Nature| year=1995| volume=378| issue=|pages=355 &ndash; 359| url=http://www.nature.com/nature/journal/v378/n6555/abs/378355a0.html}}</ref>. Pochi giorni più tardi, il [[12 ottobre]], gli americani [[Geoff Marcy]] e [[R. Paul Butler|Robert Butler]] - che stavano conducendo una campagna di osservazione simile a quella degli astronomi svizzeri - confermano l'esistenza del pianeta e che le variazioni della velocità radiale non sono imputabili all'attività superficiale della stella come affermato dai detrattori della scoperta.
+
== Metodi di individuazione ==
== Metodi di individuazione ==
-
{{vedi anche|Metodi di individuazione di pianeti extrasolari}}
 
-
 
-
[[Immagine:orbit3.gif|thumb|right|200px|Diagramma che mostra come un corpo più piccolo orbitante attorno a un corpo molto più grande possa provocare dei cambiamenti nella posizione e nella velocità del secondo, come se entrambi i corpi orbitassero attorno a un comune [[centro di massa]].]]
 
-
 
I pianeti, in confronto alle stelle, emettono molta meno luce nel cosmo. Per questo motivo, l'individuazione diretta di pianeti extrasolari risulta estremamente difficile: in condizioni normali di visibilità, i pianeti hanno solitamente una [[luminosità]] pari a meno di un milione di volte quella di una stella. In aggiunta a questa intrinseca difficoltà di rilevazione, la maggior luminosità delle stelle attorno a cui orbitano i pianeti causa un bagliore che tende a coprire la luce debolmente riflessa dai corpi celesti del rispettivo sistema.
I pianeti, in confronto alle stelle, emettono molta meno luce nel cosmo. Per questo motivo, l'individuazione diretta di pianeti extrasolari risulta estremamente difficile: in condizioni normali di visibilità, i pianeti hanno solitamente una [[luminosità]] pari a meno di un milione di volte quella di una stella. In aggiunta a questa intrinseca difficoltà di rilevazione, la maggior luminosità delle stelle attorno a cui orbitano i pianeti causa un bagliore che tende a coprire la luce debolmente riflessa dai corpi celesti del rispettivo sistema.
Riga 45: Riga 42:
Al 2008, sono stati determinati sei metodi di osservazione indiretta dei pianeti extrasolari. La maggior parte degli esopianeti conosciuti sono stati scoperti con tecniche di questo tipo.
Al 2008, sono stati determinati sei metodi di osservazione indiretta dei pianeti extrasolari. La maggior parte degli esopianeti conosciuti sono stati scoperti con tecniche di questo tipo.
-
[[Immagine:383px-Extrasolar Planets 2004-08-31.png|thumb|right|383px|Tutti i pianeti extrasolari scoperti al [[31 agosto]] [[2004]] (ascisse [[semiasse maggiore]], ordinate [[massa gioviana|masse gioviane]]): <br>I puntini <span style="color:0000CC">'''blu'''</span> rappresentano pianeti scoperti con il Metodo delle Velocità radiali. <br>In <span style="color:FF0000">'''rosso'''</span> quelli con metodo del transito. <br> in <span style="color:FFFF66">'''giallo'''</span> con la microlente gravitazionale. <br> L'immagine mostra anche i limiti delle capacità di rilevamento dei prossimi strumenti (linee colorate), sia terrestri che spaziali, dal 2006 al 2015. <br> Infine l'immagine mostra anche la posizione dei pianeti del [[sistema solare]]: sono i pallini più grandi con l'iniziale del nome inglese.]]  
+
[[Immagine:383px-Extrasolar Planets 2004-08-31.png|thumb|right|383px|Tutti i pianeti extrasolari scoperti al [[31 agosto]] [[2004]] (ascisse [[semiasse maggiore]], ordinate [[massa gioviana|masse gioviane]]): <br>I puntini <span style="color:0000CC">''blu''</span> rappresentano pianeti scoperti con il Metodo delle Velocità radiali. <br>In <span style="color:FF0000">''rosso'''</span> quelli con metodo del transito. <br> in <span style="color:FFFF66">''giallo''</span> con la microlente gravitazionale. <br> L'immagine mostra anche i limiti delle capacità di rilevamento dei prossimi strumenti (linee colorate), sia terrestri che spaziali, dal 2006 al 2015. <br> Infine l'immagine mostra anche la posizione dei pianeti del [[sistema solare]]: sono i pallini più grandi con l'iniziale del nome inglese.]]  
-
*'''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Astrometria|Astrometria]]:''' L'astrometria consiste nella misurazione precisa della posizione di una stella nel cielo e nell'osservare in che modo questa posizione cambia nell'arco del tempo. Se la stella ha un pianeta, allora l'influenza gravitazionale del pianeta stesso causerà alla stella un leggero movimento circolare o un'[[orbita ellittica]] attorno a un comune centro di massa.
+
*''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Astrometria|Astrometria]]:'' L'astrometria consiste nella misurazione precisa della posizione di una stella nel cielo e nell'osservare in che modo questa posizione cambia nell'arco del tempo. Se la stella ha un pianeta, allora l'influenza gravitazionale del pianeta stesso causerà alla stella un leggero movimento circolare o un'[[orbita ellittica]] attorno a un comune centro di massa.
-
*'''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Metodo delle velocità radiali|Velocità radiali]]:''' Questo metodo è conosciuto anche col nome di '''metodo Doppler'''. Le variazioni nella velocità con cui la stella si avvicina o si allontana dalla [[Terra]]&mdash; questa velocità è definita appunto come [[velocità radiale]] della stella rispetto alla Terra&mdash; possono far dedurre la presenza di un pianeta, a causa di sbilanciamenti della [[linea spettrale]] della stella, in accordo con l'[[effetto Doppler]]. Col passare del tempo, questa è diventata la tecnica più produttiva usata dai "cacciatori di pianeti".
+
*''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Metodo delle velocità radiali|Velocità radiali]]:'' Questo metodo è conosciuto anche col nome di ''metodo Doppler''. Le variazioni nella velocità con cui la stella si avvicina o si allontana dalla [[Terra]]&mdash; questa velocità è definita appunto come [[velocità radiale]] della stella rispetto alla Terra&mdash; possono far dedurre la presenza di un pianeta, a causa di sbilanciamenti della [[linea spettrale]] della stella, in accordo con l'[[effetto Doppler]]. Col passare del tempo, questa è diventata la tecnica più produttiva usata dai "cacciatori di pianeti".
-
*'''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Variazioni degli intervalli di emissioni di una Pulsar|Variazioni degli intervalli di emissioni di una Pulsar]]:''' Una [[pulsar]] (il residuo piccolo e ultradenso di una stella che è esplosa in una [[supernova]]), ruotando, emette onde radio a intervalli estremamente regolari. Leggere anomalie negli intervalli delle emissioni possono essere usate per tracciare cambiamenti nel moto della [[pulsar]], causati dalla presenza di uno o più pianeti.
+
*''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Variazioni degli intervalli di emissioni di una Pulsar|Variazioni degli intervalli di emissioni di una Pulsar]]:'' Una [[pulsar]] (il residuo piccolo e ultradenso di una stella che è esplosa in una [[supernova]]), ruotando, emette onde radio a intervalli estremamente regolari. Leggere anomalie negli intervalli delle emissioni possono essere usate per tracciare cambiamenti nel moto della [[pulsar]], causati dalla presenza di uno o più pianeti.
-
*'''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Transito|Metodo del transito]]:''' Se un pianeta attraversa (o [[transito (astronomia)|transita]]) di fronte alla propria stella, allora è osservabile una riduzione della luminosità della stella eclissata. L'ammontare della variazione dipende dalla dimensione del pianeta e della stella stessa. I pianeti extrasolari si distinguono dalle stelle [[variabile a eclisse|variabili a eclisse]] dal fatto che nella curva di luce dei primi c'è un'unica variazione nelle seconde invece le variazioni sono due.
+
*''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Transito|Metodo del transito]]:'' Se un pianeta attraversa (o [[transito (astronomia)|transita]]) di fronte alla propria stella, allora è osservabile una riduzione della luminosità della stella eclissata. L'ammontare della variazione dipende dalla dimensione del pianeta e della stella stessa. I pianeti extrasolari si distinguono dalle stelle [[variabile a eclisse|variabili a eclisse]] dal fatto che nella curva di luce dei primi c'è un'unica variazione nelle seconde invece le variazioni sono due.
-
*'''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Microlente gravitazionale|Microlente gravitazionale]]:''' L'effetto della lente gravitazionale avviene quando i campi gravitazionali di due corpi celesti cooperano per focalizzare la luce di una stella lontana. Se il primo corpo celeste (quello più vicino all'osservatore) è un pianeta, ciò sta a significare che possiede un campo gravitazionale tale da contribuire in modo importante all'effetto della microlente gravitazionale.
+
*''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Microlente gravitazionale|Microlente gravitazionale]]:'' L'effetto della lente gravitazionale avviene quando i campi gravitazionali di due corpi celesti cooperano per focalizzare la luce di una stella lontana. Se il primo corpo celeste (quello più vicino all'osservatore) è un pianeta, ciò sta a significare che possiede un campo gravitazionale tale da contribuire in modo importante all'effetto della microlente gravitazionale.
-
*'''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Dischi circumstellari e protoplanetari|Dischi circumstellari e protoplanetari]]:''' Le nubi di polveri circondano molte stelle, e queste polveri possono essere individuate poiché in grado di assorbire la luce stellare e riemetterla sotto forma di [[infrarossi|radiazione infrarossa]]. Analizzando attentamente le nubi di polveri, è possibile individuare elementi che suggeriscono la presenza di pianeti e/o [[protopianeta|protopianeti]].
+
*''[[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari#Dischi circumstellari e protoplanetari|Dischi circumstellari e protoplanetari]]:'' Le nubi di polveri circondano molte stelle, e queste polveri possono essere individuate poiché in grado di assorbire la luce stellare e riemetterla sotto forma di [[infrarossi|radiazione infrarossa]]. Analizzando attentamente le nubi di polveri, è possibile individuare elementi che suggeriscono la presenza di pianeti e/o [[protopianeta|protopianeti]].
Per il futuro, sono in programma numerose missioni spaziali che miglioreranno le [[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari|tecniche di individuazione dei pianeti extrasolari]]. Le misurazioni astronomiche fatte dallo spazio permettono una maggiore sensibilità rispetto a quelle fatte dalla superficie della [[Terra]]: infatti, viene annullato l'effetto distorcente dell'atmosfera terrestre, e gli strumenti agli infrarossi possono individuare anche le radiazioni che vengono bloccate dall'atmosfera. Alcune di queste missioni dovrebbero essere capaci di individuare pianeti di tipo [[pianeta terrestre|terrestre]]. Grandi telescopi spaziali, infine, potrebbero ottenere immagini dirette degli esopianeti.
Per il futuro, sono in programma numerose missioni spaziali che miglioreranno le [[Metodi di individuazione di pianeti extrasolari|tecniche di individuazione dei pianeti extrasolari]]. Le misurazioni astronomiche fatte dallo spazio permettono una maggiore sensibilità rispetto a quelle fatte dalla superficie della [[Terra]]: infatti, viene annullato l'effetto distorcente dell'atmosfera terrestre, e gli strumenti agli infrarossi possono individuare anche le radiazioni che vengono bloccate dall'atmosfera. Alcune di queste missioni dovrebbero essere capaci di individuare pianeti di tipo [[pianeta terrestre|terrestre]]. Grandi telescopi spaziali, infine, potrebbero ottenere immagini dirette degli esopianeti.
== Stranezze dei sistemi extrasolari ==
== Stranezze dei sistemi extrasolari ==
-
