Missione Apollo 20

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Sui giornali è ritornata, di botto, la Lunamania. Ovvio, ricorrono i 40 anni del primo sbarco umano sull'unico satellite naturale della Terra: era inevitabile che si tornasse a quei giorni a cavallo tra la fine degli anni 60 e l'avvio dei 70 nei quali certe imprese rappresentarono motivo di trepidante attesa e occasione per i primi happening televisivi su scala mondiale. Ma dopo il "fatto", si sa come andarono le cose: gli americani furono i primi a stancarsi della Luna (salvo riappassionarsi davanti al dramma dell'Apollo 13: è noto che le brutte notizie "tirano" più di quelle buone, è una legge non scritta della comunicazione e forse è figlia di un cinismo recondito dell'animale Uomo), quindi tutto il programma venne investito dall'ondata dei negazionisti, convinti che lassù non si sia mai arrivati e che tutto sia stato un colossale farlocco. Visto che siamo in tema, e tanto per chiarirci, dico la mia sull'argomento: pur essendo tra coloro che dubitano di molte cose degli statunitensi e pur essendo strasicuro che non sempre ce la raccontano giusta, in questo caso sto dalla parte di chi è convinto che la Luna sia stata davvero conquistata; falsificare uno scenario del genere mi pare, tanto per cominciare, improbo a causa della quantità ingestibile di persone che sarebbe stata da coinvolgere nel complotto. E poi ci sarebbero tante altre considerazioni... Comunque sia, questo "ripescaggio" lunare mi ha emozionato perché, oltre a ricondurmi agli anni della gioventù, sta riproponendo, intatto, il fascino di imprese veramente pazzesche, se rapportate con la tecnologia dell'epoca (e poco importa che proprio questo aspetto sia una carta d'attacco dei negazionisti: forse non c'erano già aerei sofisticati e apparecchiature per amministrare la cosiddetta Guerra Fredda?). Mi sono pure chiesto che cosa mi sarebbe piaciuto scrivere se fossi stato in un altro settore del giornale e se mi fosse capitato di occuparmi del quarantennale del viaggio di Armstrong, Aldrin e Collins, e, automaticamente, anche di quelli dei colleghi che li seguirono. Ecco, mi sarebbe interessato trattare la vicenda di Joe Engle. Joe... chi? Engle, la vera vittima del taglio delle ultime tre missioni Apollo, 18, 19 e 20. apollo-20.jpgEra parte integrante dell'Apollo 17, insieme a Evans e Cernan (che conobbi l'anno scorso ai Giochi di Pechini insieme a Thomas Stafford), ma a causa della cancellazione dell'Apollo 18 al suo posto venne messo Harrison Schmitt, perché la comunità scientifica si impose e pretese la presenza di uno scienziato, il primo astronauta civile della storia. La Luna soffiata via così, sul più bello e a tavolino: io avrei spaccato l'ufficio del capo della Nasa, al suo posto... In fondo è stato ancora più sfortunato di Lovell, Haise e Swigert, che con l'Apollo 13 abortirono la discesa sul satellite, causa il noto incidente, ma che in compenso ebbero una popolarità planetaria dalla loro odissea. A qualche collega da qualche parte nel mondo sarà venuta l'idea di raccontare Engle e la sua beffa? Mah, chissà... Non è di questo, peraltro, che vorrei occuparmi nel post. Essendo il nostro un blog su extraterrestri e dintorni, ci tenevo a ricordare che anche le missioni verso la Luna hanno più volte riproposto lo scenario di oggetti non identificati che avrebbero seguito a distanza i "terrestri" durante il viaggio e poi proprio sulla superficie del satellite. Non sto tanto a citare Edgar Mitchell (Apollo 14) e le sue percezioni extrasensoriali: è diventato un personaggio cardinale dell'ufologia anche per il coraggio con il quale si è esposto sull'argomento. Ricordo piuttosto che pure Charles Conrad (Apollo 12) parlò di "presenze" al momento dello sbarco (lo confermò pure a un noto collega della Gazzetta dello Sport dal quale fu intervistato mentre l'astronauta era ospite di un Gp di F1 degli anni 80), che ci furono segnalazioni da Young e Duke (Apollo 16) e aggiungo soprattutto le recenti rivelazioni di Buzz Aldrin: quelli dell'Apollo 11 non erano soli nell'avvicinamento lunare. L'episodio è stato riproposto in "Moonshot", il mix tra filmati veri e fiction andato in onda in questi giorni su History Channel e presentato anche a Roma: Aldrin notò un grande oggetto, molto luminoso e a forma di anello, che si muoveva ad ellissi. Ne parlò ai compagni e poi i tre concordarono di chiedere al centro di controllo di Houston se potesse esserci in zona il terzo stadio