Noè

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'''Noè''' è il nome di un patriarca biblico, il più famoso prima di [[Abramo]].
'''Noè''' è il nome di un patriarca biblico, il più famoso prima di [[Abramo]].
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Secondo calcoli biblici nacque 1056 anni dopo la [[Creazione]] e morì all'età di 950 anni. Secondo la scienza ufficiale, tali cifre non sono da prendere necessariamente alla lettera. Secondo gli ufologi e [[Zecharia Sitchin]] invece è possibile che corrispondano a verità (vedi la [[Cronologia di Sitchin]]).  
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Secondo calcoli biblici nacque 1056 anni dopo la Creazione e morì all'età di 950 anni. Secondo la scienza ufficiale, tali cifre non sono da prendere necessariamente alla lettera. Secondo gli ufologi e [[Zecharia Sitchin]] invece è possibile che corrispondano a verità (vedi la [[Cronologia di Sitchin]]).  
==Significato del nome==
==Significato del nome==

Versione delle 13:29, 26 mar 2009

Ebrezza di Noè, formella del Campanile di Giotto, collaboratore di Andrea Pisano (Maestro di Noè), 1334-1336, Firenze

Noè è il nome di un patriarca biblico, il più famoso prima di Abramo.

Secondo calcoli biblici nacque 1056 anni dopo la Creazione e morì all'età di 950 anni. Secondo la scienza ufficiale, tali cifre non sono da prendere necessariamente alla lettera. Secondo gli ufologi e Zecharia Sitchin invece è possibile che corrispondano a verità (vedi la Cronologia di Sitchin).

Indice

Significato del nome

Noè, in lingua ebraica Noah, viene interpretato da Genesi (Ge,5,29) con il significato di consolatore per via dell'assonanza fonetica, ma è molto più probabile che il significato del suo nome sia colui che prolunga: ovviamente, la storia dell'umanità dopo il diluvio universale.

Il costruttore dell'arca

Michelangelo: il diluvio (particolare della Cappella Sistina)

Noè compare per la prima volta in Genesi Ge,5,28 come figlio di Lamech e nipote di Matusalemme. Egli è dunque il nono nella linea generazionale dei discendenti di Adamo attraverso Set (la cosiddetta "Grande Genealogia dei Setiti" di Ge,5). La sua storia si sviluppa nei capitoli 6, 7, 8 e 9 della Genesi.

Egli è universalmente noto per essere il costruttore dell'arca su cui la razza umana sopravvisse al diluvio, e sulla quale furono ospitate, secondo la narrazione biblica, varie coppie di tutti gli animali (secondo Genesi Ge,6,19, due specie di ciascuna; secondo Genesi Ge,7,2, sette coppie di ogni animale puro e una coppia di quelli impuri).

Secondo Genesi Ge,7,6 Noè aveva seicento anni quando il diluvio si abbatté sulla Terra; morì a 950 anni; era ancora vivo quando nacque Abramo.

Noè ebbe tre figli: Jafet, Sem e Cam, anch'essi portati sull'arca unitamente alle mogli per proseguire la stirpe degli uomini. Ciascuno di essi avrebbe dato vita ad una stirpe di popoli: Sem i semiti, Cam i camiti, Jafet i popoli delle isole occidentali.

L'alleanza noachica

Dopo la fine del diluvio, Noè stipula con Dio la prima alleanza, in ebraico Berit, riportata dal testo biblico, la cosiddetta "alleanza noachica". Ecco i termini di quest'alleanza:

In cambio, Iddio si impegna a non mandare mai più diluvi.

Quest'alleanza è stipulata con tutta l'umanità, ed offre dunque all'antico Israele le norme per ritenere giusto o ingiusto chi non è circonciso.

La figura di Noè diventa poi esemplare (quella del giusto salvato dalla distruzione dei malvagi, come Lot) ed è lodata in Isaia Is,54,9; in Matteo Mt,24,37-38; e nella prima lettera di Pietro 1Pt,3,20.

Poemi babilonesi

Numerose sono le assonanze con l'epopea di Gilgamesh, ma completamente diversa è la prospettiva dei poemi babilonesi e della Bibbia. Infatti nei primi gli déi decidono di sterminare l'umanità per puro capriccio, a causa del suo fracasso che li infastidisce, mentre il Dio ebraico pone fine al mondo antidiluviano a causa delle colpe dei cosiddetti "giganti dei tempi antichi". Noè non si salva perché è fortunato ma perché è l'unico giusto in un mondo di peccatori.

Apocrifi

Il Talmud e le raccolte di leggende ebraiche contengono molti episodi apocrifi della vita di Noè. Il più famoso riguarda l'inganno perpetrato ai danni del Patriarca dal diavolo, il quale gli insegnò a coltivare la vite (vedi Gen 9, 20) e lo convinse a sacrificare nella vigna quattro animali: un agnello, un leone, un maiale e una scimmia. Da allora, racconta la leggenda, chi beve il vino si ubriaca e, man mano che ne beve, viene ad assumere i caratteri di questi quattro animali: l'arrendevolezza dell'agnello, la violenza del leone, il sudiciume del maiale, il comportamento assolutamente irragionevole della scimmia.

Voci correlate

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