Molti astronomi si domandano perché molti pianeti extrasolari sono [[gigante gassoso|giganti gassosi]] di grandi dimensioni e perché si trovano molto vicini alla loro stella, rispetto a quelli del nostro [[sistema solare]]. Per esempio, {{STL|Tau|Boo}} ha un pianeta 4 volte più grande di [[Giove (astronomia)|Giove]] a meno di un quarto di [[unità astronomica]] (UA) di distanza (cioè un quarto della distanza Terra-Sole). [[HD 114762]] ha un pianeta 11 volte più grande di Giove, a meno di mezza UA. Una possibile risposta è che i metodi di ricerca odierni favoriscono l'individuazione di questo tipo di sistemi: un grande pianeta posto a piccola distanza amplifica le oscillazioni della stella, ed esse sono facilmente visibili come [[effetto Doppler]]. Un pianeta più piccolo, a distanza più grande, provoca oscillazioni molto più piccole e difficili da vedere.
+
Molti astronomi si domandano perché molti pianeti extrasolari sono [[gigante gassoso|giganti gassosi]] di grandi dimensioni e perché si trovano molto vicini alla loro stella, rispetto a quelli del nostro [[sistema Solare]]. Per esempio, Tau Bootis ha un pianeta 4 volte più grande di [[Giove]] a meno di un quarto di [[unità astronomica]] (UA) di distanza (cioè un quarto della distanza Terra-Sole). [[HD 114762]] ha un pianeta 11 volte più grande di Giove, a meno di mezza UA. Una possibile risposta è che i metodi di ricerca odierni favoriscono l'individuazione di questo tipo di sistemi: un grande pianeta posto a piccola distanza amplifica le oscillazioni della stella, ed esse sono facilmente visibili come [[effetto Doppler]]. Un pianeta più piccolo, a distanza più grande, provoca oscillazioni molto più piccole e difficili da vedere.
Un'altra spiegazione è che i pianeti si siano formati a distanze maggiori, per poi muoversi verso l'interno a causa delle reciproche interazioni gravitazionali. Tale modello è stato chiamato [[modello dei Giovi Saltellanti]], nome che rende bene l'idea.
Un'altra spiegazione è che i pianeti si siano formati a distanze maggiori, per poi muoversi verso l'interno a causa delle reciproche interazioni gravitazionali. Tale modello è stato chiamato [[modello dei Giovi Saltellanti]], nome che rende bene l'idea.
-
Analisi di alcuni pianeti extrasolari inoltre hanno rivelato la presenza di venti molto veloci sulla superficie con punte di 14.000 chilometri orari. Questi venti mantengono la temperatura di questi pianeti costante su tutta la superficie con escursioni termiche molto ridotte<ref>[http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1282783 Temperatura dei pianeti extrasolari]</ref>.
+
Analisi di alcuni pianeti extrasolari inoltre hanno rivelato la presenza di venti molto veloci sulla superficie con punte di 14.000 chilometri orari. Questi venti mantengono la temperatura di questi pianeti costante su tutta la superficie con escursioni termiche molto ridotte [14].
-
Analisi dei processi di fotosintesi terrestri hanno spinto dei ricercatori NASA a ipotizzare che su alcuni pianeti extrasolari, potrebbero esistere degli organismi in grado di sfruttare parzialmente anche la banda dell'infrarosso per la fotosintesi. Secondo questi ricercatori i futuri telescopi spaziali dovranno tenere conto di questa possibilità durante la fase di costruzione<ref>{{cita web|http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1299685|Il colore delle piante extrasolari|editore=Le scienze|accesso=12-04-2007}}</ref>.
+
Analisi dei processi di fotosintesi terrestri hanno spinto dei ricercatori NASA a ipotizzare che su alcuni pianeti extrasolari, potrebbero esistere degli organismi in grado di sfruttare parzialmente anche la banda dell'infrarosso per la fotosintesi. Secondo questi ricercatori i futuri telescopi spaziali dovranno tenere conto di questa possibilità durante la fase di costruzione [15].
== Pianeti extrasolari degni di nota ==
== Pianeti extrasolari degni di nota ==
-
La pietra miliare dei pianeti extrasolari viene posta nel [[1992]] dagli astronomi Wolszczan e Frail che pubblicano sulla rivista ''[[Nature]]'' i risultati di una loro osservazione, iniziata due anni prima presso il [[radiotelescopio di Arecibo]], che indica che attorno alla pulsar [[PSR B1257+12]] orbitano due pianeti. Si tratta dei primi pianeti extrasolari individuati con sicurezza, ma la loro rilevanza è legata soprattutto al fatto di orbitare attorno ad una [[pulsar]], una condizione ancor'oggi piuttosto rara. La maggior parte degli astronomi, all'epoca della scoperta, si aspettava di scoprire pianeti solo attorno alle stelle appartenenti alla [[sequenza principale]] e ancor'oggi sono solo due le pulsar sicuramente dotate di sistema planetario ([[PSR B1620-26]] e PSR 1257+12)
+
La pietra miliare dei pianeti extrasolari viene posta nel [[1992]] dagli astronomi Wolszczan e Frail che pubblicano sulla rivista ''[[Nature]]'' i risultati di una loro osservazione, iniziata due anni prima presso il [[radiotelescopio di Arecibo]], che indica che attorno alla pulsar [[PSR B1257 12|PSR B1257+12]] orbitano due pianeti. Si tratta dei primi pianeti extrasolari individuati con sicurezza, ma la loro rilevanza è legata soprattutto al fatto di orbitare attorno ad una [[pulsar]], una condizione ancor'oggi piuttosto rara. La maggior parte degli astronomi, all'epoca della scoperta, si aspettava di scoprire pianeti solo attorno alle stelle appartenenti alla [[sequenza principale]] e ancor'oggi sono solo due le pulsar sicuramente dotate di sistema planetario ([[PSR B1620-26]] e [[PSR B1257 12|PSR 1257+12]])
-
Il primo pianeta extrasolare la cui scoperta viene verificata da più osservazioni è '''[[51 Pegasi|51 Pegasi b]]''' che orbita attorno a [[51 Pegasi]], una stella della [[sequenza principale]]. Questo [[Pianeta gioviano caldo|gioviano caldo]] (''hot Jupiter''), scoperto nel '''[[1995]]''' dall'astronomo [[Didier Queloz]] del [[Jet Propulsion Lab]], è il primo individuato di una lunga serie di pianeti extrasolari di questo tipo.
+
Il primo pianeta extrasolare la cui scoperta viene verificata da più osservazioni è '''[[51 Pegasi b]]''' che orbita attorno a [[51 Pegasi]], una stella della [[sequenza principale]]. Questo [[Pianeta gioviano caldo|gioviano caldo]] (''hot Jupiter''), scoperto nel [[1995]] dall'astronomo [[Didier Queloz]] del [[Jet Propulsion Laboratory]], è il primo individuato di una lunga serie di pianeti extrasolari di questo tipo.
Da allora, vi sono state numerose altre scoperte significative:
Da allora, vi sono state numerose altre scoperte significative:
-
;1998, [[Gliese 876 b]]: Il primo pianeta osservato intorno ad una [[nana rossa]] ([[Gliese 876]]). La sua orbita è più vicina a quella della sua stella di quanto lo sia l'orbita di [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]] con quella del [[Sole]]. La maggior parte dei pianeti scoperti ruotano molto vicini alle proprie stelle.
+
;1998, [[Gliese 876 b]]: Il primo pianeta osservato intorno ad una [[nana rossa]] ([[Gliese 876]]). La sua orbita è più vicina a quella della sua stella di quanto lo sia l'orbita di [[Mercurio]] con quella del [[nana gialla|Sole]]. La maggior parte dei pianeti scoperti ruotano molto vicini alle proprie stelle.
-
;1999, [[HD 209458 b]]: Questo pianeta extrasolare, originariamente scoperto con il metodo delle velocità radiali, divenne il primo pianeta extrasolare a essere osservato transitare davanti alla propria stella. Il metodo del transito dimostra l'esistenza di un pianeta extrasolare, confermando i risultati del metodo delle velocità radiali.  
+
;1999, [[HD 209458 b]]: Questo pianeta extrasolare, originariamente scoperto con il metodo delle velocità radiali, divenne il primo pianeta extrasolare a essere osservato transitare davanti alla propria stella ([[HD 209458]]). Il metodo del transito dimostra l'esistenza di un pianeta extrasolare, confermando i risultati del metodo delle velocità radiali.  
-
;1999, [[Upsilon Andromedae]]: Il primo sistema planetario multiplo rilevato ad essere composto da tre pianeti, tutti simili a [[Giove (astronomia)|Giove]]. La scoperta dei pianeti [[Upsilon Andromedae b|b]], [[Upsilon Andromedae c|c]], [[Upsilon Andromedae d|d]] fu annunciata rispettivamente nel [[1996]], [[1999]], e ancora [[1999]].
+
;1999, [[Upsilon Andromedae]]: Il primo sistema planetario multiplo rilevato ad essere composto da tre pianeti, tutti simili a [[Giove]]. La scoperta dei pianeti [[Upsilon Andromedae b|b]], [[Upsilon Andromedae c|c]], [[Upsilon Andromedae d|d]] fu annunciata rispettivamente nel [[1996]], [[1999]], e ancora [[1999]].
;2001, [[HD 209458 b]]: Gli astronomi, usando il [[telescopio Spaziale Hubble]], annunciarono di aver scoperto e analizzato, per la prima volta, l'[[atmosfera]] di un pianeta extrasolare. Si trattava dell'atmosfera di [[HD 209458 b]] che, analizzata, rivelò una quantità di [[sodio]] minore di quanto ci si aspettasse, suggerendo così che il cielo del pianeta dovesse essere caratterizzato da nubi molto alte, che oscurano gli strati inferiori dell'atmosfera.
;2001, [[HD 209458 b]]: Gli astronomi, usando il [[telescopio Spaziale Hubble]], annunciarono di aver scoperto e analizzato, per la prima volta, l'[[atmosfera]] di un pianeta extrasolare. Si trattava dell'atmosfera di [[HD 209458 b]] che, analizzata, rivelò una quantità di [[sodio]] minore di quanto ci si aspettasse, suggerendo così che il cielo del pianeta dovesse essere caratterizzato da nubi molto alte, che oscurano gli strati inferiori dell'atmosfera.
Riga 87: Riga 84:
[[Immagine:Artist's impression of pulsar planet B1620-26c.jpg|thumb|right|250px|Rappresentazione artistica del pianeta orbitante intorno alla [[pulsar]] [[PSR B1620-26c]] (scoperto nel [[2003]]); con i suoi 12,5 miliardi di anni stimati, si tratta del più vecchio pianeta extrasolare conosciuto.]]
[[Immagine:Artist's impression of pulsar planet B1620-26c.jpg|thumb|right|250px|Rappresentazione artistica del pianeta orbitante intorno alla [[pulsar]] [[PSR B1620-26c]] (scoperto nel [[2003]]); con i suoi 12,5 miliardi di anni stimati, si tratta del più vecchio pianeta extrasolare conosciuto.]]
-
;2001, [[HD 28185 b]]: Il primo pianeta extrasolare ad essere scoperto nella [[zona abitabile]], dove (teoricamente) è possibile l'esistenza di [[acqua]] liquida e della [[vita]]. La possibilità dell'esistenza di vita extraterrestre su pianeti giganti è però sconosciuta, in quanto non è ancora certo se questi pianeti abbiano o meno una superficie solida. Tuttavia, potrebbero esserci [[Luna Extrasolare|lune extrasolari]] orbitanti attorno a pianeti giganti in grado di supportare la vita (come, forse, accadrebbe già nel [[sistema solare]] con [[Europa (astronomia)|Europa]], una luna di [[Giove (astronomia)|Giove]]. La superficie di una luna potrebbe essere caratterizzata da oceani di acqua liquida, e una grande varietà di sistemi naturali, che permetterebbero a forme di vita aliene di svilupparsi.
+
;2001, [[HD 28185 b]]: Il primo pianeta extrasolare ad essere scoperto nella [[zona abitabile]], dove (teoricamente) è possibile l'esistenza di [[acqua]] liquida e della [[vita]]. La possibilità dell'esistenza di vita extraterrestre su pianeti giganti è però sconosciuta, in quanto non è ancora certo se questi pianeti abbiano o meno una superficie solida. Tuttavia, potrebbero esserci [[Luna Extrasolare|lune extrasolari]] orbitanti attorno a pianeti giganti in grado di supportare la vita (come, forse, accadrebbe già nel [[sistema Solare]] con [[Europa]], una luna di [[Giove]]. La superficie di una luna potrebbe essere caratterizzata da oceani di acqua liquida, e una grande varietà di sistemi naturali, che permetterebbero a forme di vita aliene di svilupparsi.
;2001, [[Iota Draconis b]]: Il primo pianeta scoperto attorno a una [[stella gigante]] (per l'esattezza una [[stella gigante|gigante arancione]]). Questa scoperta è la prova definitiva della possibilità dell'esistenza di sistemi planetari anche attorno a stelle massiccie. Il pianeta risulta imponente e con un'[[orbita]] molto [[Eccentricità orbitale|eccentrica]]. [[Iota Draconis b]] orbita pertanto a una distanza dalla propria stella che è circa il 27,5% in più della distanza tra la Terra e il Sole.
