Ahura Mazda
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Ahura Mazda è la divinità principale della religione zoroastriana o Mazdeismo, raffigurata da un disco alato. Il nome significa "Dio supremo": Ahura corrisponde al sanscrito Asura, nome di alcune divinità indù, e mazda corrisponde al greco mégistos "il più grande". Da lui dipendono tutti gli Amesha Spenta.
Il nome della divinità varia leggermente nelle varie lingue:
- Auramazdā in persiano antico [1]
- Aramazd in parto [2] e armeno
- Armazi (არმაზი) in georgiano
- Hourmazd, Hormizd, Hormuzd, Ohrmazd e Ormazd/Ōrmazd (اورمزد/ارمزد) sono traslitterazioni che si trovano in persiano medio e moderno.
Indice |
Ahura Mazda e gli insegnamenti di Zoroastro
Zoroastro (o Zarathushtra), il principale profeta dello Zoroastrismo, predicò che tutto ciò che di benefico esiste per il genere umano è stato creato da Ahura Mazda, mentre tutto ciò che è malefico è opera di Ahriman (o "Angra Mainyu").
Secondo lo Zoroastrismo, Ahura Mazda creò il mondo in sei "periodi". Mashya e Mashyana furono il primo uomo e la prima donna creati dal dio. Ahura Mazda è inoltre considerato il protettore di tutte le creature: per esempio, secondo la tradizione mazdeista, durante il Diluvio egli costruì il palazzo 'Vara di Yima' al fine di proteggere tutte le creature.
A capo del pantheon divino stava Ahura Mazda, la luce, con il figlio Mithra e una schiera di entità splendenti, i daeva. Alcuni di essi disobbedirono all’ordine cosmico influenzati da Angra Maynu, il principio oscuro, definito come "il vecchio serpente con due piedi". Anche le tribù degli yezidi in Kurdistan credono in Lasifarus, angelo splendente che formò il mondo dall’uovo cosmico e il sepolcro dello sceicco Adi, a Lalish, presenta sulle pareti glifi stellari attorno a un serpente nero, oggetto di culto profondo. Alcuni yezidi, poi, sono in grado di addomesticare i serpenti e immuni dal loro veleno, al pari degli incantatori indiani. Un legame tra le due culture parve trovarlo E. S. Drower, che nel 1940 esplorò una grotta yezida ornata da statue con copricapi conici nella posizione meditativa del Buddha.
Il popolo yaresan, affine per molti versi agli yezidi, è devoto al sultano Azhi Dahâka, re–serpente della schiera di daeva vicini ad Angra Maynu. Gli iraniani definivano i sovrani Medi mâr, serpente, e Astiage di Media (584–550 a.C.) aveva anche l’appellativo di Rshti-vegâ Azhi Dahâka. In persiano moderno azdahâ è ancora il rettile, segno di una sopravvivenza duratura degli antichi miti. Gli Armeni, dal canto loro, ricordano la "dinastia dei draghi (vishap) di Media" – come in Cina –, adorati presso antichi megaliti. La discendenza si propagò sino al valoroso re Tigrane il Grande, vissuto nel secondo secolo a.C., fondatore della metropoli Tigranavand in Kurdistan, centro di adorazione di un serpente antropomorfo. Il culto quasi ossessivo personifica, in realtà, l’attenzione per la parte ombra insita nell’uomo che lo voterà gradualmente alla luce, concetto personificato dalla triade indissolubile Angra Maynu, Ahura Mazda e Mithra.
I fedeli devono dimostrare una devozione costante verso Ahura Mazda, attraverso preghiere, genuflessioni e offerte. Per ringraziare Ahura Mazda per la creazione del mondo si utilizza il barsom, un fascio di rami di melograno o di tamarice, che rappresenta il mondo vegetale, dopo la cerimonia, si versa sul barsom acqua benedetta, che rappresenta la pioggia, celebrando così la fecondità del mondo vegetale.
Gli attributi
Nello zoroastrismo, Ahura Mazda è conosciuto come:
- Il Supremo Signore Universale
- Colui che pervade ogni cosa
- La Sorgente e la Fontana della Vita
- Il Brillante
- Il Maestoso
- Il Più Grande
- Il Migliore
- Il Più Bello
- Il Più Forte
- Il Più Saggio
- Il Più Alto per Santità
- Il Più Santo tra i Celesti che crearono il mondo
- L'Immutabile
- Il Potente
- Il Giusto
- Il Misericordioso
- Il Più Benefico
Nel Khordeh Avesta ("Piccolo Avesta"), il libro di preghiera quotidiana degli zoroastriani, sono 101 i fausti Nomi di Ahura Mazda che vengono proposti alla devozione del fedele, il quale, cantandoli, dovrebbe aspirare ad assimilarne gli attributi. Il canto dei 101 Nomi viene praticato in Italia da "Ohrmazd Mandal", la diaspora dei "Mazdei universalisti"
Voci correlate
Note
1^ Kent, Roland G. (1945), "Old Persian Texts", Journal of Near Eastern Studies - p.229.
2^ Boyce, Mary (1983), "Ahura Mazdā", Encyclopaedia Iranica, 1, New York: Routledge & Kegan Paul - p.684.