del razzo che li aveva portati in orbita. La risposta fu chiara: non poteva essere un pezzo del Saturno V. Però l'avvistamento non fu svelato, salvo farlo successivamente in briefing interni alla Nasa: i tre temevano che la missione venisse cancellata. Ma il legame tra missioni Apollo e Ufo ci portano anche a parlare di Apollo 20, una delle tre spedizioni cancellate (però il logo, con i nomi dei tre astronauti, Lousma, Roosa e Lind, era già pronto). Ecco, si cominciò a dire che Apollo 20 in realtà venne poi effettuata, in maniera ultrasegreta e all'unisono con i sovietici: l'obiettivo comune era il recupero di una astronave madre aliena caduta nei paraggi del cratere Copernicus (una zona che ha interessato, ma per altre ragioni, un amico frequentatore del blog, autore di un testo che ho messo in rete qualche settimana fa). Spuntarono pure immagini del relitto, poi persino filmati rilanciati grazie a Youtube. In effetti, negli ultimi due anni c'è stato un rigurgito di attenzione e di indiscrezioni. Ma sono piovute anche stroncature definitive: Apollo 20 non è mai partita, vuoi perché modulo di comando e modulo lunare non vennero ultimati (questo almeno dice la Nasa) vuoi perché sarebbe stato impossibile far decollare un Saturno V da un'area che non fosse quella di Cape Canaveral (o Cape Kennedy che dir si voglia). Ma la Nasa di recente ha riproposto un'immagine più nitida e precisa di quella zona e in effetti un corpo oblungo appare. Ho così interpellato l'amico Enrico Baccarini, che della vicenda Apollo 20 si occupò fin dagli albori. Ecco il suo parere: "Nel tempo è stata pubblicata tanta "spazzatura", ma devo dire che a vedere la foto presa direttamente dal sito Nasa si nota effettivamente l'esistenza di un corpo strano e apparentemente anomalo: questo è l'unico dato inaffondabile! Ovviamente alcuni diranno che è un caso verificatissimo, ma per quanto mi riguarda, e non sono assolutamente l'unico, ritengo il tutto (cioè tutto tranne la foto della Nasa) un falso. Sarebbe interessante operare verifiche per capire che cosa sia quella struttura, ma il resto (video, indiscrezioni, etc.) sono bufale. Feci analisi per conto mio sul filmato postato dal fantomatico Rutledge e trovai un bel mollone attorcigliato che sorreggeva quella che doveva essere una ripresa ravvicinata della presunta navicella aliena". Certo, si sa che l'ufologia è rovinata prima di tutto da tanti, troppi cialtroni. Ma a prescindere da ogni eventuale "supplemento di indagini"  su Apollo 20 e dal loro esito, le altre relazioni tra missioni Apollo e Ufo rimarranno.  
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Argomento portante del filmato sarebbe una fantomatica missione Apollo 20 che sarebbe giunta sul nostro satellite il 16 Agosto 1976. Sua destinazione era il [[cratere Izsak]] D, a sud-ovest del cratere Delporte. Pur se ci trovavamo in totale guerra fredda la missione sarebbe stata congiunta americana-sovietica, dato già quantomeno anomalo visto che proprio in questo periodo si raggiunse un acme quasi paranoico del silente conflitto tra le due superpotenze. Si è detto che l'importanza della missione potrebbe aver favorito un momentaneo e settoriale disgelo nei rapporti tra i due paesi , dato che rimane comunque una semplice speculazione per la sua totale assenza di prove.
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Il nostro causticismo non è dettanto da una forma di scetticismo preconfezionata tipica di altri approcci a questi fenomeni quanto a una oculata circospezione dettata dalla eventuale importanza del filmato stesso. Come vedremo successivamente è possibile trovare non pochi riscontri alla veridicità del filmato, prime tra tutte le foto originali NASA che presentano lo stesso oggetto come ci viene rappresentato nel filmato incriminato. Tali foto riportano poi il codice classificativo che le riconduce all'inventariazione della stessa NASA, elemento comprovante una loro certa origine genuina. Da questo punto ovviamente si può discutere sulla reale natura dell'oggetto filmato, anche se per ora le prove a sostegno sembrerebbero indicarlo come un oggetto di origine artificiale.