;2001, [[Iota Draconis b]]: Il primo pianeta scoperto attorno a una [[stella gigante]] (per l'esattezza una [[stella gigante|gigante arancione]]). Questa scoperta è la prova definitiva della possibilità dell'esistenza di sistemi planetari anche attorno a stelle massiccie. Il pianeta risulta imponente e con un'[[orbita]] molto [[Eccentricità orbitale|eccentrica]]. [[Iota Draconis b]] orbita pertanto a una distanza dalla propria stella che è circa il 27,5% in più della distanza tra la Terra e il Sole.
-
;2003, [[PSR B1620-26c]]: Il [[10 luglio]] [[2003]], utilizzando le informazioni del [[Telescopio Spaziale Hubble]], un gruppo di scienziati guidati da Steinn Sigurdsson scoprì quello che è ancora oggi il più vecchio pianeta extrasolare conosciuto. Il pianeta, detto comunemente '''Matusalemme''', è situato nell'[[ammasso globulare]] [[M4]], nella costellazione dello [[Scorpione (costellazione)|Scorpione]], a circa 5600 anni luce dalla Terra. Inoltre, si tratta del solo pianeta conosciuto a orbitare attorno a un [[stella doppia|sistema stellare binario]]: una delle due stelle del sistema è una [[pulsar]], mentre l'altra è una [[nana bianca]]. Il pianeta ha una massa pari al doppio di quella di Giove e si pensa abbia 12,5-13 miliardi di anni.
+
;2003, [[PSR B1620-26c]]: Il [[10 luglio]] [[2003]], utilizzando le informazioni del [[Telescopio Spaziale Hubble]], un gruppo di scienziati guidati da Steinn Sigurdsson scoprì quello che è ancora oggi il più vecchio pianeta extrasolare conosciuto. Il pianeta, detto comunemente ''Matusalemme'', è situato nell'[[ammasso globulare]] [[M4]], nella costellazione dello [[Scorpione (costellazione)|Scorpione]], a circa 5600 anni luce dalla Terra. Inoltre, si tratta del solo pianeta conosciuto a orbitare attorno a un [[sistema binario|sistema stellare binario]]: una delle due stelle del sistema è una [[pulsar]], mentre l'altra è una [[nana bianca]]. Il pianeta ha una massa pari al doppio di quella di Giove e si pensa abbia 12,5-13 miliardi di anni.
;2003, [[HD 70642 b]]: Nel [[luglio]] [[2003]], l'astronomo statunitense Carter annunciò di aver scoperto un pianeta simile a Giove orbitare circolarmente intorno alla stella a [[HD 70642]] a 3,3 [[Unità astronomica|UA]] di distanza. La sua massa è il doppio di quella di Giove: anche in questo caso, si può ipotizzare un vasto sistema di lune orbitanti attorno a questo pianeta, una delle quali potrebbe essere adatta al mantenimento e all'evoluzione della vita.
;2003, [[HD 70642 b]]: Nel [[luglio]] [[2003]], l'astronomo statunitense Carter annunciò di aver scoperto un pianeta simile a Giove orbitare circolarmente intorno alla stella a [[HD 70642]] a 3,3 [[Unità astronomica|UA]] di distanza. La sua massa è il doppio di quella di Giove: anche in questo caso, si può ipotizzare un vasto sistema di lune orbitanti attorno a questo pianeta, una delle quali potrebbe essere adatta al mantenimento e all'evoluzione della vita.
Riga 97: Riga 94:
;2004, [[Mu Arae d]] e [[TrES-1]]: Nell'[[Agosto]] del [[2004]], fu scoperto dagli strumenti dell'[[European Southern Observatory]] un pianeta orbitante attorno alla stella [[Mu Arae]] avente una massa pari a 14 volte quella terrestre. Si tratta del sesto pianeta extrasolare più leggero  mai scoperto e potrebbe essere il primo [[pianeta terrestre]] al dì fuori del sistema solare ruotante attorno a una stella della [[sequenza principale]].
;2004, [[Mu Arae d]] e [[TrES-1]]: Nell'[[Agosto]] del [[2004]], fu scoperto dagli strumenti dell'[[European Southern Observatory]] un pianeta orbitante attorno alla stella [[Mu Arae]] avente una massa pari a 14 volte quella terrestre. Si tratta del sesto pianeta extrasolare più leggero  mai scoperto e potrebbe essere il primo [[pianeta terrestre]] al dì fuori del sistema solare ruotante attorno a una stella della [[sequenza principale]].
-
;2004, [[2M1207 b]]: Nel [[2005]], venne scoperto per la prima volta un pianeta ruotante attorno ad una [[nana bruna]]. Inoltre, è il primo pianeta di cui sia stato possibile ottenere un'immagine agli [[infrarosso|infrarossi]]. [[2M1207 b]] ha una massa pari a 5 volte quella di Giove, sebbene stime di altri astronomi differiscano per difetto; la distanza dalla sua stella, che ha una massa pari solamente a 25 volte quella di [[Giove (pianeta)|Giove]], è di 55 [[Unità astronomica|UA]]. La temperatura di questo pianeta [[gigante gassoso]] è molto elevata (1250 [[K]]), soprattutto per via della forte contrazione gravitazionale.  
+
;2004, [[2M1207 b]]: Nel [[2005]], venne scoperto per la prima volta un pianeta ruotante attorno ad una [[nana bruna]]. Inoltre, è il primo pianeta di cui sia stato possibile ottenere un'immagine agli [[infrarosso|infrarossi]]. [[2M1207 b]] ha una massa pari a 5 volte quella di Giove, sebbene stime di altri astronomi differiscano per difetto; la distanza dalla sua stella, che ha una massa pari solamente a 25 volte quella di [[Giove]], è di 55 [[Unità astronomica|UA]]. La temperatura di questo pianeta [[gigante gassoso]] è molto elevata (1250 [[K]]), soprattutto per via della forte contrazione gravitazionale.  
;2005, [[Gliese 876 d]]: Nel [[Giugno]] [[2005]], fu annunciata la scoperta di un terzo pianeta orbitante attorno alla [[nana rossa]] [[Gliese 876]]. Avente massa stimata 7,5 volte quella terrestre, risulta essere il secondo pianeta extrasolare più leggero finora scoperto (orbitante attorno a una stella della [[sequenza principale]]). Questo pianeta deve essere in gran parte composto da roccia, come i 4 pianeti interni del nostro [[Sistema Solare]]; la distanza di [[Gliese 876 d]] dalla sua stella è di 0,021 [[Unità astronomica|UA]] con un periodo di rivoluzione di 1,94 giorni.
;2005, [[Gliese 876 d]]: Nel [[Giugno]] [[2005]], fu annunciata la scoperta di un terzo pianeta orbitante attorno alla [[nana rossa]] [[Gliese 876]]. Avente massa stimata 7,5 volte quella terrestre, risulta essere il secondo pianeta extrasolare più leggero finora scoperto (orbitante attorno a una stella della [[sequenza principale]]). Questo pianeta deve essere in gran parte composto da roccia, come i 4 pianeti interni del nostro [[Sistema Solare]]; la distanza di [[Gliese 876 d]] dalla sua stella è di 0,021 [[Unità astronomica|UA]] con un periodo di rivoluzione di 1,94 giorni.
-
;2005, [[HD 149026 b]]: Nel [[Luglio]] [[2005]] venne annunciata la scoperta del pianeta dal nucleo più grande mai visto. Il pianeta, [[HD 149026 b]], orbita attorno alla stella [[HD 149026]], e ha un nucleo la cui massa stimata è circa 70 volte la massa terrestre, occupando i 2/3 del pianeta.<ref>{{en}}{{cite journal | author=Sato, B.; Fischer, D.; Henry, G.; Laughlin, G.; Butler, R.; Marcy, G.; Vogt, S.; Bodenheimer, P.; Ida, S.; Toyota, E.; Wolf, A.; Valenti, J.; Boyd, L.; Johnson, J.; Wright, J.; Ammons, M.; Robinson, S.; Strader, J.; McCarthy, C.; Tah, K.; Minniti, D. | title=The N2K Consortium II:  A Transiting Hot Saturn around HD 149026 with a Large Dense Core | journal=The Astrophysical Journal | year=2005 | volume=633 | issue= | pages=465 &ndash; 473}}</ref>
+
;2005, [[HD 149026 b]]: Nel [[Luglio]] [[2005]] venne annunciata la scoperta del pianeta dal nucleo più grande mai visto. Il pianeta, [[HD 149026 b]], orbita attorno alla stella [[HD 149026]], e ha un nucleo la cui massa stimata è circa 70 volte la massa terrestre, occupando i 2/3 del pianeta [16].
-
;2005, [[HD 188753 Ab]]: Nel [[Luglio]] [[2005]] l'astronomo Maciej Konacki annunciò di aver scoperto  un pianeta approssimativamente della massa di [[Giove (astronomia)|Giove]] in un [[stella tripla|sistema stellare triplo]] relativamente ristretto, a una distanza di circa 149 [[anno luce|anni luce]] dalla [[Terra]]. Questa scoperta lancia una sfida alle attuali teorie sulla formazione planetaria, dato che una concentrazione così elevata di stelle avrebbe dovuto impedire la formazione del [[disco protoplanetario]] che si suppone abbia dato origine a questo pianeta.<ref name="Konacki">{{en}}{{cite journal | author=Konacki, M. | title=An extrasolar giant planet in a close triple-star system | journal=Nature | year=2005 | volume=436 | issue= | pages=230 &ndash; 233 | url=http://www.nature.com/nature/journal/v436/n7048/abs/nature03856.html}}</ref><ref name="JPL">{{en}}{{cite web | title=NASA Scientist Finds World With Triple Sunsets (News Release) | work=JPL website | date= July 13, 2005 | url=http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2005-115|accessdate=2006-05-07}}</ref> Comunque, nel [[2007]] un team di astronomi ha messo in dubbio le osservazioni svolte verso questo pianeta, sostenendo che non ci siano elementi sufficienti per provarne l'esistenza.<ref>{{en}}{{cite journal | author=Eggenberger A., Udry S., Mazeh T., Segal Y. & Mayor M. | title=No evidence of a hot Jupiter around HD 188753 A | journal=Astronomy & Astrophysics | year=2007 | volume=preprint | url=http://fr.arxiv.org/abs/astro-ph/0702574}}</ref><ref>{{en}}{{cite web | title=Maciej Konacki home page | date=Feb. 22, 2007 | url=http://www.ncac.torun.pl/~maciej/Planets/HD188753Ab.html | accessdate=2007-02-23}}</ref>
+
;2005, [[HD 188753 Ab]]: Nel [[Luglio]] [[2005]] l'astronomo Maciej Konacki annunciò di aver scoperto  un pianeta approssimativamente della massa di [[Giove]] in un [[stella tripla|sistema stellare triplo]] relativamente ristretto, a una distanza di circa 149 [[anno luce|anni luce]] dalla [[gaia|Terra]]. Questa scoperta lancia una sfida alle attuali teorie sulla formazione planetaria, dato che una concentrazione così elevata di stelle avrebbe dovuto impedire la formazione del [[disco protoplanetario]] che si suppone abbia dato origine a questo pianeta [17][18]. Comunque, nel [[2007]] un team di astronomi ha messo in dubbio le osservazioni svolte verso questo pianeta, sostenendo che non ci siano elementi sufficienti per provarne l'esistenza [19][20].
-
[[Immagine:800px-OGLE-2005-BLG-390Lb.jpg|thumb|right|250px|Rappresentazione artistica del pianeta [[OGLE-2005-BLG-390Lb]] (la cui superficie ha una temperatura approssimativamente di -220 °C), orbitante intorno a una stella a 20000 [[anno luce|anni luce]] di distanza dalla [[Terra]].]]
+
[[Immagine:800px-OGLE-2005-BLG-390Lb.jpg|thumb|right|250px|Rappresentazione artistica del pianeta [[OGLE-2005-BLG-390Lb]] (la cui superficie ha una temperatura approssimativamente di -220 °C), orbitante intorno a una stella a 20000 [[anno luce|anni luce]] di distanza dalla [[gaia|Terra]].]]
-
;2006, [[OGLE-2005-BLG-390Lb]]: Il [[25 gennaio]] del [[2006]], fu annunciata la scoperta di [[OGLE-2005-BLG-390Lb]]. Questo è probabilmente il pianeta extrasolare più distante e più freddo mai individuato fino ad ora<ref>[http://www.esa.int/esaCP/SEM1E9NZCIE_Italy_0.html Quel pianeta lontano, gemello della Terra (intervista sito ESA)]</ref>. Il pianeta orbita attorno ad una stella [[nana rossa]] situata a circa 21500 [[anno luce|anni luce]] di distanza dalla Terra, vicino al centro della [[Via Lattea]]. È stato stimato che abbia una massa pari a 5,5 volte quella della [[Terra]]: ciò farebbe di [[OGLE-2005-BLG-390Lb]] uno dei pianeti extrasolari più piccoli finora scoperti attorno a una stella della [[sequenza principale]]. Prima di questa scoperta, i pianeti extrasolari più piccoli scoperti si trovavano sempre a una distanza molto piccola dalla propria stella: questo pianeta, invece, dovrebbe orbitare a circa 2,6 [[unità astronomica|UA]] dalla propria stella.<ref name="Beaulieulensplanet">{{en}}{{cite journal | author=J.-P. Beaulieu; D.P. Bennett; P. Fouque; A. Williams; M. Dominik; U.G. Jorgensen; D. Kubas; A. Cassan; C. Coutures; J. Greenhill; K. Hill; J. Menzies; P.D. Sackett; M. Albrow; S. Brillant; J.A.R. Caldwell; J.J. Calitz; K.H. Cook; E. Corrales; M. Desort; S. Dieters; D. Dominis; J. Donatowicz; M. Hoffman; S. Kane; J.-B. Marquette; R. Martin; P. Meintjes; K. Pollard; K. Sahu; C. Vinter; J. Wambsganss; K. Woller; K. Horne; I. Steele; D. Bramich; M. Burgdorf; C. Snodgrass; M. Bode; A. Udalski; M. Szymanski; M. Kubiak; T. Wieckowski; G. Pietrzynski; I. Soszynski; O. Szewczyk; L. Wyrzykowski; B. Paczynski | title=Discovery of a Cool Planet of 5.5 Earth Masses Through Gravitational Microlensing | journal=Nature | year=2006 | volume=439 | issue= | pages=437 &ndash; 440 | url=http://www.nature.com/nature/journal/v439/n7075/full/nature04441.html}}</ref><ref name="onenews">{{en}}{{cite web | title=Kiwis help discover new planet | date=Jan 26, 2006 | work=One News | url=http://tvnz.co.nz/view/page/411419/653815 | accessdate=2006-05-07}}</ref>
+
;2006, [[OGLE-2005-BLG-390Lb]]: Il [[25 gennaio]] del [[2006]], fu annunciata la scoperta di [[OGLE-2005-BLG-390Lb]]. Questo è probabilmente il pianeta extrasolare più distante e più freddo mai individuato fino ad ora [21]. Il pianeta orbita attorno ad una stella [[nana rossa]] situata a circa 21500 [[anno luce|anni luce]] di distanza dalla Terra, vicino al centro della [[Via Lattea]]. È stato stimato che abbia una massa pari a 5,5 volte quella della [[gaia|Terra]]: ciò farebbe di [[OGLE-2005-BLG-390Lb]] uno dei pianeti extrasolari più piccoli finora scoperti attorno a una stella della [[sequenza principale]]. Prima di questa scoperta, i pianeti extrasolari più piccoli scoperti si trovavano sempre a una distanza molto piccola dalla propria stella: questo pianeta, invece, dovrebbe orbitare a circa 2,6 [[unità astronomica|UA]] dalla propria stella [22][23].
-
;2006, [[HD 69830]]: Si tratta di un sistema planetario comprendente tre pianeti dalla massa simile a quella di [[Nettuno (astronomia)|Nettuno]]: è il primo triplo sistema planetario senza pianeti delle dimensioni di [[Giove (astronomia)|Giove]] ad essere osservato. La scoperta di tutti e tre i pianeti fu annunciata il [[18 maggio]] [[2006]] dell'astronomo Lovis. Tutti e tre gli esopianeti ruotano entro la distanza di 1 [[unità astronomica|UA]] dalla propria stella. I pianeti [[HD 69830 b|b]], [[HD 69830 c|c]], [[HD 69830 d|d]] hanno una massa rispettivamente pari a 10, 12, e 18 quella [[Terra|terrestre]]. [[HD 69830 d|d]] descrive la sua orbita nell'ipotetica [[zona abitabile]] del sistema.<ref>{{en}}{{cite web | title=Trio of Neptunes and their belt | journal=ESO 2006 | issue= | date=May 18, 2006 | url=http://www.eso.org/public/outreach/press-rel/pr-2006/pr-18-06.html | accessdate=2007-06-09}}</ref>
+
;2006, [[HD 69830]]: Si tratta di un sistema planetario comprendente tre pianeti dalla massa simile a quella di [[Nettuno (astronomia)|Nettuno]]: è il primo triplo sistema planetario senza pianeti delle dimensioni di [[Giove (astronomia)|Giove]] ad essere osservato. La scoperta di tutti e tre i pianeti fu annunciata il [[18 maggio]] [[2006]] dell'astronomo Lovis. Tutti e tre gli esopianeti ruotano entro la distanza di 1 [[unità astronomica|UA]] dalla propria stella. I pianeti [[HD 69830 b|b]], [[HD 69830 c|c]], [[HD 69830 d|d]] hanno una massa rispettivamente pari a 10, 12, e 18 quella [[Terra|terrestre]]. [[HD 69830 d|d]] descrive la sua orbita nell'ipotetica [[zona abitabile]] del sistema [24].
-
;2006, [[HAT-P-1b]]: Usando una rete di piccoli telescopi automatizzati noti come [[HAT]], gli astronomi del [[Smithsonian Institution]] hanno individuato un pianeta, battezzato inizialmente come HAT-P-1b, che orbita attorno a una stella distante 450 [[anno luce|anni luce]] dalla [[Terra]], nella costellazione della [[Lucertola (costellazione)|Lucertola]]. Il pianeta ha un diametro che equivale a 1,38 volte quello di [[Giove (astronomia)|Giove]], ma ha solamente metà della massa del più grande pianeta del [[Sistema Solare]]:  ciò fa di lui il pianeta extrasolare meno denso osservato fino ad ora (la sua densità è circa 1/4 di quella dell'[[acqua]]). Rimane ancora poco chiaro come un pianeta possa evolversi, e si pensa che uno studio approfondito di [[HD 209458 b]] (così è stato ribattezzato il pianeta) possa contribuire alla formulazione di una teoria efficace sulla formazione e sull'evoluzione dei pianeti. Come ha sottolineato l'astrofisico [[Robert Noyes]] dell'[[Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics]] (CfA), "Non possiamo considerare HD 209458 b come un caso. Questa nuova scoperta suggerisce che dobbiamo ancora scoprire molto sulla formazione e sull'evoluzione dei pianeti."<ref name="Cfa">{{en}}{{cite web | title=Strange New Planet Baffles Astronomers (Press Release) | date=Sep 14, 2006 | work=Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics | url=http://www.cfa.harvard.edu/press/pr0624.html | accessdate=2006-09-14}}</ref>
+
;2006, [[HAT-P-1b]]: Usando una rete di piccoli telescopi automatizzati noti come [[HAT]], gli astronomi del [[Smithsonian Institution]] hanno individuato un pianeta, battezzato inizialmente come HAT-P-1b, che orbita attorno a una stella distante 450 [[anno luce|anni luce]] dalla [[Terra]], nella costellazione della [[Lucertola (costellazione)|Lucertola]]. Il pianeta ha un diametro che equivale a 1,38 volte quello di [[Giove (astronomia)|Giove]], ma ha solamente metà della massa del più grande pianeta del [[Sistema Solare]]:  ciò fa di lui il pianeta extrasolare meno denso osservato fino ad ora (la sua densità è circa 1/4 di quella dell'[[acqua]]). Rimane ancora poco chiaro come un pianeta possa evolversi, e si pensa che uno studio approfondito di [[HD 209458 b]] (così è stato ribattezzato il pianeta) possa contribuire alla formulazione di una teoria efficace sulla formazione e sull'evoluzione dei pianeti. Come ha sottolineato l'astrofisico [[Robert Noyes]] dell'[[Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics]] (CfA), "Non possiamo considerare HD 209458 b come un caso. Questa nuova scoperta suggerisce che dobbiamo ancora scoprire molto sulla formazione e sull'evoluzione dei pianeti" [25].
-
;2007, [[HD 209458b]] e [[HD 189733b]]: Il [[21 febbraio]], [[2007]], la [[NASA]] e la rivista scientifica ''[[Nature (rivista)|Nature]]'' hanno rilasciato la notizia che [[HD 209458b]] e [[HD 189733 b]] furono i primi pianeti extrasolari di cui venne osservato direttamente lo [[spettro (astronomia)|spettro]].<ref>{{en}}[http://www.spitzer.caltech.edu/Media/releases/ssc2007-04/release.shtml http://www.spitzer.caltech.edu/Media/releases/ssc2007-04/release.shtml] ''Spitzer.caltech.edu'' Retrieved on 04-25-07 </ref><ref>{{en}}[http://www.nature.com/nature/journal/v445/n7130/abs/nature05636.html http://www.nature.com/nature/journal/v445/n7130/abs/nature05636.html] ''Nature.com'' Retrieved on 04-25-07 </ref> Tale sistema fu considerato il primo metodo tramite il quale era possibile individuare la presenza di forme di vita non senzienti, analizzando la composizione dell'[[atmosfera]] del pianeta. Un gruppo di scienziati, guidati da Jeremy Richardson del  [[Goddard Space Flight Center]] della NASA furono i primi a pubblicare, il [[22 febbraio]] un articolo su [[Nature (rivista)|Nature]]. Gli scienziati analizzarono lo [[spettro (astronomia)|spettro]] dell'atmosfera di [[HD 209458 b]], ottenendo risultati molto diversi da quelli attesi. Lo spettro avrebbe dovuto avere un picco attorno ai 10 micrometri, il che avrebbe suggerito la presenza di [[vapore acqueo]] nell'atmosfera; tuttavia, il picco non fu rilevato, e ciò portò ad escludere l'ipotesi della presenza di acqua sotto forma di vapore. Un picco non previsto fu rilevato attorno ai 9,65 micrometri. Gli scienziati lo attribuirono alla presenza di nuvole di polvere di [[silicati]], un fenomeno prima non osservato. Infine, un ultimo picco imprevisto fu rilevato attorno ai 7,78 micrometri, che gli scienziati non sono ancora riusciti a spiegare. A conferma delle analisi, un altro team di astronomi, guidato da Mark Swain del [[Jet Propulsion Laboratory]], ha compiuto un'analisi dello [[spettro (astronomia)|spettro]] dell'[[atmosfera]] di [[HD 209458 b]], ottenendo risultati molto simili a quelli del team di Richardson.   
+
;2007, [[HD 209458 b]] e [[HD 189733 Ab]]: Il [[21 febbraio]], [[2007]], la [[NASA]] e la rivista scientifica ''[[Nature (rivista)|Nature]]'' hanno rilasciato la notizia che [[HD 209458 b]] e [[HD 189733 Ab]] furono i primi pianeti extrasolari di cui venne osservato direttamente lo [[spettro (astronomia)|spettro]] [26][27]. Tale sistema fu considerato il primo metodo tramite il quale era possibile individuare la presenza di forme di vita non senzienti, analizzando la composizione dell'[[atmosfera]] del pianeta. Un gruppo di scienziati, guidati da Jeremy Richardson del  [[Goddard Space Flight Center]] della NASA furono i primi a pubblicare, il [[22 febbraio]] un articolo su [[Nature (rivista)|Nature]]. Gli scienziati analizzarono lo [[spettro (astronomia)|spettro]] dell'atmosfera di [[HD 209458 b]], ottenendo risultati molto diversi da quelli attesi. Lo spettro avrebbe dovuto avere un picco attorno ai 10 micrometri, il che avrebbe suggerito la presenza di [[vapore acqueo]] nell'atmosfera; tuttavia, il picco non fu rilevato, e ciò portò ad escludere l'ipotesi della presenza di acqua sotto forma di vapore. Un picco non previsto fu rilevato attorno ai 9,65 micrometri. Gli scienziati lo attribuirono alla presenza di nuvole di polvere di [[silicati]], un fenomeno prima non osservato. Infine, un ultimo picco imprevisto fu rilevato attorno ai 7,78 micrometri, che gli scienziati non sono ancora riusciti a spiegare. A conferma delle analisi, un altro team di astronomi, guidato da Mark Swain del [[Jet Propulsion Laboratory]], ha compiuto un'analisi dello [[spettro (astronomia)|spettro]] dell'[[atmosfera]] di [[HD 209458 b]], ottenendo risultati molto simili a quelli del team di Richardson.   
[[Immagine:Gliese.JPG|thumb|250px|right|Rappresentazione artistica di [[Gliese 581 c]]]]
[[Immagine:Gliese.JPG|thumb|250px|right|Rappresentazione artistica di [[Gliese 581 c]]]]
-
;2007, [[Gliese 581 c]]<ref name="Cfa">{{en}}{{cite web | title=Major Discovery: New Planet Could Harbor Water and Life | date=Apr 24, 2007 4:23pm ET | author=Ker Than | url=http://www.space.com/scienceastronomy/070424_hab_exoplanet.html| accessdate=2007-04-24}}</ref>: Annunciato su [[Space.com]] il [[24 aprile]] [[2007]] alle ore 04:23pm (ora [[U.S.A.]]), è stato detto che questo pianeta sia in grado di supportare la presenza di [[acqua]] allo stato liquido e, quindi, la vita. Sebbene non vi siano dati evidenti che segnalino la presenza di [[acqua]], la posizione del pianeta&mdash; nella cosiddetta [[zona abitabile]] del sistema&mdash;permetterebbe all'acqua di esistere.<ref>[http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=5196 Scoperto un pianeta extrasolare abitabile]</ref> [[Seth Shostak]], un astronomo del [[SETI]], ha fatto notare come nelle due precedenti osservazioni approfondite, [[Gliese 581]] era già stato identificato come pianeta in grado di supportare una forma di vita extraterrestre, ma (in entrambi casi), non fu trovata alcuna prova di tali supposizioni. La conferma della posizione dell'esopianeta è stata ottenuta grazie all'HARPS dell' [[European Southern Observatory]]; per l'occasione fu utilizzato un telescopio di 3,6 m di diametro e usando il metodo della [[velocità radiale]]. [[Gliese 581 c]], secondo le stime, dovrebbe essere circa il 50% più grande della [[Terra]], e avere una massa pari a 5 volte quella terrestre. Alcuni ricercatori sostengono che [[Gliese 581 c]] potrebbe essere caratterizzato da una sorta di [[effetto serra]] e se così, il pianeta somiglierebbe come aspetto (non come dimensioni) a [[venere (astronomia)|Venere]], e non sarebbe in grado di ospitare la vita.<ref>{{en}}{{cite web |url=http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/0705/0705.3758v1.pdf  |title=The Habitability of Super-Earths in Gliese 581 |accessdate=2007-05-29 }}</ref> Tuttavia, gli stessi sostengono che [[Gliese 581 d]], altro pianeta del sistema, sarebbe vicino al bordo esterno della [[zona abitabile]], avendo quindi maggiori probabilità di sostegno della vita rispetto a [[Gliese 581 c]].
+