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Da quanto è stato possibile apprendere dalla fonte originale la squadra composta per questa missione sarebbe stata composta dall’astronauta William Rutledge (rampollo della dinastia di banchieri mondiali Rutledge, ricopriva nella missione il ruolo di CDR della Bell Lab – ingegnere elettronico specialista in sistemi tecnologici avanzati e software per traduzioni lingue), da Leona Snyder, scienziata-antropologa della Bell Lab (specializzata in genesi delle capacità linguistiche, aree cerebrali e specializzazioni funzionali, tecnologie e forme dell’intelletto, categorie cognitive e codici della comunicazione) e infine dal cosmonauta sovietico Alexei Leonov, noto negli ambienti NASA per le sue numerose missioni spaziali Vosjod 2, Salyut 1 e 4, Soyuz 11 e con “Apollo19-Soyuz” avvenuta un anno prima. Leonov è stato inoltre direttore della “Yuri Gagarin Cosmonaut Training Center”, nonché consulente del film “[[2001 - Odissea nello spazio|2001 Odissea nello Spazio]]”. Per stessa ammissione della cosmonauta russa Marina Popovich le foto riprese da una sonda nei pressi di Phobos, satellite di Marte, che evidenzierebbero un oggetto sigariforme lungo diversi chilometri le sarebbero state fornite proprio da Leonov.
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William Rutledge, il divulgatore del filmato, ha avuto modo di precisare alcuni punti inerenti questa missione segreta. L'Apollo 20 avrebbe assommato oltre che ai normali compiti di studio anche altri finalizzati al recupero di prove inerenti tracce intelligenti sul nostro satellite. Il tutto sarebbe stato scadenzato in due parte, la prima che avrebbe riguardato una supposta "città aliena" sulla Luna, la seconda finalizzata proprio all'artefatto identificato come  astronave.
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Durante le fasi di sorvolo, avvicinamento e recupero, gli astronauti avrebbero asportarono dalla nave aliena oggetti tecnici, equipaggiamento, apparecchiature nonché un corpo alieno. I piloti di tale velivolo sarebbero stati due, ma dato che c’erano problemi di spazio all’interno dell’Apollo-Soyuz, gli astronauti riportarono sulla Terra solo un corpo. Da quanto è stato aggiunto successivamente l’età alla quale dovrebbero risalire i presunti reperti alieni sarebbe stata valutata in 1.5 miliardi di anni. Una cifra davvero spaventosa. Questo, soprattutto in ragione del fatto che l’astronave e la città erano stati sottoposti a bombardamento di meteore. Quindi la datazione sarebbe stata eseguita in base agli effetti della polvere meteorica sull’astronave stessa, sulle colline dei crateri e sulla città. Infine, si ipotizza che che la nave aliena sia stata già esplorata prima della spedizione Apollo 20-Soyuz.
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Le informazioni fornite da William Rutledge, oggi 76ienne e residente in Africa, sono quantomeno incredibili. Non si possono negare ipotesi di debunking (verità frammiste a menzogne) come anche a sensazionalismi innescati ad arte per non ben precisati fini. Tutto ciò che costituisce il panorama di informazioni attinenti a questo oggetto non possiede prove o verifiche dirette di nessun tipo. Unico dato incontrovertibile è la presenza sul suolo lunare di un oggetto di chiara matrice artificiale e non di origine terrestre. Solo questo può essere considerato oggi l'unico elemento valido dietro a questa curiosa scoperta, fino a quando altre prove non ci permetteranno di comprendere ulteriormente l'origine o la natura dell'oggetto misterioso le analisi che possono essere compiute non possono che limitarsi ad una osservazione attenta di un presunto artefatto alieno presente sul suolo lunare.
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*[http://www.roswell.it/2009/10/25/apollo-20-astronave-sulla-luna.html roswell.it]
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http://www.roswell.it/2009/10/25/apollo-20-astronave-sulla-luna.html
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*[http://www.angelismarriti.it/presenzealiene/Apollo20caso-approfondimenti.htm angelismarriti.it]
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*[http://videomisteri.altervista.org/le-prove/1010-apollo-20-la-missione-nasa-segreta videomisteri.altervista.org]
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*[http://www.bedo.it/ANTHEMICA/22915/APOLLO+20+-+IL+CASO+DELLA+%22%3BNAVE+SPAZIALE+ALIENA%22%3B+SUL+LATO+OSCURO+DELLA+LUNA.html bedo.it]
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[[Categoria:Area 51]]
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[[categoria:Area 51]]
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[[Categoria:La Luna]]
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Versione attuale delle 08:36, 29 set 2015