;2007, [[Gliese 581 c]] [28]: Annunciato su [[Space.com]] il [[24 aprile]] [[2007]] alle ore 04:23pm (ora [[U.S.A.]]), è stato detto che questo pianeta sia in grado di supportare la presenza di [[acqua]] allo stato liquido e, quindi, la vita. Sebbene non vi siano dati evidenti che segnalino la presenza di [[acqua]], la posizione del pianeta&mdash; nella cosiddetta [[zona abitabile]] del sistema&mdash;permetterebbe all'acqua di esistere [29]. [[Seth Shostak]], un astronomo del [[SETI]], ha fatto notare come nelle due precedenti osservazioni approfondite, [[Gliese 581]] era già stato identificato come pianeta in grado di supportare una forma di vita extraterrestre, ma (in entrambi casi), non fu trovata alcuna prova di tali supposizioni. La conferma della posizione dell'esopianeta è stata ottenuta grazie all'HARPS dell' [[European Southern Observatory]]; per l'occasione fu utilizzato un telescopio di 3,6 m di diametro e usando il metodo della [[velocità radiale]]. [[Gliese 581 c]], secondo le stime, dovrebbe essere circa il 50% più grande della [[Terra]], e avere una massa pari a 5 volte quella terrestre. Alcuni ricercatori sostengono che [[Gliese 581 c]] potrebbe essere caratterizzato da una sorta di [[effetto serra]] e se così, il pianeta somiglierebbe come aspetto (non come dimensioni) a [[venere (astronomia)|Venere]], e non sarebbe in grado di ospitare la vita [30]. Tuttavia, gli stessi sostengono che [[Gliese 581 d]], altro pianeta del sistema, sarebbe vicino al bordo esterno della [[zona abitabile]], avendo quindi maggiori probabilità di sostegno della vita rispetto a [[Gliese 581 c]].
-
;2007, [[HAT-P-2b]]: La scoperta del più grande pianeta extrasolare fu annunciata dagli astronomi dell' [[Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics]] il [[2 maggio]] [[2007]]. <ref>{{en}}{{cite news | first= | last=Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics | coauthors= | title=Astronomers Find Super-massive Planet | date=May 2, 2007 | publisher= | url =http://www.cfa.harvard.edu/press/2007/pr200711.html | work = | pages = | accessdate = 2007-05-04 | language = }}</ref> Il pianeta ha un'[[orbita]] estremamente ellittica, facendo sì che il [[perielio]] porti il pianeta a soli 5 milioni di chilometri dalla sua stella, mentre l'[[afelio]] si trova tre volte più lontano, a 15,6 milioni di chilometri.
+
;2007, [[HAT-P-2b]]: La scoperta del più grande pianeta extrasolare fu annunciata dagli astronomi dell' [[Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics]] il [[2 maggio]] [[2007]] [31]. Il pianeta ha un'[[orbita]] estremamente ellittica, facendo sì che il [[perielio]] porti il pianeta a soli 5 milioni di chilometri dalla sua stella, mentre l'[[afelio]] si trova tre volte più lontano, a 15,6 milioni di chilometri.
-
;2007, [[COROT-Exo-1 b]]: Il 3 maggio 2007 viene annunciato il primo pianeta scoperto dalla missione [[COROT]]<ref>[http://smsc.cnes.fr/COROT/Fr/GP_actualite.htm] Comunicato stampa della scoperta di Corot-exo-1b (in francese)</ref> Il pianeta è un classico [[Pianeta gioviano caldo|gioviano caldo]] con periodo di 1,5 giorni, di massa circa 1,3 masse gioviane e un raggio tra 1,2 e 1,8 [[raggio gioviano|raggi di Giove]]. Le incertezze sui parametri di questo pianeta sono destinate a diminuire quando il follow-up spettroscopico avra' fornito ulteriori dati.
+
;2007, [[COROT-Exo-1 b]]: Il 3 maggio 2007 viene annunciato il primo pianeta scoperto dalla missione [[COROT]] [32]. Il pianeta è un classico [[Pianeta gioviano caldo|gioviano caldo]] con periodo di 1,5 giorni, di massa circa 1,3 masse gioviane e un raggio tra 1,2 e 1,8 [[raggio gioviano|raggi di Giove]]. Le incertezze sui parametri di questo pianeta sono destinate a diminuire quando il follow-up spettroscopico avra' fornito ulteriori dati.
;2009, [[COROT-Exo-7b]]: Attualmente il più piccolo pianeta roccioso extrasolare scoperto, scoperto dal [[satellite artificiale|satellite]] francese [[COROT]] il [[ 3 febbraio]] [[2009]]; è distante 457 [[anni luce]] dalla Terra.
;2009, [[COROT-Exo-7b]]: Attualmente il più piccolo pianeta roccioso extrasolare scoperto, scoperto dal [[satellite artificiale|satellite]] francese [[COROT]] il [[ 3 febbraio]] [[2009]]; è distante 457 [[anni luce]] dalla Terra.
 +
 +
==Fonti ufologiche==
 +
Secondo gli ufologi ci sarebbero testimonianze che indicherebbero pianeti abitati extrasolari (per esempio il pianeta [[Serpo]] in [[Zeta Reticuli]], pianeta natio dei [[Grigi]], e altri pianeti abitati nelle [[Pleiadi]], pianeti natii dei [[alieni nordici|Pleiadiani]] e attorno a [[Sirio]], natio dei [[siriani]], e [[Sirio B]], attorno al quale ci sarebbero i pianeti natii dei [[Rettiliani]]). I pianeti noti sono:
 +
* [[Metharia]] - pianeta del sistema planetario di [[Alfa Centauri]].
 +
* [[Ceutian]] - pianeta del sistema planetario di [[Alfa Centauri]].
 +
* [[Lanusia]] - pianeta del sistema planetario di [[Merope]].
 +
* [[Nagal]] - pianeta del sistema planetario di [[Sirio B]].
 +
* [[Serpo]] - pianeta del sistema planetario di [[Zeta Reticuli]].
 +
* [[Tedro]] - pianeta del sistema planetario di [[Maia]].
 +
* [[Unno]] - pianeta del sistema planetario di [[Taigete]].
 +
* [[Zenetae]] - pianeta del sistema planetario di [[Mirach]].
 +
* [[Avyon]] - pianeta del sistema planetario di [[Vega]].
 +
* [[Iarga]] - pianeta del sistema planetario di [[Epsilon Eridani]].
 +
* [[Ummo]] - pianeta del sistema planetario di [[Wolf 424]].
 +
 +
==Galleria immagini==
 +
<gallery>
 +
Immagine:1-esopianeti-dimensioni.jpg
 +
Immagine:Exoplanets1.jpg
 +
Immagine:Exoplanets1a.jpg
 +
Immagine:Gli-esopianeti-potenzialmente-abitabili.jpg
 +
Immagine:HEC_All_Ranked_20111205-700x525.jpg
 +
Immagine:HabitableWorlds03_phl_960.jpg
 +
</gallery>
== Note ==
== Note ==
Riga 141: Riga 162:
8^ Latham, David W. et al, [http://www.nature.com/nature/journal/v339/n6219/abs/339038a0.html The unseen companion of HD114762 - A probable brown dwarf], Nature, 1989, vol.339, pag.38-40
8^ Latham, David W. et al, [http://www.nature.com/nature/journal/v339/n6219/abs/339038a0.html The unseen companion of HD114762 - A probable brown dwarf], Nature, 1989, vol.339, pag.38-40
 +
 +
9^ Alan Hale, [http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-bib_query?bibcode=1995PASP..107...22H On the nature of the companion to HD 114762], Astronomical Society of the Pacific, 1995, vol.107, pag.22-26
 +
 +
10^ Marcy et al, [http://www.journals.uchicago.edu/ApJ/journal/issues/ApJ/v520n1/39695/39695.html Two New Candidate Planets in Eccentric Orbits], Astrophysical Journal, 1999, vol.520, pag.239-247
 +
 +
11^ Misure successive più precise condurrano a valori di 4,3+/-0,2 e 3,9+/-0,2 [[massa terrestre|masse terrestri]]. [http://adsabs.harvard.edu/abs/2003ApJ...591L.147K Konacki, M. and Wolszczan, A. ''Masses and Orbital Inclinations of Planets in the PSR B1257+12 System'' Astrophysical Journal, Volume 591, Issue 2, pp. L147-L150, 2003.].
 +
 +
12^ [http://www.nature.com/nature/journal/v355/n6356/abs/355145a0.html Wolszczan, A., and D.A. Frail. ''A planetary system around the millisecond pulsar PSR 1257+12.'' Nature 355(6356):145-7, January 9, 1992.]
 +
 +
13^ Mayor, Michel; Queloz, Didier, [http://www.nature.com/nature/journal/v378/n6555/abs/378355a0.html A Jupiter-mass companion to a solar-type star], Nature, 1995, vol.378, pag.355 &ndash; 359
 +
 +
14^ [http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1282783 Temperatura dei pianeti extrasolari]
 +
 +
15^ [http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1299685 Il colore delle piante extrasolari], Le scienze, accesso 12-04-2007
 +
 +
16^ Sato, B.; Fischer, D.; Henry, G.; Laughlin, G.; Butler, R.; Marcy, G.; Vogt, S.; Bodenheimer, P.; Ida, S.; Toyota, E.; Wolf, A.; Valenti, J.; Boyd, L.; Johnson, J.; Wright, J.; Ammons, M.; Robinson, S.; Strader, J.; McCarthy, C.; Tah, K.; Minniti, D., The N2K Consortium II:  A Transiting Hot Saturn around HD 149026 with a Large Dense Core, The Astrophysical Journal, 2005, vol.633, pag.465 &ndash; 473
 +
 +
17^ Konacki, M., [http://www.nature.com/nature/journal/v436/n7048/abs/nature03856.html An extrasolar giant planet in a close triple-star system], Nature, 2005, vol.436, pag.230 &ndash; 233
 +
 +
18^ [http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2005-115 NASA Scientist Finds World With Triple Sunsets (News Release)], JPL website, July 13, 2005, accessdate 2006-05-07
 +
 +
19^ Eggenberger A., Udry S., Mazeh T., Segal Y. & Mayor M., [http://fr.arxiv.org/abs/astro-ph/0702574 No evidence of a hot Jupiter around HD 188753 A], Astronomy & Astrophysics, 2007
 +
 +
20^ [http://www.ncac.torun.pl/~maciej/Planets/HD188753Ab.html Maciej Konacki home page], Feb. 22, 2007, accessdate 2007-02-23
 +
 +
21^ [http://www.esa.int/esaCP/SEM1E9NZCIE_Italy_0.html Quel pianeta lontano, gemello della Terra (intervista sito ESA)]
 +
 +
22^ J.-P. Beaulieu; D.P. Bennett; P. Fouque; A. Williams; M. Dominik; U.G. Jorgensen; D. Kubas; A. Cassan; C. Coutures; J. Greenhill; K. Hill; J. Menzies; P.D. Sackett; M. Albrow; S. Brillant; J.A.R. Caldwell; J.J. Calitz; K.H. Cook; E. Corrales; M. Desort; S. Dieters; D. Dominis; J. Donatowicz; M. Hoffman; S. Kane; J.-B. Marquette; R. Martin; P. Meintjes; K. Pollard; K. Sahu; C. Vinter; J. Wambsganss; K. Woller; K. Horne; I. Steele; D. Bramich; M. Burgdorf; C. Snodgrass; M. Bode; A. Udalski; M. Szymanski; M. Kubiak; T. Wieckowski; G. Pietrzynski; I. Soszynski; O. Szewczyk; L. Wyrzykowski; B. Paczynski, [http://www.nature.com/nature/journal/v439/n7075/full/nature04441.html Discovery of a Cool Planet of 5.5 Earth Masses Through Gravitational Microlensing], Nature, 2006, vol.439, pag.437 &ndash; 440
 +
 +
23^ [http://tvnz.co.nz/view/page/411419/653815 Kiwis help discover new planet], Jan 26, 2006, One News, accessdate 2006-05-07
 +
 +
24^ [http://www.eso.org/public/outreach/press-rel/pr-2006/pr-18-06.html Trio of Neptunes and their belt], ESO 2006, May 18, 2006, accessdate 2007-06-09
 +
 +
25^ [http://www.cfa.harvard.edu/press/pr0624.html Strange New Planet Baffles Astronomers (Press Release)], Sep 14, 2006, Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, accessdate 2006-09-14
 +
 +
26^ [http://www.spitzer.caltech.edu/Media/releases/ssc2007-04/release.shtml http://www.spitzer.caltech.edu/Media/releases/ssc2007-04/release.shtml] ''Spitzer.caltech.edu'' Retrieved on 04-25-07
 +
 +
27^ [http://www.nature.com/nature/journal/v445/n7130/abs/nature05636.html link] [http://www.nature.com/nature/journal/v445/n7130/abs/nature05636.html link] ''Nature.com'' Retrieved on 04-25-07
 +
 +
28^ [http://www.space.com/scienceastronomy/070424_hab_exoplanet.html Major Discovery: New Planet Could Harbor Water and Life], Apr 24, 2007 4:23pm ET, Ker Than, accessdate 2007-04-24
 +
 +
29^ [http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=5196 Scoperto un pianeta extrasolare abitabile]
 +
 +
30^ [http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/0705/0705.3758v1.pdf The Habitability of Super-Earths in Gliese 581], accessdate 2007-05-29
 +
 +
31^ [http://www.cfa.harvard.edu/press/2007/pr200711.html Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics], Astronomers Find Super-massive Planet, May 2, 2007, accessdate 2007-05-04
 +
 +
32^ [http://smsc.cnes.fr/COROT/Fr/GP_actualite.htm Link] Comunicato stampa della scoperta di Corot-exo-1b (in francese)
== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
-
* [[Lista di stelle con pianeti confermati]]
+
* [[Lista di pianeti extrasolari]]
* [[Esoluna]]
* [[Esoluna]]
Riga 170: Riga 239:
*[http://www.space.com/scienceastronomy/exoplanet_new_0404015.html Newfound World Shatters Distance Record] from space.com
*[http://www.space.com/scienceastronomy/exoplanet_new_0404015.html Newfound World Shatters Distance Record] from space.com
*[http://www.esa.int/esaSC/SEMDJ3NZCIE_index_0.html The most "earthlike" exoplanet ever discovered]: ESA news
*[http://www.esa.int/esaSC/SEMDJ3NZCIE_index_0.html The most "earthlike" exoplanet ever discovered]: ESA news
 +
 +
[http://www.nationalgeographic.it/scienza/spazio/2013/07/10/news/esistono_60_miliardi_di_esopianeti_potenzialmente_abitabili_-1734369/ link]
[[Categoria:Scienze]]
[[Categoria:Scienze]]

Versione attuale delle 19:18, 24 dic 2022

Rappresentazione artistica di un'esoluna di HD 188753 Ab, il primo pianeta extrasolare scoperto all'interno di un sistema stellare multiplo a 3 stelle (stella tripla).

Un pianeta extrasolare (o exopianeta, o esopianeta) è un pianeta che non appartiene al nostro sistema planetario (il sistema Solare) in quanto orbita attorno ad una stella diversa dal Sole. Al dicembre 2007, ne sono stati individuati 344 [1]. La maggior parte degli esopianeti sono stati scoperti tramite metodi di osservazione indiretta piuttosto che attraverso le osservazioni ottiche al telescopio [1]. A causa dei limiti delle tecniche di osservazione attuali, la maggior parte dei pianeti individuati sono giganti gassosi come Giove e solo in misura minore pianeti rocciosi massivi del tipo Super Terra.

Gli esopianeti conosciuti sono membri di sistemi planetari che orbitano attorno ad una stella. Esistono, tuttavia, numerose osservazioni non confermate di oggetti di massa planetaria non legati a vincoli gravitazioni con alcuna stella (i cosiddetti "pianeti interstellari"): questi corpi celesti non sono definibili come "pianeti" secondo l'attuale definizione redatta dall'Unione Astronomica Internazionale (UAI) [2].

Gli esopianeti sono diventati soggetto di crescente interesse scientifico a partire dal 1995, quando fu confermata con sicurezza una delle prime scoperte (51 Pegasi b). Inizialmente l'individuazione è proseguita lentamente, ma a partire dal 2002, con l'affinamento dei metodi di osservazione, sono stati scoperti più di 20 pianeti extrasolari all'anno. Attualmente si stima che solo il 10% delle stelle simili al Sole posseggano un sistema planetario, ma questa percentuale potrebbe anche essere maggiore [3].

Spesso la ricerca di esopianeti coincide con la ricerca di mondi in grado di supportare una forma di vita extraterrestre. Ad oggi, Gliese 581 c - secondo pianeta del sistema planetario della nana rossa Gliese 581 distante approssimativamente 20 anni luce dalla Terra - sembra essere il miglior esempio di esopianeta di tipo terrestre orbitante nella zona abitabile del proprio sistema.

NB: Si ipotizza che i pianeti terrestri (come la Terra e Venere) e le lune dotati di vulcani (come Io) e i giganti gassosi (come Giove) con movimenti meteo dati da calore interno (non solo del sistema solare ma anche di quelli extrasolari) abbiano al centro del nucleo roccioso un'alta concentrazione di uranio in fissione nucleare spontanea (analoga al disastro di Tokaimura innescato dallo stoccaggio del plutonio in un deposito stretto). Vedi (aahttp://www.usac.it/articoli/soave _fissione/fissione_nucleare.htm link) e le teorie di Marvin Henderson. Questo anche perchè i materiali più pesanti dell'idrogeno all'accendersi della stella centrale dovrebbero essere espulsi dalla stella al suo esterno e quindi vadano ai pianeti esterni e poi per sedimentazione al loro centro.

Indice

Storia delle scoperte

Pienamente confermata solo nel 1995, l'esistenza di pianeti extrasolari fu per lungo tempo ritenuta più che plausibile tanto che speculazioni scientifiche di questo tipo risalgono almeno all'inizio del XVIII secolo: la prima ipotesi dell'esistenza di questi corpi celesti fu formulata, infatti, da Isaac Newton nel 1713.

Annunci di presunte scoperte si susseguirono per tutto il XIX secolo, ma le tecniche di osservazione dell'epoca non erano sufficientemente accurate e tecnologicamente sviluppate per confermarle con sicurezza. Un caso significativo, in tal senso, fu la controversia che riquardò la stella binaria 70 Ophiuchi. Nel 1855, il capitano W. S. Jacob, dall'osservatorio di Madras della Compagnia delle Indie, misurò anomalie tali nell'orbita della stella da fargli ritenere "altamente probabile" che fossero dovute alla presenza di un pianeta [4]. Tra il 1896 e il 1899, Thomas J. J. See, astronomo dell'Università di Chicago, e l'Osservatorio Navale degli Stati Uniti sostennero che le anomalie erano dovute alla presenza di un compagno oscuro con un periodo orbitale di 36 anni connesso ad una delle due stelle del sistema binario [5][6]. A questa tesi si oppose Forest Ray Moulton che, nel 1899, pubblicò proprie analisi secondo le quali un sistema di tre corpi con i parametri orbitali descritti da See sarebbe risultato altamente instabile [6].

Il primo annuncio in grande stile della scoperta di un pianeta extrasolare risale al 1963: Peter van de Kamp sostiene di aver scoperto - tramite misurazioni astrometriche protratte per 20 anni - un compagno invisibile orbitante attorno alla stella di Barnard e con un massa pari a 1,6 volte quella di Giove [7]. Tuttavia, dieci anni più tardi, nel 1973, John Hershey dimostra l'inesistenza del pianeta: l'anomalia misurata da de Kamp era il prodotto di un errore sistematico nella meccanica del telescopio utilizzato.

Il nostro Sistema Solare confrontato con quello di 55 Cancri
Diagramma che mostra come un corpo più piccolo orbitante attorno a un corpo molto più grande possa provocare dei cambiamenti nella posizione e nella velocità del secondo, come se entrambi i corpi orbitassero attorno a un comune centro di massa.
La parte interna del nostro Sistema Solare sovrapposta all'orbita dei pianeti HD 179949 b, HD 164427 b, Epsilon Reticuli Ab, e Mu Arae b

Nel 1984, si apre un nuovo orizzonte nella scienza dei pianeti extrasolari: viene scoperto un disco circumstellare attorno alla stella β Pictoris. A 20 anni di distanza da quella scoperta sono note molte centinaia di dischi circumstellari che rappresentano le regioni in cui è in corso la formazione di nuovi pianeti oppure i residui di questo processo.

Pochi anni più tardi, nel 1989, viene annunciata da David Latham la scoperta di un compagno substellare attorno alla stella HD 114762 [8]. Il presunto pianeta (HD 114762 b) ha una massa non inferiore a 11 volte quella di Giove, condizioni molto vicine al limite di bruciamento del deuterio. Alla data del 2006 non è ancora chiara la sua natura: potrebbe essere un gigante gassoso supermassivo, ma anche - considerato un ipotetico limite superiore di 145 masse gioviane - una nana bruna o una nana rossa [9][10].

Nel 1992, gli astronomi Alexander Wolszczan e Dale Frail annuciano la scoperta di due pianeti molto esotici di massa non inferiore a 3,4 e 2,8 volte quella terrestre [11] e orbitanti rispettivamente a 0,36 e 0,47 UA attorno alla pulsar PSR B1257+12 nella costellazione della Vergine [12]. La scoperta dei due pianeti proviene dall'analisi dei dati - pubblicata tra il 1992 e il 1994 - di una campagna di osservazioni realizzata nel 1990 dall'osservatorio di Arecibo che aveva già condotto i due astronomi a identificare la pulsar sopracitata. Nel 1994 viene individuato anche un terzo pianeta, di massa pari a due volte la Luna e orbitante a 0,19 UA. Si tratta della prima scoperta di un sistema planetario extrasolare.

L'anno successivo, nel 1993, Gordon Walker sostiene l'ipotesi che le oscillazioni della velocità radiale della stella Alrai (γ Cephei) potrebbero derivare dalla presenza di un pianeta di massa pari a due volte quella di Giove come effettivamente confermato da osservazioni più accurate condotte nel 2002.

Il 5 ottobre 1995, Michel Mayor e Didier Queloz, dell'Osservatorio di Ginevra, annunciano di avere scoperto il primo pianeta extrasolare di massa paragonabile a quella di Giove attorno alla stella 51 Pegasi [13]. Pochi giorni più tardi, il 12 ottobre, gli americani Geoff Marcy e Robert Butler - che stavano conducendo una campagna di osservazione simile a quella degli astronomi svizzeri - confermano l'esistenza del pianeta e che le variazioni della velocità radiale non sono imputabili all'attività superficiale della stella come affermato dai detrattori della scoperta.

Metodi di individuazione

I pianeti, in confronto alle stelle, emettono molta meno luce nel cosmo. Per questo motivo, l'individuazione diretta di pianeti extrasolari risulta estremamente difficile: in condizioni normali di visibilità, i pianeti hanno solitamente una luminosità pari a meno di un milione di volte quella di una stella. In aggiunta a questa intrinseca difficoltà di rilevazione, la maggior luminosità delle stelle attorno a cui orbitano i pianeti causa un bagliore che tende a coprire la luce debolmente riflessa dai corpi celesti del rispettivo sistema.