Logo Apollo 20

Argomento portante del filmato sarebbe una fantomatica missione Apollo 20 che sarebbe giunta sul nostro satellite il 16 Agosto 1976. Sua destinazione era il cratere Izsak D, a sud-ovest del cratere Delporte. Pur se ci trovavamo in totale guerra fredda la missione sarebbe stata congiunta americana-sovietica, dato già quantomeno anomalo visto che proprio in questo periodo si raggiunse un acme quasi paranoico del silente conflitto tra le due superpotenze. Si è detto che l'importanza della missione potrebbe aver favorito un momentaneo e settoriale disgelo nei rapporti tra i due paesi , dato che rimane comunque una semplice speculazione per la sua totale assenza di prove.

Il nostro causticismo non è dettanto da una forma di scetticismo preconfezionata tipica di altri approcci a questi fenomeni quanto a una oculata circospezione dettata dalla eventuale importanza del filmato stesso. Come vedremo successivamente è possibile trovare non pochi riscontri alla veridicità del filmato, prime tra tutte le foto originali NASA che presentano lo stesso oggetto come ci viene rappresentato nel filmato incriminato. Tali foto riportano poi il codice classificativo che le riconduce all'inventariazione della stessa NASA, elemento comprovante una loro certa origine genuina. Da questo punto ovviamente si può discutere sulla reale natura dell'oggetto filmato, anche se per ora le prove a sostegno sembrerebbero indicarlo come un oggetto di origine artificiale.

Da quanto è stato possibile apprendere dalla fonte originale la squadra composta per questa missione sarebbe stata composta dall’astronauta William Rutledge (rampollo della dinastia di banchieri mondiali Rutledge, ricopriva nella missione il ruolo di CDR della Bell Lab – ingegnere elettronico specialista in sistemi tecnologici avanzati e software per traduzioni lingue), da Leona Snyder, scienziata-antropologa della Bell Lab (specializzata in genesi delle capacità linguistiche, aree cerebrali e specializzazioni funzionali, tecnologie e forme dell’intelletto, categorie cognitive e codici della comunicazione) e infine dal cosmonauta sovietico Alexei Leonov, noto negli ambienti NASA per le sue numerose missioni spaziali Vosjod 2, Salyut 1 e 4, Soyuz 11 e con “Apollo19-Soyuz” avvenuta un anno prima. Leonov è stato inoltre direttore della “Yuri Gagarin Cosmonaut Training Center”, nonché consulente del film “2001 Odissea nello Spazio”. Per stessa ammissione della cosmonauta russa Marina Popovich le foto riprese da una sonda nei pressi di Phobos, satellite di Marte, che evidenzierebbero un oggetto sigariforme lungo diversi chilometri le sarebbero state fornite proprio da Leonov.

William Rutledge, il divulgatore del filmato, ha avuto modo di precisare alcuni punti inerenti questa missione segreta. L'Apollo 20 avrebbe assommato oltre che ai normali compiti di studio anche altri finalizzati al recupero di prove inerenti tracce intelligenti sul nostro satellite. Il tutto sarebbe stato scadenzato in due parte, la prima che avrebbe riguardato una supposta "città aliena" sulla Luna, la seconda finalizzata proprio all'artefatto identificato come astronave.

Durante le fasi di sorvolo, avvicinamento e recupero, gli astronauti avrebbero asportarono dalla nave aliena oggetti tecnici, equipaggiamento, apparecchiature nonché un corpo alieno. I piloti di tale velivolo sarebbero stati due, ma dato che c’erano problemi di spazio all’interno dell’Apollo-Soyuz, gli astronauti riportarono sulla Terra solo un corpo. Da quanto è stato aggiunto successivamente l’età alla quale dovrebbero risalire i presunti reperti alieni sarebbe stata valutata in 1.5 miliardi di anni. Una cifra davvero spaventosa. Questo, soprattutto in ragione del fatto che l’astronave e la città erano stati sottoposti a bombardamento di meteore. Quindi la datazione sarebbe stata eseguita in base agli effetti della polvere meteorica sull’astronave stessa, sulle colline dei crateri e sulla città. Infine, si ipotizza che che la nave aliena sia stata già esplorata prima della spedizione Apollo 20-Soyuz.

Le informazioni fornite da William Rutledge, oggi 76ienne e residente in Africa, sono quantomeno incredibili. Non si possono negare ipotesi di debunking (verità frammiste a menzogne) come anche a sensazionalismi innescati ad arte per non ben precisati fini. Tutto ciò che costituisce il panorama di informazioni attinenti a questo oggetto non possiede prove o verifiche dirette di nessun tipo. Unico dato incontrovertibile è la presenza sul suolo lunare di un oggetto di chiara matrice artificiale e non di origine terrestre. Solo questo può essere considerato oggi l'unico elemento valido dietro a questa curiosa scoperta, fino a quando altre prove non ci permetteranno di comprendere ulteriormente l'origine o la natura dell'oggetto misterioso le analisi che possono essere compiute non possono che limitarsi ad una osservazione attenta di un presunto artefatto alieno presente sul suolo lunare.

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