Per tali ragioni, i telescopi attuali possono fornire solo informazioni indirette sui parametri fisici e orbitali degli esopianeti e la loro presenza può essere rilevata solo in circostanze straordinarie utilizzando tecniche di indagine indirette. Nello specifico, è possibile individuare i pianeti più massivi (considerevolmente più grandi di Giove), sufficientemente distanti dalla propria stella e di recente formazione (così che, essendo più caldi, siano capaci di intense emissioni nello spettro infrarosso).

Al 2008, sono stati determinati sei metodi di osservazione indiretta dei pianeti extrasolari. La maggior parte degli esopianeti conosciuti sono stati scoperti con tecniche di questo tipo.

Tutti i pianeti extrasolari scoperti al 31 agosto 2004 (ascisse semiasse maggiore, ordinate masse gioviane):
I puntini blu rappresentano pianeti scoperti con il Metodo delle Velocità radiali.
In rosso' quelli con metodo del transito.
in giallo con la microlente gravitazionale.
L'immagine mostra anche i limiti delle capacità di rilevamento dei prossimi strumenti (linee colorate), sia terrestri che spaziali, dal 2006 al 2015.
Infine l'immagine mostra anche la posizione dei pianeti del sistema solare: sono i pallini più grandi con l'iniziale del nome inglese.

Per il futuro, sono in programma numerose missioni spaziali che miglioreranno le tecniche di individuazione dei pianeti extrasolari. Le misurazioni astronomiche fatte dallo spazio permettono una maggiore sensibilità rispetto a quelle fatte dalla superficie della Terra: infatti, viene annullato l'effetto distorcente dell'atmosfera terrestre, e gli strumenti agli infrarossi possono individuare anche le radiazioni che vengono bloccate dall'atmosfera. Alcune di queste missioni dovrebbero essere capaci di individuare pianeti di tipo terrestre. Grandi telescopi spaziali, infine, potrebbero ottenere immagini dirette degli esopianeti.

Stranezze dei sistemi extrasolari

Molti astronomi si domandano perché molti pianeti extrasolari sono giganti gassosi di grandi dimensioni e perché si trovano molto vicini alla loro stella, rispetto a quelli del nostro sistema Solare. Per esempio, Tau Bootis ha un pianeta 4 volte più grande di Giove a meno di un quarto di unità astronomica (UA) di distanza (cioè un quarto della distanza Terra-Sole). HD 114762 ha un pianeta 11 volte più grande di Giove, a meno di mezza UA. Una possibile risposta è che i metodi di ricerca odierni favoriscono l'individuazione di questo tipo di sistemi: un grande pianeta posto a piccola distanza amplifica le oscillazioni della stella, ed esse sono facilmente visibili come effetto Doppler. Un pianeta più piccolo, a distanza più grande, provoca oscillazioni molto più piccole e difficili da vedere.

Un'altra spiegazione è che i pianeti si siano formati a distanze maggiori, per poi muoversi verso l'interno a causa delle reciproche interazioni gravitazionali. Tale modello è stato chiamato modello dei Giovi Saltellanti, nome che rende bene l'idea.

Analisi di alcuni pianeti extrasolari inoltre hanno rivelato la presenza di venti molto veloci sulla superficie con punte di 14.000 chilometri orari. Questi venti mantengono la temperatura di questi pianeti costante su tutta la superficie con escursioni termiche molto ridotte [14].

Analisi dei processi di fotosintesi terrestri hanno spinto dei ricercatori NASA a ipotizzare che su alcuni pianeti extrasolari, potrebbero esistere degli organismi in grado di sfruttare parzialmente anche la banda dell'infrarosso per la fotosintesi. Secondo questi ricercatori i futuri telescopi spaziali dovranno tenere conto di questa possibilità durante la fase di costruzione [15].

Pianeti extrasolari degni di nota

La pietra miliare dei pianeti extrasolari viene posta nel 1992 dagli astronomi Wolszczan e Frail che pubblicano sulla rivista Nature i risultati di una loro osservazione, iniziata due anni prima presso il radiotelescopio di Arecibo, che indica che attorno alla pulsar PSR B1257+12 orbitano due pianeti. Si tratta dei primi pianeti extrasolari individuati con sicurezza, ma la loro rilevanza è legata soprattutto al fatto di orbitare attorno ad una pulsar, una condizione ancor'oggi piuttosto rara. La maggior parte degli astronomi, all'epoca della scoperta, si aspettava di scoprire pianeti solo attorno alle stelle appartenenti alla sequenza principale e ancor'oggi sono solo due le pulsar sicuramente dotate di sistema planetario (PSR B1620-26 e PSR 1257+12)

Il primo pianeta extrasolare la cui scoperta viene verificata da più osservazioni è 51 Pegasi b che orbita attorno a 51 Pegasi, una stella della sequenza principale. Questo gioviano caldo (hot Jupiter), scoperto nel 1995 dall'astronomo Didier Queloz del Jet Propulsion Laboratory, è il primo individuato di una lunga serie di pianeti extrasolari di questo tipo.

Da allora, vi sono state numerose altre scoperte significative:

1998, Gliese 876 b
Il primo pianeta osservato intorno ad una nana rossa (Gliese 876). La sua orbita è più vicina a quella della sua stella di quanto lo sia l'orbita di Mercurio con quella del Sole. La maggior parte dei pianeti scoperti ruotano molto vicini alle proprie stelle.
1999, HD 209458 b
Questo pianeta extrasolare, originariamente scoperto con il metodo delle velocità radiali, divenne il primo pianeta extrasolare a essere osservato transitare davanti alla propria stella (HD 209458). Il metodo del transito dimostra l'esistenza di un pianeta extrasolare, confermando i risultati del metodo delle velocità radiali.
1999, Upsilon Andromedae
Il primo sistema planetario multiplo rilevato ad essere composto da tre pianeti, tutti simili a Giove. La scoperta dei pianeti b, c, d fu annunciata rispettivamente nel 1996, 1999, e ancora 1999.
2001, HD 209458 b
Gli astronomi, usando il telescopio Spaziale Hubble, annunciarono di aver scoperto e analizzato, per la prima volta, l'atmosfera di un pianeta extrasolare. Si trattava dell'atmosfera di HD 209458 b che, analizzata, rivelò una quantità di sodio minore di quanto ci si aspettasse, suggerendo così che il cielo del pianeta dovesse essere caratterizzato da nubi molto alte, che oscurano gli strati inferiori dell'atmosfera.
Rappresentazione artistica del pianeta orbitante intorno alla pulsar PSR B1620-26c (scoperto nel 2003); con i suoi 12,5 miliardi di anni stimati, si tratta del più vecchio pianeta extrasolare conosciuto.
2001, HD 28185 b
Il primo pianeta extrasolare ad essere scoperto nella zona abitabile, dove (teoricamente) è possibile l'esistenza di acqua liquida e della vita. La possibilità dell'esistenza di vita extraterrestre su pianeti giganti è però sconosciuta, in quanto non è ancora certo se questi pianeti abbiano o meno una superficie solida. Tuttavia, potrebbero esserci lune extrasolari orbitanti attorno a pianeti giganti in grado di supportare la vita (come, forse, accadrebbe già nel sistema Solare con Europa, una luna di Giove. La superficie di una luna potrebbe essere caratterizzata da oceani di acqua liquida, e una grande varietà di sistemi naturali, che permetterebbero a forme di vita aliene di svilupparsi.
2001, Iota Draconis b
Il primo pianeta scoperto attorno a una stella gigante (per l'esattezza una gigante arancione). Questa scoperta è la prova definitiva della possibilità dell'esistenza di sistemi planetari anche attorno a stelle massiccie. Il pianeta risulta imponente e con un'orbita molto eccentrica. Iota Draconis b orbita pertanto a una distanza dalla propria stella che è circa il 27,5% in più della distanza tra la Terra e il Sole.
2003, PSR B1620-26c
Il 10 luglio 2003, utilizzando le informazioni del Telescopio Spaziale Hubble, un gruppo di scienziati guidati da Steinn Sigurdsson scoprì quello che è ancora oggi il più vecchio pianeta extrasolare conosciuto. Il pianeta, detto comunemente Matusalemme, è situato nell'ammasso globulare M4, nella costellazione dello Scorpione, a circa 5600 anni luce dalla Terra. Inoltre, si tratta del solo pianeta conosciuto a orbitare attorno a un sistema stellare binario: una delle due stelle del sistema è una pulsar, mentre l'altra è una nana bianca. Il pianeta ha una massa pari al doppio di quella di Giove e si pensa abbia 12,5-13 miliardi di anni.
2003, HD 70642 b
Nel luglio 2003, l'astronomo statunitense Carter annunciò di aver scoperto un pianeta simile a Giove orbitare circolarmente intorno alla stella a HD 70642 a 3,3 UA di distanza. La sua massa è il doppio di quella di Giove: anche in questo caso, si può ipotizzare un vasto sistema di lune orbitanti attorno a questo pianeta, una delle quali potrebbe essere adatta al mantenimento e all'evoluzione della vita.
2004, Mu Arae d e TrES-1
Nell'Agosto del 2004, fu scoperto dagli strumenti dell'European Southern Observatory un pianeta orbitante attorno alla stella Mu Arae avente una massa pari a 14 volte quella terrestre. Si tratta del sesto pianeta extrasolare più leggero mai scoperto e potrebbe essere il primo pianeta terrestre al dì fuori del sistema solare ruotante attorno a una stella della sequenza principale.
2004, 2M1207 b
Nel 2005, venne scoperto per la prima volta un pianeta ruotante attorno ad una nana bruna. Inoltre, è il primo pianeta di cui sia stato possibile ottenere un'immagine agli infrarossi. 2M1207 b ha una massa pari a 5 volte quella di Giove, sebbene stime di altri astronomi differiscano per difetto; la distanza dalla sua stella, che ha una massa pari solamente a 25 volte quella di Giove, è di 55 UA. La temperatura di questo pianeta gigante gassoso è molto elevata (1250 K), soprattutto per via della forte contrazione gravitazionale.
2005, Gliese 876 d
Nel Giugno 2005, fu annunciata la scoperta di un terzo pianeta orbitante attorno alla nana rossa Gliese 876. Avente massa stimata 7,5 volte quella terrestre, risulta essere il secondo pianeta extrasolare più leggero finora scoperto (orbitante attorno a una stella della sequenza principale). Questo pianeta deve essere in gran parte composto da roccia, come i 4 pianeti interni del nostro Sistema Solare; la distanza di Gliese 876 d dalla sua stella è di 0,021 UA con un periodo di rivoluzione di 1,94 giorni.
2005, HD 149026 b
Nel Luglio 2005 venne annunciata la scoperta del pianeta dal nucleo più grande mai visto. Il pianeta, HD 149026 b, orbita attorno alla stella HD 149026, e ha un nucleo la cui massa stimata è circa 70 volte la massa terrestre, occupando i 2/3 del pianeta [16].
2005, HD 188753 Ab
Nel Luglio 2005 l'astronomo Maciej Konacki annunciò di aver scoperto un pianeta approssimativamente della massa di Giove in un sistema stellare triplo relativamente ristretto, a una distanza di circa 149 anni luce dalla Terra. Questa scoperta lancia una sfida alle attuali teorie sulla formazione planetaria, dato che una concentrazione così elevata di stelle avrebbe dovuto impedire la formazione del disco protoplanetario che si suppone abbia dato origine a questo pianeta [17][18]. Comunque, nel 2007 un team di astronomi ha messo in dubbio le osservazioni svolte verso questo pianeta, sostenendo che non ci siano elementi sufficienti per provarne l'esistenza [19][20].
Rappresentazione artistica del pianeta OGLE-2005-BLG-390Lb (la cui superficie ha una temperatura approssimativamente di -220 °C), orbitante intorno a una stella a 20000 anni luce di distanza dalla Terra.
2006, OGLE-2005-BLG-390Lb
Il 25 gennaio del 2006, fu annunciata la scoperta di OGLE-2005-BLG-390Lb. Questo è probabilmente il pianeta extrasolare più distante e più freddo mai individuato fino ad ora [21]. Il pianeta orbita attorno ad una stella nana rossa situata a circa 21500 anni luce di distanza dalla Terra, vicino al centro della Via Lattea. È stato stimato che abbia una massa pari a 5,5 volte quella della Terra: ciò farebbe di OGLE-2005-BLG-390Lb uno dei pianeti extrasolari più piccoli finora scoperti attorno a una stella della sequenza principale. Prima di questa scoperta, i pianeti extrasolari più piccoli scoperti si trovavano sempre a una distanza molto piccola dalla propria stella: questo pianeta, invece, dovrebbe orbitare a circa 2,6 UA dalla propria stella [22][23].
2006, HD 69830
Si tratta di un sistema planetario comprendente tre pianeti dalla massa simile a quella di Nettuno: è il primo triplo sistema planetario senza pianeti delle dimensioni di Giove ad essere osservato. La scoperta di tutti e tre i pianeti fu annunciata il 18 maggio 2006 dell'astronomo Lovis. Tutti e tre gli esopianeti ruotano entro la distanza di 1 UA dalla propria stella. I pianeti b, c, d hanno una massa rispettivamente pari a 10, 12, e 18 quella terrestre. d descrive la sua orbita nell'ipotetica zona abitabile del sistema [24].
2006, HAT-P-1b
Usando una rete di piccoli telescopi automatizzati noti come HAT, gli astronomi del Smithsonian Institution hanno individuato un pianeta, battezzato inizialmente come HAT-P-1b, che orbita attorno a una stella distante 450 anni luce dalla Terra, nella costellazione della Lucertola. Il pianeta ha un diametro che equivale a 1,38 volte quello di Giove, ma ha solamente metà della massa del più grande pianeta del Sistema Solare: ciò fa di lui il pianeta extrasolare meno denso osservato fino ad ora (la sua densità è circa 1/4 di quella dell'acqua). Rimane ancora poco chiaro come un pianeta possa evolversi, e si pensa che uno studio approfondito di HD 209458 b (così è stato ribattezzato il pianeta) possa contribuire alla formulazione di una teoria efficace sulla formazione e sull'evoluzione dei pianeti. Come ha sottolineato l'astrofisico Robert Noyes dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA), "Non possiamo considerare HD 209458 b come un caso. Questa nuova scoperta suggerisce che dobbiamo ancora scoprire molto sulla formazione e sull'evoluzione dei pianeti" [25].
2007, HD 209458 b e HD 189733 Ab
Il 21 febbraio, 2007, la NASA e la rivista scientifica Nature hanno rilasciato la notizia che HD 209458 b e HD 189733 Ab furono i primi pianeti extrasolari di cui venne osservato direttamente lo spettro [26][27]. Tale sistema fu considerato il primo metodo tramite il quale era possibile individuare la presenza di forme di vita non senzienti, analizzando la composizione dell'atmosfera del pianeta. Un gruppo di scienziati, guidati da Jeremy Richardson del Goddard Space Flight Center della NASA furono i primi a pubblicare, il 22 febbraio un articolo su Nature. Gli scienziati analizzarono lo spettro dell'atmosfera di HD 209458 b, ottenendo risultati molto diversi da quelli attesi. Lo spettro avrebbe dovuto avere un picco attorno ai 10 micrometri, il che avrebbe suggerito la presenza di vapore acqueo nell'atmosfera; tuttavia, il picco non fu rilevato, e ciò portò ad escludere l'ipotesi della presenza di acqua sotto forma di vapore. Un picco non previsto fu rilevato attorno ai 9,65 micrometri. Gli scienziati lo attribuirono alla presenza di nuvole di polvere di silicati, un fenomeno prima non osservato. Infine, un ultimo picco imprevisto fu rilevato attorno ai 7,78 micrometri, che gli scienziati non sono ancora riusciti a spiegare. A conferma delle analisi, un altro team di astronomi, guidato da Mark Swain del Jet Propulsion Laboratory, ha compiuto un'analisi dello spettro dell'atmosfera di HD 209458 b, ottenendo risultati molto simili a quelli del team di Richardson.
Rappresentazione artistica di Gliese 581 c
2007, Gliese 581 c [28]
Annunciato su Space.com il 24 aprile 2007 alle ore 04:23pm (ora U.S.A.), è stato detto che questo pianeta sia in grado di supportare la presenza di acqua allo stato liquido e, quindi, la vita. Sebbene non vi siano dati evidenti che segnalino la presenza di acqua, la posizione del pianeta— nella cosiddetta zona abitabile del sistema—permetterebbe all'acqua di esistere [29]. Seth Shostak, un astronomo del SETI, ha fatto notare come nelle due precedenti osservazioni approfondite, Gliese 581 era già stato identificato come pianeta in grado di supportare una forma di vita extraterrestre, ma (in entrambi casi), non fu trovata alcuna prova di tali supposizioni. La conferma della posizione dell'esopianeta è stata ottenuta grazie all'HARPS dell' European Southern Observatory; per l'occasione fu utilizzato un telescopio di 3,6 m di diametro e usando il metodo della velocità radiale. Gliese 581 c, secondo le stime, dovrebbe essere circa il 50% più grande della Terra, e avere una massa pari a 5 volte quella terrestre. Alcuni ricercatori sostengono che Gliese 581 c potrebbe essere caratterizzato da una sorta di effetto serra e se così, il pianeta somiglierebbe come aspetto (non come dimensioni) a Venere, e non sarebbe in grado di ospitare la vita [30]. Tuttavia, gli stessi sostengono che Gliese 581 d, altro pianeta del sistema, sarebbe vicino al bordo esterno della zona abitabile, avendo quindi maggiori probabilità di sostegno della vita rispetto a Gliese 581 c.
2007, HAT-P-2b
La scoperta del più grande pianeta extrasolare fu annunciata dagli astronomi dell' Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics il 2 maggio 2007 [31]. Il pianeta ha un'orbita estremamente ellittica, facendo sì che il perielio porti il pianeta a soli 5 milioni di chilometri dalla sua stella, mentre l'afelio si trova tre volte più lontano, a 15,6 milioni di chilometri.
2007, COROT-Exo-1 b
Il 3 maggio 2007 viene annunciato il primo pianeta scoperto dalla missione COROT [32]. Il pianeta è un classico gioviano caldo con periodo di 1,5 giorni, di massa circa 1,3 masse gioviane e un raggio tra 1,2 e 1,8 raggi di Giove. Le incertezze sui parametri di questo pianeta sono destinate a diminuire quando il follow-up spettroscopico avra' fornito ulteriori dati.
2009, COROT-Exo-7b
Attualmente il più piccolo pianeta roccioso extrasolare scoperto, scoperto dal satellite francese COROT il 3 febbraio 2009; è distante 457 anni luce dalla Terra.

Fonti ufologiche

Secondo gli ufologi ci sarebbero testimonianze che indicherebbero pianeti abitati extrasolari (per esempio il pianeta Serpo in Zeta Reticuli, pianeta natio dei Grigi, e altri pianeti abitati nelle Pleiadi, pianeti natii dei Pleiadiani e attorno a Sirio, natio dei siriani, e Sirio B, attorno al quale ci sarebbero i pianeti natii dei Rettiliani). I pianeti noti sono:

Galleria immagini

Note

1^ Interactive Extra-solar Planets Catalog, The Extrasolar Planets Encyclopedia, Schneider Jean, 23 dicembre 2007, accessdate 23 marzo 2009

2^ Working Group on Extrasolar Planets: Definition of a "Planet", IAU position statement, 28 febbraio 2003, accessdate 9 settembre 2006

3^ Marcy, G.; Butler, R.; Fischer, D.; et.al., Observed Properties of Exoplanets: Masses, Orbits and Metallicities, Progress of Theoretical Physics Supplement, 2005, vol.158, pag.24 – 42

4^ Jacob, W.S. (1855). "On Certain Anomalies presented by the Binary Star 70 Ophiuchi". Monthly Notices of the Royal Astronomical Society 15: 228.

5^ See, Thomas Jefferson Jackson (1896). "Researches on the Orbit of F.70 Ophiuchi, and on a Periodic Perturbation in the Motion of the System Arising from the Action of an Unseen Body". The Astronomical Journal 16: 17.

6^ Journal for the history of astronomy, A Career of controversy: the anomaly OF T. J. J. See, Sherrill Thomas J., 1999, vol.30, accessdate 2007-08-27

7^ The Astronomical Journal, Alternate dynamical analysis of Barnard's star, van de Kamp Peter, 1969 August, vol.74, pag.757-759, accessdate 2007-08-27

8^ Latham, David W. et al, The unseen companion of HD114762 - A probable brown dwarf, Nature, 1989, vol.339, pag.38-40

9^ Alan Hale, On the nature of the companion to HD 114762, Astronomical Society of the Pacific, 1995, vol.107, pag.22-26

10^ Marcy et al, Two New Candidate Planets in Eccentric Orbits, Astrophysical Journal, 1999, vol.520, pag.239-247

11^ Misure successive più precise condurrano a valori di 4,3+/-0,2 e 3,9+/-0,2 masse terrestri. Konacki, M. and Wolszczan, A. Masses and Orbital Inclinations of Planets in the PSR B1257+12 System Astrophysical Journal, Volume 591, Issue 2, pp. L147-L150, 2003..

12^ Wolszczan, A., and D.A. Frail. A planetary system around the millisecond pulsar PSR 1257+12. Nature 355(6356):145-7, January 9, 1992.

13^ Mayor, Michel; Queloz, Didier, A Jupiter-mass companion to a solar-type star, Nature, 1995, vol.378, pag.355 – 359

14^ Temperatura dei pianeti extrasolari

15^ Il colore delle piante extrasolari, Le scienze, accesso 12-04-2007

16^ Sato, B.; Fischer, D.; Henry, G.; Laughlin, G.; Butler, R.; Marcy, G.; Vogt, S.; Bodenheimer, P.; Ida, S.; Toyota, E.; Wolf, A.; Valenti, J.; Boyd, L.; Johnson, J.; Wright, J.; Ammons, M.; Robinson, S.; Strader, J.; McCarthy, C.; Tah, K.; Minniti, D., The N2K Consortium II: A Transiting Hot Saturn around HD 149026 with a Large Dense Core, The Astrophysical Journal, 2005, vol.633, pag.465 – 473

17^ Konacki, M., An extrasolar giant planet in a close triple-star system, Nature, 2005, vol.436, pag.230 – 233

18^ NASA Scientist Finds World With Triple Sunsets (News Release), JPL website, July 13, 2005, accessdate 2006-05-07

19^ Eggenberger A., Udry S., Mazeh T., Segal Y. & Mayor M., No evidence of a hot Jupiter around HD 188753 A, Astronomy & Astrophysics, 2007

20^ Maciej Konacki home page, Feb. 22, 2007, accessdate 2007-02-23

21^ Quel pianeta lontano, gemello della Terra (intervista sito ESA)

22^ J.-P. Beaulieu; D.P. Bennett; P. Fouque; A. Williams; M. Dominik; U.G. Jorgensen; D. Kubas; A. Cassan; C. Coutures; J. Greenhill; K. Hill; J. Menzies; P.D. Sackett; M. Albrow; S. Brillant; J.A.R. Caldwell; J.J. Calitz; K.H. Cook; E. Corrales; M. Desort; S. Dieters; D. Dominis; J. Donatowicz; M. Hoffman; S. Kane; J.-B. Marquette; R. Martin; P. Meintjes; K. Pollard; K. Sahu; C. Vinter; J. Wambsganss; K. Woller; K. Horne; I. Steele; D. Bramich; M. Burgdorf; C. Snodgrass; M. Bode; A. Udalski; M. Szymanski; M. Kubiak; T. Wieckowski; G. Pietrzynski; I. Soszynski; O. Szewczyk; L. Wyrzykowski; B. Paczynski, Discovery of a Cool Planet of 5.5 Earth Masses Through Gravitational Microlensing, Nature, 2006, vol.439, pag.437 – 440

23^ Kiwis help discover new planet, Jan 26, 2006, One News, accessdate 2006-05-07

24^ Trio of Neptunes and their belt, ESO 2006, May 18, 2006, accessdate 2007-06-09

25^ Strange New Planet Baffles Astronomers (Press Release), Sep 14, 2006, Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, accessdate 2006-09-14

26^ http://www.spitzer.caltech.edu/Media/releases/ssc2007-04/release.shtml Spitzer.caltech.edu Retrieved on 04-25-07

27^ link link Nature.com Retrieved on 04-25-07

28^ Major Discovery: New Planet Could Harbor Water and Life, Apr 24, 2007 4:23pm ET, Ker Than, accessdate 2007-04-24

29^ Scoperto un pianeta extrasolare abitabile

30^ The Habitability of Super-Earths in Gliese 581, accessdate 2007-05-29

31^ Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, Astronomers Find Super-massive Planet, May 2, 2007, accessdate 2007-05-04

32^ Link Comunicato stampa della scoperta di Corot-exo-1b (in francese)

Voci correlate

Collegamenti esterni

Progetti di ricerca

Approfondimenti

Notizie

link

Strumenti personali
Namespace
Varianti
Azioni
Menu principale
Strumenti